< La trappola delle emozioni di  Roberta Pelachin Giorello (Mimesis)

Qui di seguito le recensioni di LaTrappolaDelleEmozioni raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Sono molto interessanti le descrizioni, minuziose e approfondite, che restituiscono un’immagine chiara ed esauriente. La storia è interessante, anche se in alcuni punti, vista l’importante componente descrittiva è necessario soffermarsi per un po’ più di tempo. In generale è un buon libro, con una storia che ti cattura con il passare del tempo.. o delle pagine.

Marco Moretti

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Non mi piace la distonia quando serve solo a provocare, a provare a stupire, a farti sentire inadeguato. Questo romanzo è difficile da seguire. La scrittura sembra affettata. Finta. Alla ricerca della sequenza delle parole. Quasi ha cercare forzatamente la poeticità. Forse questo lavoro ha bisogno del tempo che questo torneo letterario non offre. Ma questa potrebbe solo essere una scusa.

Michele Mercuri, USA

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Ricco di avvenimenti, trascorsi storici, emotivi passati, presenti e futuri. Molto particolare struttura, coinvolgente, a tratti necessità di una breve pausa per approfondire, riflettere. Impegnativo e istruttivo.

Angela Sarro

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Un librone che non concede nulla al lettore. Uno stile ricercato e spesso aulico, una struttura contorta con continui salti di tempo e punti di vista, un affastellamento di citazioni poetiche e letterarie. Per chi riesce a superare l’impatto iniziale e la difficoltà a entrare nella storia, si rivela essere un discreto drammone distopico e neanche troppo fantascientifico in cui l’umanità futura farà i conti con un “Grande Fratello” che usa i sopravvissuti al disastro atomico come “cavie” per manipolarne le emozioni e le sensazioni. L’autrice usa una scrittura originale e spesso poetica, ma il libro è appesantito da continue digressioni etico - filosofiche, e da una inutile quantità di termini medici e neurofisiologici che appesantiscono inutilmente la lettura.
Difficile paragonare tra loro due libri così drasticamente differenti tra loro come argomento, scrittura e anche lunghezza (uno è il triplo dell’altro!). Comunque, tra un libretto facile ma banale e un librone ostico ma originale, la scelta non può che ricadere sul secondo, ovvero LA TRAPPOLA DELLE EMOZIONI.

Paola Catella

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Del romanzo è apprezzabile l’argomento, incentrato sulla psicologia, molto particolare. Il flusso della narrazione, però, non è reso agevole dalla scelta di tenere sempre uno stile secco e asciutto, fatto di tanti periodi molto brevi che in molti casi elidono il verbo o altre parti del discorso. Ad esempio "Accomodante, ma decisa. Pigra, ma insistente" oppure "Lo sognavo, lo sentivo, lo disegnavo. Rincorreva tutte le notti. Spiavo tra le persiane. Freddo."

Raffaele Carafa