< La principessa ballerina di  Stefania Colombo (Morellini)

Qui di seguito le recensioni di LaPrincipessaBallerina raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Istruttivo in quanto non conoscevo la storia delle grandi navi costruite agli inizi del 1900 con questo binomio navi-fratelli un pò tragico.

Giuliano Cecchetto

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Grazie a Robinson per avermi fatto scoprire questa piccola perla !
Più un racconto lungo che un romanzo, "La Principessa Ballerina" è la storia intrecciata di due vite destinate ad essere brevi: quella di Menico, giovane macchinista e quella del "Principessa Mafalda", il superbo piroscafo con il quale si inabisserà nell’Oceano Atlantico. Due vite nate da altrettante morti dei rispettivi "gemelli", lo sfortunato "Principessa Mafalda" affondato durante il varo e Domenico, il fratello omonimo di Menico, annegato tra gli scogli.
Al di là delle vicende narrate, questo breve scritto è somma di poesia, di luci pittoriche, di musica e armonia.
La poesia che accompagna la vita di Menico, Ungaretti, Rimbaud e soprattutto Montale;
le rapide pennellate con le quali l’autrice abbozza i personaggi rendendoli nitidi ed indimenticabili (il capitano Gulì, il pasticcere Bauli, il capomacchinista, la "mademoiselle");
la musica, suonata incessantemente dall’orchestra di bordo, ma anche la musica sottesa, aspra della terra ligure.
Liguria "terra di navigatori, puttane e cantanti", ruvida e avara, che forgia uomini abituati a lottare con il mare e grandi poeti.
Intanto la storia del ’900 scorre con il racconto e accompagna la nave, facendo calpestare i suoi ponti da celebrità già note (Marconi, Pirandello) o ancora sconosciute (Gassman, Bauli) e portandola verso l’epilogo.
Anche se spaventata dall’assonanza a Baricco (che non amo) dell’introduzione, ho letto La Principessa Ballerina d’un fiato. Ho trovato una narrazione ritmata, poetica, incalzante, lieve ma anche profonda,
un soffio di vento marino che pare risuonare tra le onde del mar ligure con la sua storia mitica di due vite legate e spezzate.

Tatiana Musso

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Due grandi navi varate a Triva Trigoso agli inizi del Novecento prendono il nome di due principesse. In brevi capitoli che si snodano fino al 1927 assistiamo alle vicende di Menico, nato con la seconda nave, la principessa Mafalda, soprannominata ballerina. Menico attraversa la storia drammatica di quei decenni e coltiva un amore per la poesia, quasi a compenso delle sue umili origini e dei drammi del suo tempo.
La prosa narrativa, frammentaria e a lampi, deborda spesso nella poesia e in intere citazioni di liriche italiane così note da comparire su tutte le antologie scolastiche. Il risultato non convince, probabilmente per l’eccessiva vastità dell’intenzione contenutistica e formale, peraltro sacrificata in spazi telegrafici.

Carlo Marchesi

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Circolo dei lettori
Di Venezia “Biblioteca Fondazione Querini Stampalia”
coordinato da Cristina Celegon
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La storia del piroscafo Principessa Mafalda e di Menico, giovane ragazzo che vuole raggiungere l’America, si intrecciano in modo lieve, poetico.
Il racconto è fatto di brevi capitoli, scanditi dal trascorrere del tempo, che suggeriscono atmosfere, piuttosto che narrarle in maniera analitica. Storia collettiva e storia individuale si mescolano e si confondono. Emozioni e sentimenti a volte sono quasi inespressi ma vissuti con intensità nel breve tempo concesso e nella tragedia imminente dell’affondamento.
Meritava un titolo più evocativo a questo romanzo o, ancora meglio, racconto lungo.

