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Testo scorrevole, di facile lettura i cui capitoli iniziali hanno un taglio autobiografico, infarcito di racconti relativi agli anni giovanili: la famiglia, il bar, gli amici, la scuola. Questo il punto di partenza verso scelte di vita e percorsi che portano il giornalista verso orizzonti molto più’ ampi ed assunzione di responsabilità’ in varie direzioni. Storia di una crescita personale determinata da un lato da grande forza di volontà’ e dall’altra dalla buona sorte che gli ha fatto incontrare uomini che hanno creduto nelle sue possibilità’.
Giovanni Buzzi
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Del Debbio racconta momenti chiave della sua vita senza la pretesa dell’esemplarità. Ne viene fuori una lettura piacevole, soprattutto quando tratteggia la sua storia familiare nella Lucca del dopoguerra. Un bel passatempo quello di avvicinarsi alle vite degli altri, grandi o piccole che siano.
Andrea Facchini
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Per capire cosa ti ha insegnato la vita ad un certo punto devi fermarti e tornare alle origini. Fermi dei punti, riparti e forse ti è più chiaro del perchè delle tue scelte giuste o sbagliate che siano.
Racconto sincero
Gemma Bontempelli
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Opera che l’autore si sarebbe potuto risparmiare, essendosi risparmiato, nello stendere la storia della sua vita, in tutto tranne che in luoghi comuni e banalità. Famiglia povera ma perfetta, bar del paese che è una scuola di vita, vicini tutti ottime persone, Confalonieri che ne fa il suo più stretto collaboratore dopo un colloquio di meno di un’ora, Berlusconi che gli fa scivere il programma di Forza Italia dopo una chiacchierata, e via di questo passo. Non conoscevo se non molto supeficialmente Del Debbio (non lo mai seguito in TV) ma ora mi terrò ben lontano dai suoi programmi.
Silvio Lampus
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Non conoscevo l’autore non avendo mai seguito le sue trasmissioni e non condividendo le sue idee politiche, devo però ammettere che il suo racconto familiare è delicato ed emozionante. Traspare l’amore ed il forte legame dei suo membri e lui riesce a trasportarci in quel mondo semplice e genuino con delicatezza ed in punta di piedi.
Mirella
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Molto pretenzioso come del resto l’autore. Magari l’undicesima "cosa" poteva essere la modestia
danilo antolini
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Questa autobiografia a sfondo didattico con domanda finale dell’autore sul senso ultimo della vita, oscillante tra l’assurdo e il mistero, che unisce richiami a riflessioni teologiche, filosofiche, letterarie a massime del buon senso contadino e della provincia italiana avendo però sempre al centro il racconto della sua vita di cui descrive gli studi e i successi professionali fino ad oggi, è sicuramente degna di rispetto ma davvero scarsamente interessante.
BENIAMINA VIOLA
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Paolo Del Debbio passa in rassegna i principali elementi della sua vita ( dalla famiglia, alla scuola,dal seminario alla televisione) con un testo ben scritto e coinvolgente. Un libro breve che diviso in capitoli ( 11 nonostante il titolo faccia pensare a 10) che scorrono con piacere e ben trasferiscono nel lettore i sentimenti dell’autore. Mi è piaciuta di più la prima parte, più intima e affettuosa nel raccontare di Soldino, della famiglia, il bar e le figure che intorno vi ruotano piuttosto che la seconda che ,seppur interessante, con l’esperienza del seminario e quella della televisione , degli studi e dell’amore mi hanno trasmesso minore empatia.
Verushka Luciano
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Scelgo questo libro perché penso che 10 cose non sono tante. Il danno può essere contenuto. Le bugie sono ricorrenti come il gioco delle biglie. Si gioca e finisce lì.