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Benché molto ben scritto non riesce a suscitare particolare interesse. Talvolta cade nello scontato ricalcando stereotipi privi di reale profondità
Marco Biffoni
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“La signora delle Fiandre” è, dal punto di vista storico, fortemente ricercato e puntuale, presentando anche nei dettagli insignificanti una conoscenza approfondita degli argomenti trattati. Questo romanzo suscita curiosità e affetto nei confronti della protagonista, l’alternarsi dei tempi verbali dal presente al passato crea la sensazione di essere con lei, che ci racconta a quattr’occhi la sua storia davanti ad una tazza di the.
La storia narrata è di per sé ben articolata e molto interessante ma ho personalmente avuto qualche difficoltà con lo stile di narrazione; l’inserimento di dettagli e nomi insignificanti, soprattutto nelle prime pagine, trova sì un grande interesse storico ma rende poco memorabile i fattori chiave della narrazione, in quanto sembrano perdersi all’interno di tutte le informazioni gettate al lettore di cui non abbiamo nessun uso successivamente, rendendo difficile quindi discernere e trattenere le informazioni più importanti a livello narrativo.
Francesca Piano
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Silvio Lampus
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Madama Margherita, figlia illegittima di Carlo V, si ritira ad Ortona a trascorrere gli ultimi anni della sua vita. Inizia così una tormentata rivisitazione della sua esistenza. Amante del bello, ha vissuto una vita piena di soddisfazioni frequentando le corti più famose del Rinascimento incontrando personaggi illustri e di libero pensiero. Ma ha sempre obbedito al volere del padre e poi del fratellastro. Mai un “NO”. Mi chiedo: ha vissuto a pieno la sua vita? O ha pagato con la solitudine la sua sottomissione? Bel romanzo per porsi delle domande sull’auto determinazione femminile.
Candeloro Vadalà
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Struttura narrativa molto efficace per la resa degli eventi.
Siamo
abituati a libri, soprattutto gialli (anche gialli storici), che spesso
ci tolgono il fiato per la tumultuosa narrazione e per la
spettacolarita’ della trama, questo libro ha, invece, ritmo narrativo di
largo e misurato respiro . La narrazione in prima persona, asciutta e
piana, intreccia la vita di Margherita con quella parte della
stessa in cui sembra quasi raccontare bisbigliando, specularmente, il
presente dei suoi ultimi giorni, in un secolo (il ‘500) denso di figure
potenti e di vicende storicamente decisive per i secoli successivi.
Margherita , è un personaggio femminile di primo piano in quel secolo,
come lo sono state, per altri versi, Giulia Farnese o Lucrezia Borgia,
secolo dominato senza ombra di dubbio da figure maschili.
La Alberico
ci restituisce, con Margherita d’Austria, una immagine di donna
consapevole del proprio ruolo e dei propri doveri dettati dalle ragion
di Stato, eppure aperta, saggia, razionale e profondamente
sensibile, che governa opera e vive in una logica diversa rispetto
alla dominante cultura del comando e del governo tipiche dei regnanti e
dei potenti di quell’epoca; una figura illuminata e aperta, capace di
apprezzare la propria vita e il proprio tempo, sebbene nella lucida
consapevolezza della discriminante inferiorità della condizione
femminile, e della sua in particolare in quanto figlia naturale dell’
imperatore d’Austria.
Molto intensa la parte finale del libro, in cui
l’autrice distilla sapientemente in un clima narrativo mite, il
crepuscolo degli ultimi giorni di Margherita .
Forse sarebbe stato interessante avere un albero genealogico con una nota sugli eventi di quel secolo.
Leonardo Pinzi