< Le indiscrete. Storia di cinque donne che hanno cambiato l’immagine de di  Elisabetta Rasy (Mondadori)

Qui di seguito le recensioni di LeIndiscrete raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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La lettura risulta molto scorrevole, le quattro protagoniste vengono descritte sia nel loro percorso artistico che di vita. È interessante, a mio avviso, l’aver messo in risalto i sentimenti che agitano le loro esistenze.

Sonia Caiello

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Argomento per me nuovissimo.
Libro scritto molto bene che consente una lettura gradevolmente veloce, ma sempre avvincente.
Cinque biografie ben presentate, tra le quali la prima mi ha particolarmente affascinato.

Adriano Amerini

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Il libro della Rasy: Le indiscrete, dove le cinque donne protagoniste sono state tutte attratte dalla fotografia, di cui hanno fatto un mezzo espressivo per raccontare la vita intorno a loro è sicuramente quello che preferisco. L’autrice, con una scrittura molto densa e profonda, professionale, non da solo spazio al loro contributo artistico, ma in poche pagine scava in profondità nell’animo delle protagoniste alla ricerca di ciò che le ha spinte verso la fotografia contribuendo creativamente a migliorare la percezione di ciò che si nasconde nell’incessante confusione e frastuono della quotidiana fatica di vivere. Si tratta, anche qui, di donne eccezionali che inseguono la loro vita e, autonome sia dagli uomini che dai pregiudizi sociali, con tenacia e fatica si affermano attraverso il loro sguardo originale sulla realtà. L’intreccio tra la loro vita e la creatività artistica è ben rappresentato dalla Rasy nella vicenda della Modotti che, in una lettera al suo mentore, afferma il suo incessante bisogno di vivere intensamente a discapito dell’arte. In seguito, per uno strano meccanismo che ricorda l’operare dell’eterogenesi dei fini, le sarà riconosciuto il suo talento di artista. Semplice a dirsi, ma molto più difficile a farsi anche per donne molto determinate, se tre di loro si suicidano (Miller, Arbus, Woodman) e una di loro muore giovanissima (la Modotti a 46 anni). Si tratta di una bella, avvincente e interessante lettura anche per chi non sa nulla di fotografia. Le vite straordinarie di queste donne eccezionali bastano da sole ad innescare l’interesse di saperne di più su di loro. Se la Gellhorn del libro della Gruber, invece di scrivere, avesse fotografato poteva essere la sesta protagonista di questo libro a cui va la mia preferenza relativa.

Guglielmo Corna (pseudonimo di Geremia Capano.

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Cinque brevi racconti di donne rappresentate con passione e al tempo stesso leggerezza, senza tuttavia sollevarsi da una sensazione di medieta’

Giuseppe Ceglie

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Scritto molto bene, avvincente e ammaliante. Con una scrittura che scruta e scandaglia non solamente la biografia ma soprattutto i sentimenti delle donne raccontate ci regala il ritratto di vite fuori dal comune che hanno fatto la guerra a un mondo che le voleva diverse. Indiscrete le loro idee, indiscrete le loro vite e i loro pensieri che tramutati in parole riescono a fare riflettere e colpire l’anima con le loro verità. Un bel libro, consigliato a tutte ma soprattutto alle più giovani.

Alida Cassol

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Le indiscrete di Elisabetta Rasy rappresenta una sofisticata declinazione del concetto di immagine. Cinque figure di donne, appassionate di fotografia, sono al centro di altrettanti capitoli. Tuttavia non emerge la perizia tecnica delle protagoniste o il loro ruolo nella storia della fotografia ma l’immagine morale e umana, comunque non figurativa, che hanno trasmesso di sé, il loro slancio verso la libertà e la costruzione di sé stesse. Lo stile dell’autrice cattura l’attenzione di chi legge con immagini vivide, suggestive ed empatiche.

Silvia Vantaggiato

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“Le indiscrete” di Elisabetta Rasy si erge vittorioso nel confronto con il suo rivale, “Le italiane” di Aldo Cazzullo. Possono sembrare dei romanzi simili, ma mentre nel secondo ci si bea dei facili sentimentalismi per piacere alla folla, il primo descrive la vita di cinque donne attraverso il loro sguardo. Qui è la differenza principale nei due stili. Elisabetta Rasy fa parlare le protagoniste, i loro occhi sono anche i nostri e riusciamo a vedere, attraverso anche il loro obiettivo, il mondo che hanno dovuto affrontare per potersi affermare. Le foto che usano come mezzo di comunicazione riesce ad essere uno strumento ambivalente, dà sia l’immagine dell’esterno, riportando fedelmente la composizione della realtà, sia il mondo interiore delle artiste e il loro vissuto,grazie all’espressione artistica che incanalano nella fotografia. Sono delle biografie asciutte, ma piene d’amore, di quello che però non fa rumore, ma che riesce a riempire il libro dalla prima all’ultima pagina.

