< La struttura del giallo e del nero di  Diego Ponzin (Mimesis)

Qui di seguito le recensioni di LaStrutturaDelGialloEDelNero raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Alcuni giovani islamici aspiranti terroristi vengono indottrinati per un anno in un campo iracheno dell’ISIS. Gl’insegnano pure l’italiano, perché dovranno venire in Italia per farsi esplodere insieme al Papa Bergoglio e al massimo numero possibile di “infedeli”.
Ma il capo dei terroristi Hossein, giunto in Italia attraverso mille peripezie e avventure anche amorose (il libro conta ben 390 pp.), riconsidera la sua fede islamica e cambia idea sull’Occidente (si sa, qui da noi le città, le donne, il clima, i panorami, il cibo, il vino, i vestiti… sono attrattive irresistibili).
Nel momento clou, allo stadio Flaminio pieno di giovani convocati dal Papa, quando i terroristi dovrebbero uscire tutti imbottiti di plastico militare C4 ad alto potenziale dal nascondiglio in cui si sono rintanati sotto le tribune, Hossein inventa una scusa per uscire da solo («Devo fare un controllo. Se non mi vedete entro mezzora uscite, arrivate alle postazioni e mandate gli infedeli all’inferno! Ci rivedremo nel paradiso di Allah») e si consegna ai due dei Servizi Segreti che gli davano da tempo la caccia: l’ispettore Bernardi e il suo "consulente" Mariotti. Questi ultimi entrano nel nascondiglio dei terroristi cercando di neutralizzarli, ma questi si fanno esplodere tutti immediatamente, coinvolgendo gli eroici investigatori nel “martirio”. Nessun altro resta ferito.
Il (brutto) titolo del libro – che è troppo lungo, con troppi personaggi, troppi dettagli non necessari, soprattutto troppe “fortunate coincidenze” - viene spiegato in modo confuso solo a p. 289, quando “Caino”, il superiore di Bernardi nei Servizi Segreti, malato di cancro terminale, dice a Mariotti che «lei di Bernardi ha visto solo il tutto è bene quel che finisce bene, ma le manca il lato oscuro, quello che non vede nessuno – sogghignò – anzi, qualcuno l’ha visto, ma non lo può raccontare. Il nero, Mariotti, il nero! Bernardi trasmette ottimismo, leggerezza, ti fa volare verso la luce, oppure ti fa precipitare nell’oscurità, a cavallo di un demonio. Luce e oscurità, giallo e nero, come le vite delle persone, no? Quelle a lieto fine, e quelle in cui tutto va a ramengo, diceva mia nonna». Il fatto è che Mariotti è un ex-ladro gentiluomo con frequentazioni camorriste e malavitose e la spia Bernardi, che conosce perfettamente i suoi trascorsi, lo utilizza per operazioni al limite dell’illegalità…

Paolo Bettini

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A mio parere si tratta di un libro molto ben scritto che cattura l’attenzione del lettore sin da subito. L’intreccio delle storie tra i personaggi è fluido e coerente grazie ad un linguaggio scorrevole.
Mi sono sicuramente sentita "a casa" nel leggerlo poichè parte della storia è ambientata nella mia città, Napoli, in luoghi ben conosciuti.
Ho apprezzato che pur avendo un lieto fine, la narrazione fa i conti con determinate realtà e pericoli che talvolta possono avere conseguenze nefaste.
D’altronde l’autore descrive con dovizia di particolari tutti i personaggi e definisce i contorni dei veri "cattivi" della storia, distinguendoli, invece da coloro che spesso vengono definiti "cattivi", ma al contrario sono solo vittime di pregiudizi e agiscono in base ad altri pregiudizi.

Anna Politelli

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Un’opera che ha in sé un certo gusto per la trattazione di stampo giornalistico con fugaci strappi nel velo della rigida narrazione e descrizione di fatti e avvenimenti: il distacco dell’osservatore imparziale si scioglie in altre parti in un dialogo a cuore aperto che per discordanza lascia il lettore sorpreso (piacevolmente). La storia narrata è di grande attualità e aiuta, se non a capire, quanto meno a conoscere parte di una complessa verità che lascia i confini del romanzo per sbarcare nel mondo reale.

Elio Mignogna

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Questo libro mi è piaciuto molto. La lettura è scorrevole, i personaggi ben caratterizzati e la storia molto intrigante.
Ogni sezione ha un’ambientazione diversa e per questo viene mantenuta sempre viva l’attenzione del lettore.
I temi sono attuali (purtroppo) il che rende la storia molto reale e coinvolgente.
Avevo basse aspettative: dalla trama non ero sicura che la storia mi sarebbe piaciuta, pensavo si sarebbe rivelata
troppo a sfondo politico e religioso. Invece mantiene "l’essenza" di un giallo vero proprio con elementi che non lo rendono per niente banale.
Ho apprezzato molto anche la suddivisione dei capitoli a seconda del personaggio, che permettono di entrare nella testa dei vari protagonisti
e comprenderli, amarli e/o odiarli.
In generale ho divorato il libro in pochi giorni, curiosa di sapere come andasse a finire!

Stefania Tomacelli

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È un romanzo molto accattivante. È davvero molto credibile la storia ed è semplice fraternizzare con Tobia, nonostante potremmo tranquillamente definirlo un antieroe. Forse è proprio per quello che ci piace. Si nota lo studio e la ricerca dietro le quinte del libro ed è affascinante, seppur "troppo occidentale" il punto di vista degli immigrati clandestini e del mondo arabo.

Chiara Angioletti

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Non mi ha coinvolto ed è stato per me difficile leggerlo, non l’ho trovato scorrevole e mi è parso in alcuni momenti un reportage di fatti.

Fulvia Cecchetto

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Ho molto apprezzato la costruzione della trama, che permette una lettura facile e scorrevole.
Ho trovato molto convincente la descrizione e la caratterizzazione dei numerosi personaggi che animano questo romanzo.

A.L.

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Strano giallo è questo, dall’inizio si sa come andrà a finire, chi ucciderà, come lo farà, quale sarà il movente, chi si pentirà, chi sarà spietato, chi si immolerà per la salvezza di tanti e chi no. Tutti i personaggi sono buoni o cattivi, anche il personaggio che tiene le fila del racconto, che dovrebbe essere cattivo, si capisce subito che è una brava persona, intelligente e condotta dal dubbio a fare la scelta giusta. La struttura del giallo non è esattamente questa, almeno non ce l’aspettiamo così. L’autore utilizza sicuramente un metodo diverso nell’intessere questa storia. Spesso risultano forzate delle descrizioni inserite con intenti didascalici, è come se il libro fosse spezzato. Le situazioni più importanti, invece, sono liquidate in poche righe, ad esempio le esecuzioni dei due anziani e della moglie di Francesco, o la morte dei due protagonisti.

Teresa Coscarella