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Con le prime parole ho dato la mano a Massimo perché mi potesse accompagnare. Sono entrata in ogni racconto e mi sono messa in un angolo ad osservare. È bella questa scrittura pulita, veloce, evocativa come poche. Ogni storia mi sembra di averla realmente vissuta e, se così non è, l’ho presa e messa nei ricordi. Perché così deve essere. Bella scoperta.
M.C.
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Alcuni racconti sono molto piacevoli e scorrevoli, altri un po’ più prevedibili. Unica nota un po’ troppe parolacce
Sara Manuela Paolillo
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Le Stelle vicine
Drammatico, e forse per questo capace di suscitare molta empatia nel lettore.
Ho letto che qualcuno ha paragonato questi racconti a quelli di Carver, non esageriamo, sono buoni ma non come quelli del celebre autore americano. La forma avrebbe necessitato di un editing più accurato.
Flaminia P. Mancinelli
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Dodici racconti brevi in cui il titolo è sempre parte della narrazione. La scrittura è nitida, essenziale ma incisiva. I personaggi sono immersi nella vita reale e rimangono impressi, si avverte la miseria umana ci sono la malattia, la disperazione, il tradimento e c’è anche l’amore ma non il lieto fine.
Michela Magnaghi
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Una raccolta di 12 racconti, in cui i protagonisti, che narrano spesso in prima persona, guardano il mondo attraverso la loro prospettiva.
Personaggi legati dal territorio, vivono tutti nelle Marche, e accomunati dal fatto che si trovino tutti in un momento particolare della loro vita, che sia triste, doloroso, nostalgico o felice, stanno comunque vivendo un periodo che resterà impresso per sempre nella loro memoria.
Molto toccante L’ultimo saluto di Cattivik sulla demenza senile.
Laura @myreadingperson
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Racconti di ordinaria quotidianità scritti con un distacco emotivo che dà quasi fastidio, oserei dire senz’ anima.
Non lo consiglio
mammella raffaella
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Alessio Pistolesi
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Una serie di racconti scritti in tono colloquiale, cosa che mi fa rabbrividire. Tante vite diverse, tristi. Non si fa amare.
Claudia Bessi