< La signora delle Fiandre di  Giulia Alberico (Piemme)

Qui di seguito le recensioni di LaSignoraDelleFiandre raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Benché molto ben scritto non riesce a suscitare particolare interesse. Talvolta cade nello scontato ricalcando stereotipi privi di reale profondità

Marco Biffoni

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“La signora delle Fiandre” è, dal punto di vista storico, fortemente ricercato e puntuale, presentando anche nei dettagli insignificanti una conoscenza approfondita degli argomenti trattati. Questo romanzo suscita curiosità e affetto nei confronti della protagonista, l’alternarsi dei tempi verbali dal presente al passato crea la sensazione di essere con lei, che ci racconta a quattr’occhi la sua storia davanti ad una tazza di the.
La storia narrata è di per sé ben articolata e molto interessante ma ho personalmente avuto qualche difficoltà con lo stile di narrazione; l’inserimento di dettagli e nomi insignificanti, soprattutto nelle prime pagine, trova sì un grande interesse storico ma rende poco memorabile i fattori chiave della narrazione, in quanto sembrano perdersi all’interno di tutte le informazioni gettate al lettore di cui non abbiamo nessun uso successivamente, rendendo difficile quindi discernere e trattenere le informazioni più importanti a livello narrativo.

Francesca Piano

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Grandi lettori
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È la narrazione (in prima persona: scelta che si rivela felice perché attribuisce freschezza e spontaneità al testo) della vita di Margherita d’Austria, figlia naturale di Carlo V; personaggio assolutamente straordinario nel ‘500 europeo.
L’autrice ci trasporta in un mondo fatto di donne poliglotte, come la stessa coltissima Margherita; è una ragazzina quando si trova catapultata, nel giro di pochi anni, in ambienti come dapprima la Corte rinascimentale della Firenze medicea, e quindi, dopo un soggiorno romano (in una dimora che da lei prenderà il nome di palazzo Madama) nel “suo” ducato di Parma; incrocia papi, sovrani, aristocratici altezzosi e sovente incapaci. Insieme a costoro fanno da contorno alla sua vita una serie di altri personaggi, assolutamente singolari, come Francesco De Marchi, palombaro ante litteram e scalatore. Ma basterebbe il rapporto con Ignazio da Loyola, e con Egmont  (durante il lungo soggiorno come governatrice delle Province Unite), per rendere ancora più incredibile la vita di questa Madama, donna  non comune, ma che nel suo interrogarsi,  quasi al termine dei suoi giorni, ci appare spoglia di ogni artifizio della regalità e del potere,  ed invece assolutamente moderna,  sincera, perfino vicina a noi.
 Insomma un libro che chiunque ami la Storia non può che apprezzare, anche e soprattutto perché è scritto con spontaneità, senza eccessivo sfoggio di erudizione, con uno stile piano, misurato, elegante.

Silvio Lampus

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Madama Margherita, figlia illegittima di Carlo V, si ritira ad Ortona a trascorrere gli ultimi anni della sua vita. Inizia così una tormentata rivisitazione della sua esistenza. Amante del bello, ha vissuto una vita piena di soddisfazioni frequentando le corti più famose del Rinascimento incontrando personaggi illustri e di libero pensiero. Ma ha sempre obbedito al volere del padre e poi del fratellastro. Mai un “NO”. Mi chiedo: ha vissuto a pieno la sua vita? O ha pagato con la solitudine la sua sottomissione? Bel romanzo per porsi delle domande sull’auto determinazione femminile.



Candeloro Vadalà

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Struttura narrativa molto efficace per la resa degli eventi.
 Siamo abituati a libri, soprattutto gialli (anche gialli storici),  che spesso ci tolgono il fiato per la tumultuosa narrazione e per la spettacolarita’ della trama, questo libro ha, invece, ritmo narrativo di largo e misurato  respiro .  La narrazione in prima persona, asciutta e piana,  intreccia  la vita di  Margherita  con quella parte della stessa in cui  sembra quasi raccontare bisbigliando, specularmente, il  presente dei suoi ultimi giorni, in un secolo (il ‘500) denso di figure potenti e di vicende storicamente decisive per i secoli successivi.     Margherita , è un personaggio femminile di primo piano in quel secolo, come lo sono state, per altri versi, Giulia Farnese o  Lucrezia Borgia, secolo dominato senza ombra di dubbio da figure maschili.
La Alberico ci restituisce, con Margherita d’Austria,  una immagine di donna consapevole del proprio ruolo e dei propri doveri dettati dalle ragion di Stato,  eppure  aperta, saggia, razionale  e profondamente  sensibile, che governa  opera e vive in una logica  diversa rispetto  alla dominante cultura del comando e del governo tipiche dei regnanti e dei potenti  di quell’epoca;  una figura illuminata e aperta, capace di apprezzare la propria vita e il proprio tempo, sebbene nella lucida consapevolezza  della discriminante inferiorità della  condizione femminile, e della sua in particolare in quanto figlia naturale dell’ imperatore d’Austria.
Molto intensa la parte finale del libro, in cui l’autrice distilla sapientemente in un clima narrativo mite, il crepuscolo degli ultimi giorni di  Margherita .
 Forse sarebbe stato interessante avere un albero genealogico con una nota sugli eventi di quel secolo.

Leonardo Pinzi