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premetto che non sono lettrice di saggi e che questo fosse il mio primo approccio alla narrazione politica, ma ho trovato più semplice entrare nella narrazione, nella descrizione delle personalità dei personaggi
Silvia Vavassori
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Libro godibilissimo, si tratta di un saggio che si sviluppa come un romanzo.
Massimo Zamboni sceglie Cavriago, piccolo comune della bassa reggiana, per raccontare la nascita del partito comunista, il fascismo e la guerra fredda.
In questo saggio anche Zamboni entra nel racconto e coglie l’occasione per raccontare l’Italia di metà degli anni ’70.
Francesca Salvarezza
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Ottimo racconto/romanzo su un periodo storico che non può e non deve essere dimenticato, valori da trasmettere tassativamente alle generazioni che arriveranno, non dimenticare per non ripetere
Simone Tranquilli
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Massimo Zamboni racconta cento anni di storia da quell’ osservatorio molto particolare che è Cavriago, un paese dell’Emilia Romagna da sempre a vocazione socialista. I grandi eventi della Storia: dalla rivoluzione russa all’ avvento del fascismo, dalle lotte partigiane fino al primo dopoguerra, dal terrorismo fino alla caduta del muro di Berlino e dei regimi dell’est europeo, si snodano attraverso le vicende di alcuni cittadini di Cavriago e dello stesso autore dagli anni sessanta in poi.
Un racconto vibrante a volte intriso di nostalgia (proprio quella parola che non ha una precisa traduzione nel dialetto locale). Come non rimpiangere momenti di aggregazione, solidarietà, volontariato ma anche di onestà e fede incondizionata in un mondo migliore, che hanno caratterizzato a più riprese non solo la vita di Cavriago ma quella di tutti coloro che hanno vissuto la propria giovinezza a cavallo degli anni sessanta e settanta e che hanno ascoltato i racconti dei genitori e dei nonni .
Nel libro vi è anche il disincanto e la frustrazione, del resto la storia insegna che ogni movimento che poi diventa istituzione sia politica che religiosa tende ad irrigidirsi perdendo spontaneità e naturalezza in favore di regole e dogmi. Apprendiamo che i nostri giorni non sono epici come quelli raccontati dall’autore..., tuttavia a fine lettura permane una sensazione di speranza, per poi accorgersi che già era racchiusa nel titolo.
Antonio Schiavon
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Narrazione disincantata, ironica e sempre amorevole di un periodo mitico in cui le utopie e gli ideali erano il fuoco della società. Periodo in cui il futuro appariva migliore del futuro che ci aspetta ora e in cui la speranza di un mondo nuovo era un desiderio.
Vera Vinci
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Una storia incredibile di una terra dove la fedeltà al Partito era sacra e il vento dalla Russia soffiava forte, anzi fortissimo. Massimo Zamboni ci racconta della grande utopia del Novecento quando ancora essere comunisti voleva dire unire tutti le forze e costruire qualcosa insieme: il proprio cinema, la propria balera, la propria banca..un racconto di quando ancora si poteva credere in un mondo di uguaglianza, dove sentirsi cittadini del mondo. Un racconto corale,l’Emilia e la cittadina di Cavriago, e le peripezie dei suoi abitanti.
Francesca Cossu
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Il Signore del Bosco, pur non avendone completato la lettura, sono riuscita ad apprezzarlo per quello che è: una semplice autobiografia. Ciò che più piace è il raccontarsi di un’artista a tutto tondo.
Carmela M.
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Un pezzo di Storia da conoscere
Gemma Bontempelli
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Zamboni è una certezza nella musica italiana e il suo essere schierato è senz’altro risaputo, ho trovato molto interessante l’oggetto del volume e cioè Cavriago, paesino della pianura padana già narrato dagli offlaga disco pax in toponomastica, perché ben essendoci stata molte cose non le sapevo. Ben scritto e ben strutturato, direi quasi avvincente in alcune parti, con dei protagonisti a cui vuoi già bene.
Laura Pianca