< La ruggine del tempo di  Dario Galimberti (LibroMania)

Qui di seguito le recensioni di LaRuggineDelTempo raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Grottaferrata “Un libro al mese della biblioteca comunale”
coordinato da Lucia Zenobi e Cinzia Silvagni
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La ruggine del tempo - Dario Galimberti - Lo scrittore, in qualita’ anche di architetto, e’ capace di ricostruire abilmente la pianta del Castello di Trevano, abbattuto nel 1961 a Lugano. Non voglio mettermi a raccontare l’evolversi degli evanti che si svolgono negli anni  in quel Castello. Storia troppo lontana nel tempo, che viene riportata per caso alla luce dopo 50 anni, da un omicidio recente. Oggigiorno ci si aspetta qualcosa di piu’ nuovo ed elettrizzante. Un giallo malinconico.
uale queste persone possano essere accettate in tutti i campi. 

Giuliana Lombardi

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Scrittura semplice ma non piatta, al di là della storia, delle indagini, dei misteri quello che più mi ha colpito è quel velo di malinconia che sembra avvolgere tutto.
La ruggine del tempo è proprio quella che incrosta e avvolge non solo oggetti, case, città ma anche gli animi umani,  quasi a voler nascondere e rendere inaccessibili ricordi, fatti o intere parti della propria esistenza.
Apprezzabile inoltre lo stile schietto dei dialoghi che spoglia i protagonisti dei loro ruoli e li rende semplicemente umani.
In definitiva lettura piacevole.
Consigliata

Francesca Del Giudice

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Sicuramente potrebbe essere inserito tra le fila dei “cold case”, vecchi omicidi che vengono ripresi e risolti grazie alle nuove tecnologie ma non è così, l’ambiente è più o meno lo stesso di cinquanta anni prima, le tecniche investigative anche. La differenza la fanno il delegato di polizia Ezechiele e il suo sottoposto Tranquillo,un bel team che fa “squadra” come direbbero oggi.
La storia parte da un furto nel castello del Barone Pavel von Derwies e dalla morte prima di Vera, figlia amatissima del Barone, e del successivo suicidio del padre disperato. Su questi avvenimenti la pietà, o l’opportunità, avevano fatto, all’epoca,  scendere una cappa di silenzio.
Cinquanta anni dopo una vecchietta, che aveva lavorato nelle cucine del castello, in fin di vita , confessa al suo figlioccio, ora delegato di polizia, che c’è stato qualcosa di poco chiaro nella morte di Vera; gli lascia come indizio un cucchiaino di argento vermeil da lei trovato in una grotta nelle vicinanze della villa nei giorni confusi del furto e delle due morti.
La storia, che ha una lenta e difficoltosa partenza, si arricchisce di piccoli pezzi di verità. Si scopre l’esistenza di una ulteriore vittima, ritrovata impiccata nelle vicinanze della villa all’epoca del furto, e di un incidente d’auto mortale avvenuto invece all’atto della seconda inchiesta, che potrebbe invece  trattarsi di omicidio.
La trama si fa sempre più serrata; i nostri due eroi fanno progressi ma la perfida superiorità dell’Avvocato Longhi sembra sempre in grado di distruggere le accuse dei nostri eroi verso gli imputati.
Un brillante strattagemma   permetterà ad Ezechiele di dimostrare la colpevolezza dei tre assassini.
Il ritmo del romanzo si adegua alla vita del lago, pigra e sonnacchiosa. Scritto bene, di piacevole lettura e, tutto sommato, spiritoso e simpatico. Leggerò anche i libri precedenti.

Vincenzo Parma

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Un giallo classico ambientato in epoca passata, pacato. Un’indagine che nasce da una promessa fatta ad una persona cara sul letto di morte.
Pur avendo preferito altri generi me ne distacco con rammarico.

Elisa Ticconi