Patrizia Bravetti

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Questo breve romanzo intreccia più storie in modo armonioso.
La storia della nave “Principessa Ballerina” che ha navigato tanti anni trasportando persone e personaggi importanti verso l’America così che ciascuno vi ha lasciato una traccia.
La storia di Menico, adolescente che sta diventando giovane uomo con emozioni ed esperienze nuove: l’amore, la scoperta di poter fare le proprie scelte, la decisione di impegnarsi nello studio e nel lavoro, la comprensione delle proprie origini, l’amicizia, l’accettazione del destino.
Ho trovato una profondità di senso nell’inserimento delle poesie di Eugenio Montale e Giuseppe Ungaretti.
Ho apprezzato che sia un libro breve, la scrittura abbastanza semplice anche se a volte mi è sembrata un po’ retorica; considero una qualità il fatto che, credo, potrebbe conquistare alla lettura un ragazzo dell’età di Menico e lo trovo adatto anche per essere letto ad alta voce.
Segnalo l’idea dell’editore: è un EXTENDED BOOK, il libro diventa “..  un punto di partenza ..” ; è sufficiente utilizzare i QR code, io ho ascoltato la playlist “La Principessa Ballerina”

Silvana Gasperi

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Lettura leggera, che racconta la vicenda del piroscafo Principessa Mafalda  e la vita di Domenico, Menico, che nel 1927 parte come marinaio in quella nave alla ricerca di una nuova vita in America.
Personaggi importanti della storia italiana del Novecento attraversano le pagine di questo libro in accenni quasi casuali, poeti e versi si intrecciano con la narrazione. Anche la drammaticità della fine, della nave e di Menico, si esprime con dolcezza e poesia.
Un affresco delicato senza le ambizioni di un romanzo storico,  ma con la leggerezza della ballerina del titolo per raccontare un pezzetto di storia.

Valeria Boscolo

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Si legge con vero piacere. Queste enormi navi che affondano distruggendo i sogni e le vite dei ricchi e dei poveri. Personaggi molto verosimili,noti e sconosciuti. A volte, larmes aux yeux , in tono con le deliziose demoiselles piovute da un altro mondo.

Paola Barile

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Gruppo di Lettura  
“Biblioteca di Buccinasco”
coordinato da Silvia Mincuzzi
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Un bel romanzo in cui la storia del singolo si intreccia con la Storia, scritto con maestria e cura.

Marchiori Monia

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L ‘autrice richiama una storia vera, quella di due navi gemelle, costruite all’inizio del secolo scorso a Riva Trigoso, accomunate da un destino infelice. La prima, la Principessa Iolanda affonda subito, al momento del varo. La seconda, la Principessa Mafalda, è la protagonista del romanzo, la ballerina del titolo. Accompagna questa vicenda il piccolo Menico, figlio di un operaio del cantiere, dalla forte passione letteraria e poetica, che cerca di crescere in un mondo dove conta il lavoro, faticoso e ingrato, più che la vena letteraria. Il piccolo, col suo sogno d amore e di poesia, si imbarca sulla nave ballerina per “ farsi uomo”. Ma è l’ultimo viaggio della nave che per l’imperizia dei costruttori e l’avidità della compagnia, affonda insieme a centinaia di passeggeri e al piccolo protagonista del libro. Una storia vera, ormai dimenticata, pur essendo il più grave naufragio italiano, che fa da sfondo a un racconto delicato e in certi tratti poetico. Originale e non banale, fuori dagli schemi della letteratura facile di molti italiani.

Morano Guido

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Errore

Ivana Bonsi

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Grandi lettori
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Lettura resa difficoltosa dal ritmo spezzato della prosa, dalle ripetizioni e dalla lentezza narrativa.

Marta Rondi

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Grandi lettori
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Prendetevi un’oretta tutta per voi e leggete questo delizioso racconto. Vorrete arrivare alla fine tutto d’un fiato per sapere che fine fanno i nostri protagonisti e la nave che li trasporta, nave che era predestinata come la gemella.

Annamaria Ciarrocca

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Pagine dolcissime, tristi, ma piene di vita. Regala splendide immagini, anche se la tragedia è dietro l’angolo. Rimani in uno status di tranquillità e serenità

Ivana Bonsi

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Perfetta è la prefazione di Lorenzo Marone nel descrivere questo libro Che non può non evocare il più famoso libro di Alessandro Baricco “Novecento” . Il racconto di due storie parallele Che si svolgono i primi del 900, la vita di Domenico ,detto Menico , Un marinaio in cerca di fortuna in America, e la storia di un piroscafo , principessa Mafalda, Una delle più famose navi di allora sulle quali si imbarcarono personaggi famosi.c’è tanta poesia in questo racconto,  poesia nelle citazioni E poesia , grazia , nella scrittura originale . E c’è anche le sofferenze e le inquietudini della prima guerra mondiale.
Stavolta sono stata molto indecisa sulla scelta del preferito perché sono interessanti entrambe nel loro genere diverso ma alla fine la preferenza va per il primo perché il mondo ha più bisogno di poesia piuttosto che di rock’n’roll.

