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Una bella sorpresa. Seppur corposo, la lettura è stata estremamente piacevole, un ottimo viaggio alla scoperta di una cultura per me del tutto nuova. Il primo capitolo, che racconta la storia della popolazione romanì, è decisamente esaustivo e ricco di informazioni. Ho amato particolarmente i capitoli sulla popolazione, la civiltà, l’evoluzione della lingua (le tabelle di confronto tra una lingua e l’altra sono state davvero utili) e l’arte. La scrittura è fresca e scorrevole e si percepisce in ogni pagina un forte coinvolgimento da parte dell’autore. Mentre leggevo sentivo l’intenzione dello scrittore, il suo desiderio di avvicinare il lettore a una cultura da sempre emarginata e ingiustamente penalizzata. L’argomento mi ha davvero incuriosita e lo consiglierei certamente.
Isabel Anahi Arias
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Un saggio veramente essenziale per conoscere la storia del popolo rom.
Ho potuto apprendere nozioni e informazioni assolutamente non conosciute.
In questo saggio ritengo che è uno dei punti importanti è l’unione della religione a supporto del potere per annientare e distruggere questo popolo.
Dovrebbe diventare libro di testo nelle scuole.
Andrea Borghi
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Un interessante saggio su cultura, tradizioni e linguaggio che vengono approfonditi e raccontati.
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Mi è piaciuto il fatto che sia un libro che narra la storia dei popoli rom. Mette il lettore a conoscenza dei più nascosti segreti dei romanì. Mi ha colpito scoprire che molti personaggi dello spettacolo e della cultura erano e sono dei rom. In generale non si conosce la cultura romanì, si ignora la loro lingua.
Il libro fa chiarezza sul fatto che i romano’ sono nomadi per cultura politica e sociale, e che la società invece di permettere loro di vivere assieme agli altri , li relega nei campi nomadi.
Il libro non parla dei rom in termini oggettivi ma in termini soggettivi e quindi come persone ma soprattutto ci sono tante notizie e documenti inediti riportati alla luce sulle diverse popolazioni romanesi rom sinti kalé manouche.
Daniela Destro
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Seppur di argomento più profondo e toccante, ho apprezzato meno (in relazione all’altro saggio) il testo di Spinelli: racconta passato, presente e futuro del suo popolo, forse lontano dall’essere integrato nella nostra società (italiana) , in una sorta di epopea lunga e dolorosa, in uno stile che però non convince secondo me fino in fondo.
Giorgio Bartoli