< La politica della cura. Prendere a cuore la VITA di  Luigina Mortari (RaffaelloCortina)

Qui di seguito le recensioni di LaPoliticaDellaCura raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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La politica della cura richiede una lettura più attenta rispetto al primo saggio proposto. E’ un testo profondo, che va letto lentamente.
L’ho trovato a volte di difficile comprensione per il lettore comune.

Monica Signani

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Il libro, pur rivolgendosi ad un pubblico "colto", è scritto in maniera fluida e divulgativa e riesce a trasmettere quanto vuole dire con chiarezza ed efficacia. Molto affascinante nel contenuto, propone una politica della cura come "nucleo paradigmatico della progettualità dell’esistenza" partendo dall’essenza dell’essere: "Siamo semi di possibilità chiamati a cercare ciò che rende possibile farli germogliare affincè quel possibile che noi siamo si attualizzi nella sua forma migliore"

Roberta Marazia

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Luigina Mortari tenta di descrivere in modo autentico il periodo in cui viviamo: molto contorto e difficile da capire. La scrittrice Mortari fa un percorso all’inverso per capire e curare questo mondo è necessario capire prima noi stessi e ricostruire.

Alessandro Candiloro

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Eccessivamente confuso, si fatica a seguire il filo logico delle riflessioni, eccessivamente affastellate l’una all’altra

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"La politica della cura" è un saggio ampio e coltissimo, di lettura impegnativa. Il tema che il titolo suggerisce è in realtà trattato solo nell’ultima parte del testo, mentre resta centrale nel libro il rapporto tra la filosofia e la vita: la prima può rispondere alle grandi domande dell’uomo dando un senso e un valore alla seconda.
Trovare nelle stesse pagine l’infermiere la maestra il medico (inseriti in contesti a noi ben familiari) e i grandi della filosofia(per molti di noi solo echi di lontani studi scolastici) crea un effetto a volte straniante, ma l’impresa di calare Platone o Aristotele nel nostro quotidiano era titanica, e il risultato è comunque lodevole.
Largo spazio viene dato dall’Autrice ai termini greci, con molta insistenza sugli etimi - cosa apprezzabile da un’insegnante di greco come me, ma forse poco riguardosa nei confronti di chi il greco non l’ha mai studiato o l’ha dimenticato.
(Nota a margine: ci sono diversi errori proprio nei termini scritti in caratteri greci, ci sarebbe voluta una revisione più accurata...).
Il linguaggio dell’Autrice è brillante e originale(cito alcuni termini ricorrenti: barlumare, esistentivo, inaggirabilmente, irrispondibilità, fabbricatura...).A me sembrano neologismi, ma ritengo che rientrino nella libertà creativa di un autore, visto che il contesto li rende comunque comprensibili.

Gabriella Assirelli

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Sono illeggibili ambedue, il primo sono riuscito ad arrivare a pagina 20 il secondo mi sono fermato subito alla prima pagina.

Massimo Lanciotti