< La rete dell’inganno di  Augusto Paroli (Robin)

Qui di seguito le recensioni di LaReteDellInganno raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Premettendo che i libri cosiddetti “gialli” che trattano di assassini, morti inaspettate e misteri da scoprire sono i miei preferiti, devo ammettere che non ne sono rimasta travolta come speravo.
Il racconto personalmente non scorre in modo fluido in quanto ho incontrato diversi ostacoli.
Parto con la modalità di scrittura. Mi è sembrato che l’autore fosse più impegnato a cercare di utilizzare termini ricercati e inusuali piuttosto che preoccuparsi di presentare una narrazione scorrevole. A mio gusto preferisco parole semplici e frasi concise. Più volte mi sono ritrovata a pensare che i dialoghi di cui si fa ampiamente uso nel libro non fossero naturali. Nella vita di tutti i giorni le persone non sentono la necessità di usare parole tanto raffinate o di comporre frasi complesse o ancora di percorrere a ritroso in modo così dettagliato avvenimenti del passato. Avrei trovato un’altra formula. Così mi è sembrato forzato.
L’idea che ruota attorno al gioco, ovvero la possibilità di controllare punti strategici della città venendo utilizzato da utenti inconsapevoli, mi è piaciuta molto. L’ho trovata molto attuale. Purtroppo anche qui un pò macchinoso l’ingranaggio. Ho dovuto rileggere più volte delle parti di testo che ne esplicavano l’utilizzo o l’organizzazione della società che lo gestiva.
Altra cosa che mi ha lasciata a distanza sono state le innumerevoli fatalità della storia. Ogni personaggio vicino alla vita di Francesco svolgeva un’attività chiave. Non mi ha convinta.

Silvia Moreschi

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“La rete dell’inganno” non incontra il mio gusto. Non sono riuscita a completare la lettura, quindi il mio è un giudizio parziale, ma temo che non la porterò a termine dopo aver espresso il giudizio per il torneo. Trovo lo stile della scrittura molto ridondante, l’uso (o abuso?) dei dialoghi mi rende difficile la lettura. L’inizio lento della storia dovrebbe essere sostenuto da una scrittura brillante: se l’obiettivo dell’autore era creare tensione, purtroppo, per me non ci è riuscito.

Virginia Miele

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Grandi lettori
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Si tratta di un giallo molto piacevole che si legge bene, però con personaggi un po’ troppo schematici, la manager fascinosa, i due giornalisti curiosi e tanto amici, la capitana dei carabinieri finta burbera giovane e bella un gemello delgiornalista in incognito che vive senza fissa dimora organizzando e aiutando i clochard, tanti cattivi politici e non.
Il libro è ambientato a Roma, dove i vari protagonisti vivono tutti in case lussuose e originali e ci sono vari morti ammazzati, per il controllo di un gioco interattivo, il Jurassic Land II.
L Azienda SGDC sta per metterlo sul mercato, ma nessuno sa che il programma permette di utilizzare i cellulari di ignari cittadini come terminali per la raccolta di immagini e tipologie di informazioni, poi convogliate in un centro operativo e usate illegalmente Finirà tutto bene, trionfa l amore e la giustizia...

Gisella Terreni Ferrali

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Mi è piaciuto molto il giallo, La rete dell’inganno: si entra subito in medias res e la storia diventa immediatamente accattivante e divertente; i personaggi sono ben delineati, piacevoli e interessanti. La storia si svolge in maniera fluida e intrigante e il lettore è preso subito dalle vicende, appassionanti e coinvolgenti fino allo svelamento finale. Bravo l’autore!

Anna Maria Pulcinelli

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Grazie al Torneo di Robinson ho avuto modo di leggere dei titoli che non avrei mai scelto, talvolta la mia intuizione è stata confermata, qualche volta mi sono capitate piacevoli sorprese. La rete dell’inganno di Augusto Paroli è un romanzo che non avrei letto senza pentimenti. Alla fine della lettura, non lunga, confermo il mio disinteresse per questo tipo di narrazioni: mi sorprende come l’autore sia riuscito a mescolare, con piglio spregiudicato, un’abbondanza di triti luoghi comuni (riferimenti ambigui alla sessualità dei protagonisti, intrighi informatici, magheggi politici, personaggi sinistri con la passione per la programmazione, una carneficina senza senso) per poi giungere limpidamente al lieto fine.

Silvia Vantaggiato