Maria Paola Montale

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Un bel romanzo breve perché “quando ci sono così tante parole in ogni frase non si capisce quali sono quelle importanti da ricordare”, come dice Menico, ma qui le parole sono tutte importanti.
Un’idea originale che racconta la piccola storia di un ragazzo ligure ribelle, riflessivo e pieno di passioni   e le vicende di una importante piroscafo che partecipa alla grande Storia dei primi anni del Novecento. 
Una scrittura essenziale, incisiva, limpida e, nello stesso tempo, scorrevole e accattivante.
I protagonisti sono attori non protagonisti: seconde figure che vivono all’ombra di grandi assenti: Menico nato un anno dopo la morte accidentale del fratello Domenico, viene visto dal padre come la brutta copia del suo primogenito, ma è vivace, ribelle, amante della poesia breve di Ungaretti, innamorato di una masdamoiselle troppo grande per lui, e per questo lascerà Riva Trigoso  per Genova scoprendo tutto il mondo in una città e nel suo porto;
La nave Principessa Mafalda, varata in sordina dopo che la sua gemella la Principessa Jolanda , un  anno prima, era affondata proprio nel momento in cui era stata calata in mare durante una pomposa cerimonia.
E i loro destini, inizialmente uniti solo dalla presenza del padre di Menico che è uno degli operai del cantiere che ha costruito le navi, si incroceranno fatalmente quando Menico vorrà diventare uomo, perché per scrivere poesie bisogna essere uomini, e si imbarcherà su quello che sarà l’ultimo viaggio della Principessa.
Molto emozionante e pieno di suggestioni poetiche e motivi di  riflessione .  (paola carletti)

Paola Carletti

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Più che un romanzo sembra un racconto ben costruito sia nella forma che nei contenuti, ricco di materiale su cui riflettere, tutto in poche pagine.
Spiccano personaggi del ‘900, poesie, canzoni, sensazioni, emozioni, odori e molto sentimento.
È quasi un resoconto di vent’anni di storia e di storie, quelle dell’Italia della prima guerra mondiale cantate da Ungaretti, dell’Italia post bellica, dell’Italia operaia, dell’Italia fascista, dell’Italia degli emigranti come uno dei due protagonisti del romanzo, Menico ( l’altra protagonista è il transatlantico Principessa Mafalda ) che si vuole imbarcare per diventare uomo e far ritorno dalla sua amata. Diventerà più che uomo, leggenda!
Il limite del romanzo, a mio avviso, è il “pescare “ un po’ in altri oceani da Novecento ad Oceano mare di A.Baricco che a sua volta prende in prestito sonorità di Joseph Conrad. Il tema del mare amico/nemico, del naufragio, del salvataggio, è abbastanza imitato e pur trovando il romanzo poetico e piacevole, spesso durante la lettura si sovrappongono le immagini stereotipate di Titani con i suoi eroi e le sue eroine, finanche il tesoro colato a picco negli abissi per sempre nascosto nel ventre della principessa ballerina.

Francesca Cammisecra

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La Principessa Ballerina è un racconto da custodire con cura. La scrittura di Stefania Colombo è delicata e inconfondibile nonostante il tema presentato. L’eleganza delle sue parole portano il lettore dentro il contesto storico del ‘900 che si scinde attraverso due storie, entrambe appassionanti e ricche di poesia e tormento. Il viaggio comincia sin dalle prime pagine.

Laura Lipari

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Grandi lettori
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"La Principessa Ballerina" è il racconto di un epoca,  il novecento, eccezionale per i grandi progressi in vari ambiti. Affascinante e ingiusta a causa delle forti disuguaglianze sociali. Testo impreziosito da belle poesie di Montale e Ungaretti. 

