< La ribellione di Michele Albanese di  Gabriella D’Atri (Castelvecchi)

Qui di seguito le recensioni di LaRibellioneDiMicheleAlbanese raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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La struttura che alternava racconto a intervista mi è piaciuta moltissimo . Parlare direttamente con il soggetto di cui si scrive dato l’argomento è fondamentale per essere esaustivi , mentre le parti restanti rendevano il contesto al lettore. Parte debole la forma , che per mio gusto era troppo semplice , forse un po’ banale .

Michela Maj

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Il primo l’ho percepito più vicino alle mie letture e conoscenze. “L’informazione è il vaccino contro mafia e corrotti “. Questo,però,ci ricollega al saggio di Kustner,dal quale emerge la prepotenza di chi detiene il potere,la mancanza di valori etici”la delinquenza istituzionale”. La testimonianza della scelta di vita e professionale di M.Albanese,come per altro,di altri giornalisti, ci dà la speranza che la Calabria, e non solo, non è “regione persa”.
Piacevole la scrittura di entrambi gli autori. Leggera l’esposizione e di facile comprensione.

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La ribellione di Michele Albanese tratta il tema della mafia calabrese attraverso un’intervista al giornalista, analizzando lo sviluppo delle attività dell’organizzazione e mettendo in evidenza il risultato attuale di questo processo. Ho trovato molto interessanti le riflessioni sulla nascita di una coscienza civile di lotta alla mafia e sulla democrazia come strumento fondamentale di questa lotta.

Agata Brunetti

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Avevamo veramente la necessità di un saggio per comprendere la fallacia dei traduttori automatici?
Mi auguro che la stesura sia stata (almeno) un semplice divertissement per l’autrice, e che la pubblicazione del libercolo sia avvenuta a spese proprie.
Inquieta scoprire che l’autrice è professore ordinario di filosofia del linguaggio…

Paola Bonizzato

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Gabriella D’Atri, La ribellione di Michele Albanese, Castelvecchi, 2021
In questo libro si parla della ‘ndrangheta, la mafia calabrese che vive di omertà, silenzio, paura, prevaricazione, è criminalità presente in 32 paesi di quattro continenti, 17 dei quali europei. “Oggi non si spara più, si fa business” e per questo è stato messo il silenziatore alle armi. Eppure pochi anni fa la mafia ha progettato di far saltare con il tritolo il giornalista Michele Albanese che con le sue inchieste continua a denunciarne i traffici e le connivenze con parti dello Stato e anche della Chiesa e che per questo ora è costretto a vivere sotto scorta.
È un libro da leggere, fare conoscere e che dovrebbe entrare nelle scuole, come dimostrano queste parole di Michele, che io, come insegnante di educazione civica, condivido completamente: “Peggio delle mafie c’è solo la cultura mafiosa … e se non la eliminiamo, ogni sforzo sarà inutile. … Io ai ragazzi dico: cominciate a rinunciare a chiedere le raccomandazioni e studiate di più. … Agli insegnanti rivolgo l’appello a insegnare la cultura del diritto e allontanare quella del favore.”
Molto interessanti anche le interviste a Federico Cafiero De Raho e don Luigi Ciotti di Libera.

Rita Piloni

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Veramente interessante la storia travagliata di questo giornalista! mi sono sentita arricchita dalla lettura perché conoscevo vagamente gli episodi contenuti nel libro. Mi piace la struttura che è in pratica un’intervista, alternata a parti più discorsive. Assolutamente consigliato.

Manuela Brattoli

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Buonasera
Non conoscevo la storia di questo giornalista, le prime righe della prefazione mi hanno ricordato il giornalista Siani, che viene poi citato alla fine della prefazione.
Ho pianto tanto

Luisa

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Una pagina drammatica della storia del Novecento narrata dalla voce chi l’ha subita e nonostante tutto è riuscita a trasformare il dolore in una missione.
L’esperienza della deportazione, la predita degli affetti più cari e la disumanizzazione del lager.
Conoscere per non dimenticare e per combattere ogni forma di discriminazione.

Giusi Pancaldo

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"La ribellione di Michele Albanese" della giornalista Gabriella D’Atri è la storia di un giornalista coraggioso che vive in Calabria in un paesino della Piana di Gioia Tauro e che ha sempre raccontato di ’ndrangheta, la mafia più potente del mondo. Michele Albanese un cronista di nera, ha scritto di assassini, rapimenti faide tra famiglie di mafia. Fu lui a raccontare dell’inchino al boss mafioso durante la processione della Madonna delle Grazie a Oppido Mamertina nel 2014 e questa storia fece il giro del mondo e accese i riflettori su di lui. La polizia scoprì grazie a una intercettazione telefonica che avevano progettato di farlo saltare in aria. Da allora vive sotto scorta, ma non è andato via dalla sua terra e continua a raccontare di mafia perchè i cittadini hanno diritto di sapere. Il libro è una lunga intervista a Michele Albanese inframmezzata da pagine di racconto sulle vicende della sua vita e di riflessione sulla ’ndrangheta e sulla sua evoluzione da associazione mafiosa di ladri di animali e piccoli ricatti, alla mafia più potente del mondo. La scrittura è chiara e scorrevole, il libro si legge facilmente tutto d’un fiato e ti fa conoscere e capire fino in fondo un fenomeno di cui si sente parlare, ma che non si conosce mai abbastanza.

Luisa Morizio

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Colpisce la purtroppo vasta mentalità mafiosa così diffusa ad ogni livello, mentalità che costituisce il brodo di coltura della ’ndrangheta, che appare una vera piovra tentacolare che inquina tanti aspetti della società non solo in Italia ma anche altrove.
Sarebbe consigliabile che il testo venisse letto nelle scuole.

Francesco Vannucci