Xavier

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Testo sicuramente interessante, dal taglio divulgativo ma che non si sottrae dal guardare con occhio analitico la vita e le opere delle donne raccontate. Lodevole il taglio cronachistico con il quale le parabole evolutive vengono fatte rivivere sulla pagina. Da segnalare alcuni passaggi dalla forte intensità emotiva, nei quali emerge la tenacia di donne che, nelle difficoltà delle coordinate spaziotemporali nelle quali si muovono, non si sottraggono al bisogno imperativo di essere “occhio” dei propri tempi.

Dario Filardo

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Perché cinque donne scelte come simboli nella storia della fotografia? Un libro azzeccato quello di Elisabetta Rasy, perché parla di fotografia come vita: il significato dell’intera esistenza di donne uniche che hanno deciso di coltivare l’arte delle immagini come linguaggio e grammatica del loro vivere. Un libro che mi ha catturata. Non si tratta di semplici sbozzi biografici, ma di percorsi esistenziali descritti attraverso le immagini significative che esse hanno lasciato. La scrittura dell’autrice riesce davvero, per la scelta davvero sapiente degli aggettivi, ad evocare le foto di cui parla nei singoli capitoli dedicate alle fotografe e bene ha fatto anche a metterne pochissime per ognuna di loro, ad apertura e chiusura dei capitoli. Perché sa bene come "narrarle" nella loro vite.

Alessandra Teresa Traversa

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Argomento di cui non mi interesso, ma ho avuto un grande piacere a leggerlo perchè sono descritte molto bene la vita, le opere e i sentimenti delle fotografe protagoniste. Soprattutto le prime due. Purtroppo perde molto nelle ultime due storie che sicuramente erano altrettanto interessanti.
Lo stile di scrittura mi è piaciuto moltissimo perchè è scorrevole e veloce.

Lucia Stecca

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Le cinque biografie di fotografe notissime scorrono senza guizzi nella narrazione, ma cinque vite così eccezionali da sole rendono il libro godibile

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storie di donne con un destino comune: la fotografia e la capacità di cogliere e raccontare, le emozioni? l’attimo? donne che non si sono limitete a fermare le immagini : hanno colto il non detto, le storie..... a volte costruendole , le immagini, rivelando sensibilità, intuito, curiosità e talento. e questo è messo in luce dal libro , che si rivela interessante e ricco di particolari forse poco noti.

sandra mingardo

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Nel suo “Indiscrete” Elisabetta Rasy racconta in maniera precisa e accattivante la vita di cinque fotografe del ‘900, che hanno come denominatore comune “Il talento e la libertà”, come sottolinea la prefazione. L’autrice ci accompagna nel mondo di un’arte, la fotografia, nata da poco e in piena evoluzione. Proprio di questa evoluzione fanno parte Tina Modotti, Dorothea Lange, Lee Miller, Diane Arbus e Francesca Woodman, delle quali vengono narrati momenti intensi e e a tratti difficili.
Merito dell’autrice è anche quello di citare i nomi, spesso poco noti, degli artisti e delle artiste che hanno reso grande l’arte fotografica nei loro intrecci con le vite delle protagoniste e fornire così il quadro di un’epoca.

Tiziana Lain

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Anche i racconti delle vite di queste 5 donne sono molto interessanti (io avevo sentito parlare solo di Tina Modotti, mentre conoscevo Vivian Mayer). Ho però apprezzato maggiormente l’attualità delle situazioni raccontate nella "La guerra delle donne".

Roberto Giusti

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Con questo libro l’autrice ci racconta la vita di 5 donne vissute nel secolo scorso che hanno lottato, combattuto, ed imposto agli altri ciò che più desideravano: la fotografia.
Pur avendo vite diverse hanno tutte in comune la sofferenza, la tenacia e la voglia di libertà che consentirà loro di mettere al primo posto la passione per la fotografia.

Maurizio Rossi

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Non apprezzo spesso le biografie ma, in questo caso, sto stimoli che ho ricevuto da questa lettura vanno ben aldilà di semplici informazioni.
Una bella raccolta da proporre alle giovani donne, ma non solo.

Marta Lai