< La ragazza di Hopper di  Fabio Bussotti (Mincione)

Qui di seguito le recensioni di LaRagazzaDiHopper raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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La ragazza di Hopper
A dir la verità l’ambientazione iniziale mi ha appassionato, aiutandomi ad immaginare il pittore, la casa, i quadri e anche la petulante moglie. Lo stacco delle due storie parallele, ma senza tempo, mi è parso troppo netto e a tratti confuso. La scrittura però è coerente con i colori e la dovizia di particolari dei dipinti di Hopper: ricca di aggettivi e descrizioni, oltre che di colpi di scena.
Nora diventa l’icona per eccellenza, e scandisce il ritmo narrativo, in attesa di una parabola discendente.
I personaggi che circondano il commissario Bertone ci accompagnano in una quotidianità sognante, come le rappresentazioni casalinghe di Hopper così oniriche e così reali.
Il romantico finale perdura anche nel voltare l’ultima pagina e resta nel cuore come la ragazza del quadro.

giuseppina gaeta

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La storia inizialmente mi è piaciuta ma i dialoghi in dialetto e le etnie così evidenziate dal linguaggio hanno rovinato il mio entusiasmo.
La storia mi è piaciuta gli scambi linguistici molto meno.

Valentina Lascialfari

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Circolo dei lettori
di Lecce 2 “Orti di guerra”
coordinato da Simona Cleopazzo e Anna Gatto
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La ragazza di Hopper è un romanzo giallo nel quale il protagonista è il commissario Flavio Bertone, un uomo particolarmente solo e disilluso.
Più che un romanzo sembra una pièce teatrale: il linguaggio, la descrizione degli ambienti e i dialoghi tra i personaggi fanno immaginare lo stage di un palco.
Nonostante la non particolare originalità dell’omicidio e della soluzione ad esso, il rapporto tra i quadri di Hopper, dipinti in un tempo e un luogo molto lontano dai fatti, e lo svolgersi della storia, che sembra proseguire intrappolando sempre più i propri personaggi ed il loro futuro, all’interno dei quadri, rende il libro singolare e unico.
Si arriva in fretta alla fine del libro, che ci convince, soprattutto negli ultimi due capitoli, a desiderarne uno successivo.

Caterina Storti

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Molto originale e interessante l’idea di collegare la storia ai quadri di Hopper, artista che adoro e che viene anche inserito come personaggio del romanzo giallo. Tuttavia il linguaggio della narrazione mi è sembrato piuttosto banale e a tratti fumettistico; probabilmente si tratta di una scelta stilistica dell’autore che però non incontra il mio gusto personale.

Anna Gatto

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Grandi Lettori
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E se fossimo tutti dentro un quadro e qualche artista a noi sconosciuto avesse deciso della nostra esistenza?
la lettura di questo libro mi ha instillato questo dubbio...
sarà perchè mi piacerebbe che ’Ed’ fosse ancora vivo ma questo romanzo ti trasporta in una dimensione a metà tra fantasia e realtà in cui i confini sono talmente labili da perdersi. All’inizio veniamo proiettati in un fantastico paesaggio sulle coste del Massachussets, per poi tornare bruscamente alla realtà con il caos romano quotidiano in una giornata d’estate. Il quid accattivante è che di entrambi i luoghi abbiamo così tanti dettagli e così precisi da farci sentire in loco accanto ai personaggi. Nel momento in cui si delinea la situazione da giallo la soluzione sembra davvero scontata, ma pian piano lo scrittore ci fa capire che abbiamo peccato di presunzione.
A cosa pensano le ragazze di Hopper?  L’arte di Hopper è espressione dell’inconscio… Nei suoi quadri è evidente il tentativo di fissare lo stato d’animo del soggetto… Hopper cerca di capire le sue ragazze, di penetrare i loro pensieri, le paure, le angosce… Ma non è uno psicologo… Hopper è un pittore (cit. p. 113)
Un tuffo nell’arte tramite la carta stampata.


Marta Barrera

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Libro ambientato a Roma negli anni 30, i personaggi sono particolari ma a mio parere ha meno presa del precedente Questo non è un libro che consiglierei.
 
 

Elisa Montioni