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Una scrittura scorrevole con capitoli brevi e molta attenzione alle parole scelte : rievocano forte musicalità ed hanno un grande impatto emotivo. Un racconto dolce e allo stesso tempo doloroso. Mi ha ricordato la vita dei miei nonni e delle mie zie nelle campagne della zona cremasca. Molto belle le descrizioni degli stili di vita, delle musiche, dei cibi. Mi è piaciuto molto e mi è dispiaciuto quando l’ho terminato.
Adriana Moretti
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Non mi ha procurato nè emozioni nè interessanti riflessioni, mi sembra una versione abbellita della serie Harmony
Giovanna Ferrari
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Ho trascorso i due anni più belli della mia vita proprio a Venezia, perciò non escludo che questo aspetto e la conseguente nostalgia possano giocare un ruolo notevole nel mio giudizio.
Ho comunque trovato piacevole la possibilità di guardare al microscopio la famiglia Crovato. In particolare ho apprezzato la scelta iniziale dell’autrice di "schedare" ciascun personaggio. Sembrava di entrare nel suo "laboratorio".
Marika Francesca Vecchione
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Mi ha emozionato e coinvolto. Mi è piaciuta la narrazione e la lettura è stata scorrevole. Mi ha lasciato con il desiderio di leggere il continuo della storia.
Davide Frulla
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Si legge tutto d’un fiato. Interessante la presentazione iniziale dei personaggi
Maria Grazia D’Alessandro
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Semplicemente toccante.
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La signora Crovato
Se il libro non avesse già un titolo, potrebbe intitolarsi “Resilienza!”.
Si, resilienza! E’ la forza di assorbire gli urti senza rompersi, di resistere alle mareggiate della vita, di quelle che si abbattono come tsunami addosso ad una persona, disintegrandola.
E’ questo che fa la figlia di Raoul e Marcella, dentro questo libro che scorre avvincente come un fiume tra le rapide: resistere.
Anche se non sembra, c’è una buona stella che la segue e le indica la strada.
Chiamatela pure Provvidenza, ma questa bambina che cresce e si rafforza è un simbolo.
E un simbolo che cresce e si fa forza e può diventare un esempio per tutti.
E’ netto nel testo il contrasto tra una bambina (che si scopre) forte, che accetta il proprio destino – che cosa potrebbe fare altrimenti? – e gli adulti che la circondano, più deboli – o sfigati - degli eventi che si parano davanti a loro ed ai quali non sanno reagire, o reagiscono nel modo sbagliato.
Sono proprio questi adulti, quelli più vicino a lei - la sua Famiglia - che la indirizzano verso un Fato che rappresenta lo scivolamento dentro la notte più nera e buia, invece che essere per lei l’àncora cui aggrapparsi per liberarsi dalla inesorabilità degli eventi, mettendola al riparo da un futuro crudele al quale nessun bambino dovrebbe mai essere destinato, ma di fronte al quale dovrà per forza reagire e resistere, se vuole vivere.
Beniamino Nargi
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Anna Ferranti