< Lettere dalla fine del mondo di  Massimiliano Parente, Giorgio Vallortigara (LaNaveDiTeseo)

Qui di seguito le recensioni di LettereDallaFineDelMondo raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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E’ un libro che mi ha piacevolmente sorpreso. I due autori (scrittore vs scienziato), nelle lettere che si scrivono dialogano su argomenti seri e importanti e talvolta lo fanno anche in modo divertente ma è senz’altro una lettura che stimola a riflettere. Davvero bella e interessante la formula del confronto epistolare che fa avvicinare anche emotivamente il lettore ai due autori.

Manola M.

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Lettere Dalla fine del mondo.
Tra lo scrittore Parente e il neuroscienziato Vallortigara uno scambio epistolare su tutti gli argomenti sui quali l’uomo si interroga da sempre,dal senso della vita,alla religione al sesso.
Citazioni di nomi ignoti ai piu’appesantiscono la lettura.
Niente di risolutivo,alla fine.
Le due culture,quella umanistica e quella scientifica,restano due mondi separati da un gap incolmabile. Lo scrittore non capisce lo scienziato e viceversa.

Patrizia Aluffi

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Effettivamente è un libro molto particolare. Opinabile nel contenuto e nella forma. Ma si fa leggere e il giudizio non è assoluto ma relativo ad un altro libro.
Non so se in futuri confronti andrà avanti, ma i due autori che non conoscevo - e preferisco documentarmi solo dopo la lettura - si esprimono con passione e sincerità sicuramente meritevoli di attenzione. Tra l’altro anche in questo libro si tocca il tema dell’arte, con citazioni simili come il caso di Duchamp, ma con un approccio meno autoreferenziale che nel caso di Nespolo. Sembra un paradosso perché è un colloquio "personale" ma la trattazione è universale.

Maurizio Capponi Via Cilea, 114 Grottammare

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Testo molto piacevole alla lettura, in grado di farti riflettere sui temi importanti della vita, primo fra tutti il senso della nostra presenza sulla Terra e la discussione sull’esistenza di Dio. L’aver scelto uno scrittore e uno scienziato è stata la scelta azzeccata: un perfetto equilibrio, che permette di vedere le stesse questioni da due punti di vista differenti, soprattutto in un’epoca in cui scienza e filosofia più che mai dovrebbero integrarsi. Mi ha fatto sorridere, poi, la differenza di espressione dei due!

Enrico Maria Chiorazzo

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Un dialogo fra uno scienziato e uno scrittore sui temi centrali dell’esistenza umana e sulla vita. L’ho trovato interessante, per nulla noioso, ben scritto e coinvolgente .

Patrizia Biacchessi

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Dialogo colto, ragionato, intelligente, lucido tra uno scrittore e uno scienziato. Hanno bisogno l’uno dell’altro. La scienza surclassa le domande sul senso della vita e dell’arte? O le fa gemmare? Lo scienziato provoca lo scrittore e questi inficia con la sua dialettica le basi delle spiegazioni di scienza. Infine, lo scrittore cede il passo allo scienziato, che lo ammonisce sul rischio della ubris. Ricco di spunti bibliografici. Libro di domande per placare l’ansia della ricerca delle risposte.

Nicoletta Giuditta

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I lettori e le lettrici sono accompagnati dalla gentilezza e dall’asprezza (gli scrittori si sono ben spartiti i ruoli!) a riflettere e a formare una propria opinione su molti pensieri scomodi e difficili da affrontare. Mi è piaciuta la decisione di inserire le note a pié pagina a supporto delle proprie citazioni ed idee, per capire da dove può nascere un’opinione e anche per poter approfondire l’argomento da cui si resta più colpiti. La scrittura è scorrevole e la lettura piacevole, ma da affrontare senza l’esigenza di finire il libro, più con spirito divagatorio.

Emanuela Schiavon

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La forma dello scambio episotlare è snella e offre un ritmo che difficilmente si trova in questo tipo di testi. Questa forma letteraria nobilita il dialogo, la discussione e la riflessione. Il libro è come una danza tra due mondi tra loro molto diversi. E’ un libro che aiuta a riscoprire l’importanza di un vero dialogo.

Massimo Magni

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"Lettere dalla fine del mondo" non mi é piaciuto per la cifra stilistica, per la scelta della struttura del libro, il fitto carteggio fra due amici, un letterato e un uomo di scienze, che tentano di affrontare i problemi dell’esistenza umana, del rapporto con le religioni e del laicismo che appare come un’altra forma di religione.

Gabriella Tiralongo, nata ad Avola, (Siracusa)

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Divertente lo scambio di opinioni su un tema tanto importante e coinvolgente. Bello lo stile colloquiale ma profondo dei due autori.

CRISTINA PETROMILLI

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Dialogo epistolare tra uno scienziato ed uno scrittore da cui emergono importanti temi tra cui l’illusione dell’immortalita’, le differenze tra comportamento dell’uomo e quello degli animali che, tutto sommato, non sono cosi’ marcate. Interessante l’analisi sulla fede come abbaglio ottimistico della vita il cui scopo non e’ altro che la rispoduzione ovvero la conservazione della specie. Altro tema importante e’ la differenza tra scienza e religione e sulle false credenze dovute ad un’avversioneper il progresso. Anche se apparentemente risulta un po’ sconclusionato, con un’attenta lettura si ricava il filo conduttore: nulla e’ immortale, non lo e’ la vita del singolo individuo ma nemmeno la specie e’ eterna e, se vogliamo fare un viaggio nel futuro remoto, anche l’universo come lo conosciamo un giorno non ci sara’ piu’.

Matilde Consales

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Questo testo è una conversazione epistolare tra uno scienziato e un letterato durante il lockdown del marzo 2020, La lettura del libro è stata interessante, scorrevole anche per la struttura narrativa infatti è suddivisa in lettere. Il dialogo verte su diversi argomenti esistenziali tra cui la religione, l’arte, il sesso, la bellezza, il ricordo ecc. che vengono trattati in modo efficace, dando successivamente alla lettura del testo, la possibilità di riflettere sui concetti delineati. L’ironia traspare dalle pagine del libro, sin dall’inizio, rendendo queste tematiche piacevoli.

Rosella Costantino

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Mi ha lasciato l’impressione di una esibizione narcisistica di uno scrittore depresso nello scambio epistolare con uno scienziato (coinvolto, immagino, suo malgrado). Deludente.

Rodolfo Pinto

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Lettere dalla fine del mondo—scritto a quattro mani da Massimiliano Parente e Giorgio Vallortigara—è uno scambio epistolare tra i due dove si passa da un argomento all’altro senza un apparente filo logico, continuamente. Il libro si lascia leggere con piacere e le lettere rompono la fluidità del racconto il giusto, senza appesantire troppo. È il tipo di libro a cui dopo varie sessioni lo si posa sul comodino e si vuole bene agli autori.
Non lo consiglierei.

Giovan Battista Cucinella