Walda Tossani

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Quante sono le persone non famose morte negli incidenti navali, e non solo, di cui non è rimasta memoria storica e di cui solo i parenti più stretti conservano qualche ricordo? Presenti già in giovane età nei luoghi dei disastri per motivi di lavoro e che forse, continuando a vivere, sarebbero diventati scrittori, poeti, scienziati, lasciando ai posteri, a tutti i posteri, grazie alle loro capacità un arricchimento ? Questo libro da voce a loro raccontando la storia di Menico Ferrari, uno dei possibili morti trai i giovani macchinisti del naufragio della Principessa Matilde dove si era imbarcato, lui poeta, per diventare uomo. C’è tanta poesia in questo libro, sia come citazioni dei poeti amati da Menico, ma soprattutto per la storia stessa e il linguaggio dell’autrice, che pare molto coinvolta nella storia che racconta, quasi fosse una dei parenti. Ma in realtà è molto difficile non sentirsi coinvolti dalla storia di Menico e dei tanti come lui.

Rosangela Usai

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L’ho letto, e va letto, tutto d’un fiato.
La storia vera della prima parte del Novecento e del piroscafo Principessa Mafalda si incontra con quella di Menico, che ama la poesia; l’esistenza stessa del Mafalda ne segue in parallelo la vita, per poi finire insieme nell’abisso.
Mi è piaciuto subito il modo di scrivere, frasi brevi e spezzettate, che a volte si trasformano senza fatica in versi, descrizioni che diventano poesia. Pochi accenni ed i vari personaggi escono ben delineati dalle pagine, la nave stessa da palcoscenico diventa presenza viva. Versi veri, di Ungaretti, Montale, Rimbaud compaiono ad accompagnare la crescita e la morte di un narratore di storie ed aspirante poeta.

Daniela Ruepp

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E all’improvviso, quando Menico comincia a crescere, nel testo irrompe la poesia, dapprima quella di saba (Giuseppe, come lo chiama il protagonista), poi quella di Menico intervallata da Montale e Rimbaud.
La principessa Mafalda, "sempre più ballerina e sempre meno stabile"... "che balla e balla senza stancarsi".
Mafalda è nello stesso tempo patria temporanea e libertà, l’unico non - luogo". Bello l’uso di un termine dell’oggi per descrivere una nave che solca l’Atlantico nel 1919.
Bel libro, ben scritto.

Dario Canali

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Libro che ricorda da vicino Novecento di Baricco. La principessa ballerina del titolo è il transatlantico Principessa Mafalda, ricordato anche come il Titanic italiano, affondato al largo del Brasile. La storia del piroscafo si intreccia con quella di Menico, figlio di uno degli operai che l’ha costruita. Più che un romanzo sembra un soggetto, non a causa della brevità del racconto, bensì del modo in cui è raccontata la storia: rimane in superficie, raccontando i fatti più che renderli vivi. Apprezzabile il tentativo di intervallare la prosa classica con una più poetica. Poteva essere sviluppato un po’ di più.

Elena Cicalini

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Vi ringrazio per avermi dato la possibilità di leggere (cosa che adoro fare quotidianamente) e vi dico che preferisco Principessa ballerina a Santa Carogna  perchè trovo l’umanizzazione della Principessa un delicato e poetico dipinto attraverso il quale sembra di vedere la vezzosa ed agile nave trasformata in un disegno alla Disney, danzante. Inoltre notevole anche in questa autrice la capacità di far entrare il lettore in Menico, di identificarsi in lui con la sua percezione della realtà circostante e che dire poi del finale che trovo molto più concreto senza eccessi tragici. La Princesa col suo ultimo passo di danza in verticale la trovo migliore rispetto al finale di Santa Carogna anche se quest’ultimo ha il pregio di sorprenderti inaspettatamente.

Minelli Anna Rita

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La Principessa ballerina è una storia che si dipana nei primi 50 anni del secolo scorso e, utilizzando come espediente il viaggio attraverso le sponde dell’Oceano Atlantico della nave Principessa Mafalda, ci narra la vita di Menico, un operaio di umili origini che si interessa alla poesia e che si dimostra talentuoso nel raccontare storie. Sulla nave salgono e transitano premi nobel, attori, abbienti e meno abbienti che con pochi spunti permettono di raccontare la storia dell’Italia dei primi 50 anni del secolo passato.

