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Lucia Azzolina - La vita insegna
Un’autobiografia è il racconto di un certo numero di fatti che hanno talmente inciso nella vita dell’autore da obbligarlo a fare ordine nella propria memoria e a mettere sulla carta la narrazione di quegli avvenimenti. Quindi poi a diffonderli. Chi li legge confronta inevitabilmente la propria vita con quella narrata. E naturalmente diversi sono i sentimenti che la lettura genera: dalla ammirazione per S.Agostino, alla pietà per Anna Frank, dall’invidia per J. Kerouac, alla incredulità per Giacomo Casanova, alla ammirazione per Vittorio Alfieri. E più il racconto è intrigante più è apprezzato. Perchè narra fatti realmente accaduti e non inventati, come in ogni altro romanzo.
Questa premessa per giustificare la mia delusione per “La vita insegna” di Lucia Azzolina. Già il titolo genera perplessità: è un’espressione banale, nota a tutti e la cui verità è abbondantemente verificata. Quanto poi ai fatti narrati, per quanto intelligentemente esposti in racconti-capitolo, non rivelano nulla di diverso, nella loro essenza, di quanto capita a quanti svolgono un lavoro o una professione che li mette in contatto - e spesso in contrasto - con quanti hanno intorno ed agiscono pro o contro le loro decisioni.
Non voglio lasciarmi andare a facili riferimenti politici: è evidente e perfino ovvio che chi si presta ad offrire le proprie capacità in questo ambito, va necessariamente incontro - o scontro - con chi sta dalla parte opposta della barricata. Figuriamoci un ministro! E’ il gioco ambiguo e spesso crudele e/o inutile della politica. E non ha molto senso chiedersi se le decisioni prese e realizzate siano o si dimostrino veramente utili, necessarie o improrogabili. Il tempo passa veloce, mutano le situazioni e le necessità. E ciò che era indispensabile ieri, domani sarà superato.
Per il resto questa opera può vantarsi di una scrittura agile, ben composta e precisa. Non ho trovato espressioni ambigue o incomprensibili. Certo il tema (la scuola) è assai impegnativo e offre inimmaginabili difficoltà a chi è esterno ad esso. Quindi posso capire lo stato d’animo dell’autrice, che pare abbia fatto della scuola il motivo della sua esistenza.
Ma per quanto rilevato, non ritengo questo solo motivo valido per assegnare il primo posto nella sfida di “Robinson”
Roberto Colombo
Roberto Colombo
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Trovo in alcune parti un eccesso di retorica, non risulta pienamente credibile, manca di lucidità, di volontà di mettere a nudo anche gli errori, non personali ma del contesto in cui si è consumata la vicenda dell’autore
Cristiana Caserta
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Una biografia sicuramente interessante per chi vive nel mondo dell’ istruzione scolastica, ma non mi sono sentito coinvolto, nonostante la mia passata attività di insegnante.
Maurizio Bertolini