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È stata una lettura breve e piacevole. Secondo me merita di essere letto anche perché pone l’attenzione su alcune riflessioni stimolanti. Non mi sono trovata d’accordo su alcune idee dell’autore, ma questo mi ha portato a sviluppare un’opinione critica circa l’argomento e l’ho apprezzato molto.
Camilla Ostuni
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Sono due saggi molto eterogenei e difficili da confrontare ; il primo è un pamphlet godibile nella sua mezz’ora di lettura ma ...
antonio lo conte
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Un pamphlet più che un libro. Con un intento bellamente provocatorio. L’autore stravolge il pensiero comune che chi legge molti libri sia migliore di chi non legge affatto. Anzi in piena contraddizione con il pensiero comune, esalta proprio il "vulgus" in quanto la storia ci insegna di come i peggiori oscurantisti in fatto di censura fossero gli intellettuali più preparati.
Critica le case editrici che pubblicano una marea di libri spazzatura puntando sulla quantità del prodotto piuttosto che sulla qualità.
In realtà, anche se ben celato, il messaggio che passa è: leggete ma leggete bene.
Al pubblico si chiede di non farsi ingannare dalle copertine patinate, dagli scrittori troppo pubblicizzati o peggio ancora da chi si improvvisa scrittore senza esserlo (mi riferisco agli pseudo VIP).
Il lettore vero è quello che centellina le proprie letture, scegliendo quelle di qualità e abbandonando un libro anche a metà se non lo si ritiene all’altezza.
Mi trova parzialmente d’accordo perché ritengo che non esistano libri brutti in assoluto, ma libri che non rientrano nelle proprie corde. Il gusto personale, per quanto anche oggettivamente orrendo, è inviolabile.
Chiara Boccardo
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La tesi espressa dall’autore nelle poche pagine del suo libello, si può riassumere in "leggere meno, leggere meglio". Quindi ci sprona a non asservirci all’oggetto libro, a renderci capaci di non terminare un volume se non ci piace, a scartare, a buttare senza remore, dedicando tempo - energie - spazio solo ai libri che davvero meritano. Non tutto quello che l’autore sostiene lo condivido, ma è comunque un interessante punto di vista che stimola la riflessione.
Anna Bettinelli
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Brillante, divertente, condivisibile pressoché in toto, "Libri" è però un pamphlet, non un vero saggio!
Metterlo in competizione con "La politica della cura" mi ha creato un problema: è stato come dover scegliere tra un flirt estivo e un’appassionante tormentata impegnativa storia d’amore...
(ho scelto la seconda, premiando ’il lungo studio e il grande amore’ che ho immaginato ci sia stato dietro il saggio della Mortari...)
Gabriella Assirelli
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Sono illeggibili ambedue, il primo sono riuscito ad arrivare a pagina 20 il secondo mi sono fermato subito alla prima pagina.
Massimo Lanciotti