Francesco Sprovieri

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Marostica “Insieme per leggere”
coordinato da Liliana Contin
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Romanzo breve, quasi un racconto direi, due storie parallele legate dal filo di un tempo tragico: il primo conflitto bellico, la sofferenza, il clima di angoscia, l’ascesa del fascismo.
La nave Mafalda ondeggia sempre più fino a diventare " La principessa Ballerina " nei suoi giri per il mondo. Menico, venuto al mondo quasi per sostituire il fratello, cresce mostrando tratti fisici e un carattere del tutto diversi dal fratello che lo ha preceduto.
Ho trovato interessante e curiosa la storia di Menico, il lavoro nei cantieri di Riva Trigoso, la crescita, la scoperta dell’amore per la poesia e la lettura, il rapporto con i libri, le pagine strappate in libreria, il desiderio di diventare marinaio: " imbarcarsi per diventare uomo nel ventre del mare"
Dentro alla nave trovano posto poeti e marinai, insieme a una varia umanità.
La narrazione raggiunge in alcuni punti un buon livello di intensità, ma non lo mantiene e dopo un’introduzione così importante sul 900, pensavo ad un’estensione diversa.
Bella la possibilità di accedere agli Extended Books per i contenuti collegati.

Teresa Santini

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Il libro è di piacevole lettura, affascinano la prosa e la poesia che come piccoli fiori rendono graziosa una ghirlanda deposta su una storia che racconta di morte al pari della vita. Quasi non ci si rende conto di andare verso la catastrofe annunciata. Le storie parallele della principessa Mafalda, tristemente naufragata al suo ultimo viaggio prima della pensione, e la storia di Menico che naufraga con lei alla soglia del suo diventare uomo sono raccontate con grazia e ironia. Le poesie di alcuni grandi poeti del Novecento, soprattutto Ungaretti e Montale, saranno per Menico un faro per comprendere il senso della vita in un secolo dove tutto sembra poter sbocciare, questo prima di quel fatidico giorno in cui le storie sua e di altri vorrebbero sopravvivere e saranno lanciate nell’aria da un telegrafo il cui ticchettio si perderà nella notte nera.

Maria Mabilia

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Un racconto lungo con ambizioni poetiche, l’autrice narra con piccoli flash il disastro dell’affondamento della Principessa Mafalda, piroscafo varato ai primi del Novecento, gemello dell’ancora più sfortunato Principessa Jolanda colato a picco al momento del varo, e intreccia la storia con quella ambiziosa e romantica di Menico, un idealista caparbio che ha la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Triste e sognante, come un’illustrazione di Achille Beltrame per la Domenica del Corriere.

Carlo Bonato

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Mi è dispiaciuto non votarla …
E’ davvero un bel racconto, tra storia e fantasia, scritto in una lingua molto accurata ed espressiva. Sono rappresentati benissimo gli ambienti e il modo di vivere dell’epoca e la principessa è simpatica come … un essere umano. Forse è un po’ enfatizzato il personaggio di Menico, talvolta troppo lontano dalla realtà in cui si trova a vivere, ma dopotutto il personaggio è destinato a non restare a lungo nel mondo degli uomini comuni. Il suo destino è un altro, indissolubilmente legato a quello della principessa ballerina.
La lettura è stata piacevole: se si tratta di un’opera prima, mi auguro di incontrare ancora questa autrice nelle sue future pubblicazioni.

Rosanna Tasca

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Come è scritto nel titolo la “principessa ballerina” è il soprannome della nave Principessa Mafalda, varata dopo un anno della sua gemella Principessa Iolanda, colata a picco appena messa in mare tra lo sconcerto della gente e delle autorità che stavano presenziando la cerimonia.
Alla storia della nave si affianca quella di Menico, nato per sostituire un fratellino morto, a cui però non somiglia affatto né fisicamente né caratterialmente. Entrambe le storie hanno in comune l’ambientazione, la Liguria “terra aspra, ostinata e superba”.
Mentre Menico cresce affascinato dalla poesia, in particolare di Montale, anche lui ligure, e di Ungaretti, la Ballerina fa la spola tra i porti europei e americani ospitando personaggi illustri come Marconi, Pirandello, De Sica, ma anche emigranti che sognano nell’America un futuro migliore.
Le due storie si intrecciano nel momento in cui Menico si imbarca sulla Ballerina, nel corso dell’ultimo viaggio prima del naufragio del 1927. Quella traversata avrebbe dovuto aprirgli la strada per il futuro e invece…
La bellezza del romanzo è proprio questo misto di prosa e di poesia, è un racconto delicato, scritto con uno stile “lirico”, con una prosa semplice ed essenziale, che ci accompagna come un’onda emotiva che cresce nel finale.

