< La traccia dell’acqua di  Salvatore Errante Parrino (Gasparri)

Qui di seguito le recensioni di LaTracciaDellAcqua raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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La storia appassiona e si intreccia tra presente e un lontano passato, che inspiegabilmente, porta alla nascita di un amore.
Infatti, è possibile che la storia di due innamorati vissuti nel ’500 possa portare a far innamorare un ricco cinquantenne con una bella ragazza di provincia?
A questa domanda non voglio rispondere così da non lasciare alcuno spoiler ai futuri lettori del libro.
L’autore ci porta proprio dentro la storia utilizzando un filo conduttore che è il mistero intrecciato ad un amore e utilizzando uno stile molto semplice ed assolutamente scorrevole.
Per chi è abituato a non scollarsi dal testo si legge in pochissimo tempo perché riesce a catapultarti in una storia di cui vuoi subito conoscere il finale.
Per questo lo consiglio a chiunque senza distinzioni di età.
Davvero un bel libro.

Martina Bruno

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Grazie ad un lungo lavoro in un cantiere di qualche tempo fa, ho avuto modo di conoscere da vicino il mondo del restauro e parlando infinite volte con i tecnici specializzati che erano dedicati a questa attività mi si è aperto un mondo di conoscenze. Ho scoperto che il restauro è soprattutto “ascolto” e “rispetto”, perché il fine del restauratore non è cancellare le tracce del tempo, ma valorizzarle, perché l’opera deve poter raccontare sempre tutta la sua storia. Un po’ come fanno le nostre cicatrici, esteriori ed interiori. Questo libro mi ha riportato alla memoria quei lunghi dialoghi con il restauratore, tutte le mie domande e tutti i suoi racconti. La storia di questo libro ci racconta un restauro che è rivelatore di coincidenze, di affinità che coinvolgono in prima persona i protagonisti, in un amore moderno, influenzato da antiche ombre passate. Lo stile è ricco di descrizioni, di particolari, di dettagli. A volte anche specialistici, da architetto. C’è molta italianità, nell’ambientazione, nell’arte, nei richiami storici. La prosa è attenta e curata, forse fin troppo, perché a volte distoglie un po’ l’attenzione dal canovaccio principale; senz’altro lo stile è molto garbato e ricco. Non è un libro che scuote, ma senz’altro arricchisce.

Marika Pelizzari

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Un libro leggero e scorrevole, che porta a sognare con la fantasia per poi riportarci con i piedi per terra.

Genny Sandretto

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Linguaggio scorrevole ed evocativo, che contribuisce a creare un’atmosfera misteriosa e rarefatta, adatta alla trama. Convincente la caratterizzazione dei personaggi.

MEDN

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Albert Danner, dopo avere festeggiato i cinquant’anni del dottor Renato Monelli insieme a una decina di persone a Treppo Carnico si appresta a rientrare a Lignano. È notte e lascia al navigatore la responsabilità di scegliere il percorso fino al momento in cui la strada diventa uno sterrato pieno di buche vicino a un bosco e costeggiato da un fosso. Ferma l’auto.
Non si fida, vuole tornare indietro e prendere un’altra strada. Albert Danner vive a Monaco, ma ama il Friuli, sta per comperare una casa a Cesarolo, quando la luce dei fari illumina un cartello con la scritta vendesi. Davanti a lui si staglia la sagoma tozza di un edificio, una grande casa abbandonata, una massa scura, possente, severa, priva di ogni gradevolezza.
Avvertiva in quella casa la presenza di una storia taciuta, di una vita spenta, ma in qualche modo ancora in attesa.
Il protagonista è ricettivo, si lascia guidare dall’istinto, s’immerge nell’irrazionale vivendolo pienamente. Le esperienze del passato sono il risultato di scelte subite senza entusiasmo e senza troppa convinzione fino a quella sera, fino a quella casa.
Catturato dall’emozione, attirato da questa energia psichica Albert Danner modifica i suoi piani. Voleva acquistare una casa e ne ha trovata un’altra: una che ha in sé una storia irrisolta, una presenza che chiede di essere ascoltata, un passato che torna a bussare ancora e ancora e ancora perché ognuno ha diritto alla verità vivo o morto che sia.
Scelgo questo romanzo, amo chi riesce a credere ciecamente al proprio istinto, a vivere sapendo che solo dentro di sé c’è l’unica strada possibile.

Lucia Gandolfi

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Ci sono molte cose in questo libro, c’è un po’ di rosa, un po’ di giallo, un po’ di storia, un po’ di arte. C’è una casa sulle rive di un fiume, un territorio bello e potente, un mistero e una storia assolutamente non banale, scritta molto bene.
Finale non scontato, che aggiunge sale al libro.

Luisa Musto

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A proposito di incipit, qui bisogna registrarne uno interessante: un biglietto d’auguri. E poi una decina di firme. Il regalo in questione è un quadro, un ritratto per la precisione. Primo dato: c’entra l’arte. Secondo dato: il Friuli, terra da riscoprire. Non è il Veneto, non è il Trentino. È montagna, campagna e mare. Sono gli ingredienti della storia di Albert Danner, tedesco di Monaco, legato all’Italia e innamorato di queste terre. La vita di Albert Danner fino a questo momento è brevemente ma puntualmente risolta nel primo capitolo poi siamo subito nel presente: Danner è in Italia e vuole acquistare casa in Friuli, quel luogo dei suoi ricordi, delle sue estati giovanili. La casa che finirà per comprare è proprio il fulcro del romanzo: un antico casolare che deciderà di ristrutturare e che cambierà la sua vita. Forse ispirato a una (quella dell’autore) storia vera, "La traccia dell’acqua" racconta di una scoperta, artistica, geografica, culturale. Una bella storia che lascia aperte molte strade, delle quali la più interessante è quella che ci può portare a visitare le terre in cui è ambientata, con Venezia sullo sfondo.

Flavia Fiocchi