Liliana Contin

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Un libro che mi ha stregato. Mi ha stregato la storia e il linguaggio narrativo sempre pronto a scivolare nella poesia. Una penna “balaina”, ma ben piantato nella storia. Negli ambienti, a partire dal cantiere genovese, fino al clima politico -sociale del momento.
Ho amato Menico, il suo dire “no”, il voler essere la persona unica a cui tutti abbiamo diritto. Il suo scoprire la poesia, la grande poesia, e in essa riconoscere la sua vocazione. Ho amato il suo dire “sì” al voler essere un uomo prima di un poeta, perché solo nel cuore di un uomo possono albergare l’amore e le parole per dirlo.
Nello sfondo, solo nello sfondo, ma ben percepibile l’eterna ingiustizia del denaro e della prepotenza che vogliono sfruttare uomini e cose fino all’ultimo respiro. A questa ingiustizia si oppongono l’amicizia nata su una nave stanca, ma non arresa, la fedeltà al ruolo di uomini al servizio di altri uomini. Si oppone la principessa “balaina” che sulle punte esce di scena.

Laura Primon

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Nel libro si incrociano due storie legate fra loro, quella del piroscafo principessa Mafalda e quella di Menico, figlio di un operaio che ha lavorato alla costruzione della nave.  Quello che ho trovato interessante è il rapporto di Menico con la poesia.  Fin da piccolo ruba i libri nel negozio del paese e impara a scrivere poesie, leggendo quelle che Giuseppe Ungaretti ha scritto sulla prima guerra mondiale.
Quando ha l’età si imbarca sulla nave principessa Mafalda per poter diventare uomo e così conquistare l’amore di una ragazza più grande che ha frequentato nell’ultima estate.  Scritto molto bene e riesce, con delicatezza, a rendere i sentimenti e gli stati d’animo di Menico nel suo passaggio dall’infanzia all’adolescenza all’età matura.

Irma Dionese

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Già all’inizio si ha un sentore di tragedia che, però, dopo un po’ si dimentica presi dalla storia di Menico, figlio di un caposquadra di un cantiere navale di Riva Trigoso, in Liguria, che è venuto al mondo per “sostituire” il fratello morto ancora piccolo di cui porta anche il nome Domenico e tante aspettative dei genitori.
La descrizione iniziale del fallimento del varo del transatlantico Iolanda e la seguente realizzazione della Principessa Mafalda fa già presagire il futuro … sia il transatlantico che Menico saranno travolti dal destino, nel momento in cui le due storie si incontreranno e la Principessa ballerina, grande, ma molto instabile, entrerà nella vita di Menico, che ama lettura e le poesie. Le poesie lo aiutano a diventare uomo, in particolare le poesie di Montale, in cui troverà le parole che gli daranno il coraggio di dire no al fascismo. Anche l’incontro con la ragazza venuta da lontano avrà un ruolo importante nelle sue scelte di vita. Ma un incontro importante sarà per Menico quello con Francesco, timoniere della Ballerina, un’amicizia profonda che suscita nel lettore emozioni e malinconia e che li terrà uniti fino al commovente finale del libro e della loro esistenza.

Mario Guderzo

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Bel racconto lungo che intreccia con delicatezza le due storie di una grande nave e di un piccolo uomo.
Cosa li accomuna? Il fatto di essere entrambi secondi fratelli di primogeniti dal destino tragico e quindi entrambi pressati dal confronto e dal disagio. Questo me li ha resi cari.
Ma anche due anime cariche di passioni e della voglia di costruire un futuro diverso.
Questo è anche un libro sul periodo storico dei primi del ‘900, e su chi ha saputo prendere posizioni diverse rispetto alla dittatura che si faceva strada nel panorama politico e culturale.

Laura De Marchi

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Un libro particolare, asciutto, poetico dove si intrecciano le storie di una nave e quelle di un bambino che vuole diventare uomo. Peccato che già all’inizio si abbia sentore di come finisce.

Maristella Drago

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La principessa ballerina mi è piaciuto perchè è un breve romanzo che racconta con leggerezza un argomento drammatico e storico! L’autrice con poche frasi precise ci fa vivere lo spirito del tempo e delle persone. Ci appassiona alla storia di Domenico intrecciata a quella della nave Mafalda tra poesie, canzoni e racconti di fatica in cantieri navali. Leggendo si respira un mondo problematico, ma descritto senza angoscia, un po’ come il titolo del libro.

Graziella Pivotto