< Libro dei furti di  Eugenio Baroncelli (Sellerio)

Qui di seguito le recensioni di LibroDiFurti raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

* * *

 

"Libro di furti" è un qualcosa di decisamente singolare, di assolutamente non-comune. Una collezione di esistenze aneddotiche, di chicche realmente rare, non rare e basta. Da leggere e rileggere per coglierne ogni minima sfumatura. Ti fa immergere in una atmosfera colta ma non barocca, dai toni solenni ma allo stesso tempo leggera come una piuma. Ricco di contrasti, carezza di cultura. Integratore per il pensiero. Per me il migliore tra i due titoli che mi sono stati proposti, proprio in virtù della sua estrema particolarità.

Emanuele Rizzo

* * *

 

Un libro insolito, un po’ ostile per il linguaggio ricercato e la sua struttura frammentaria, che però è anche il suo punto di forza: in poche pennellate impressioniste restituisce il senso di un attimo o di una vita intera, reale o immaginaria che sia. E di immagini ce ne sono davvero tante, che rimangono impresse nella mente. Non si presta ad una lettura usuale, da immersione totale, ma è piuttosto da leggere in pillole per trattenerne il sapore.

Giulia Taborchi

* * *

 

un raccolta semiseria di biografie "lampo" di grandi figure della storia,della letteratura,dell’arte.
e’ un continuo salto dalla prima alla terza persona del narratore.
l’ho trovato particolarmente difficile.non mi ha appassionato.

Francesca Leoni

* * *

 

Microbiografie, quadretti d’autore, descrizioni deliziose. Un libro che avevo già letto. Centellinando le pagine e ricercando con accuratezza la biografia dei vari personaggi,non avendo la cultura enciclopedica dell’autore, novello Pico della Mirandola. Voto 8.Un libro originale .

Pio Ciampa

* * *

 

Trovo che l’autore sia dotato di un bel modo di scrivere e riesca a condensare in poche righe, talvolta anche in modo poetico, un personaggio.
Tuttavia non è un libro che mi abbia particolarmente incuriosita o che mi abbia trascinata nella lettura essendo per sua natura così frammentario.

Roberta Savarino

* * *

 

Parlare di altri, è parlare soprattutto di se stessi. Come lo fai, dipende soprattutto dalle tue attitudini al quotidiano. Mi è sembrata, questa, una autobiografia. Pur non avendo nulla a che fare con questo.

Chiara Bonato

* * *

 

***
Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Rapallo “Amici del libro”
coordinato da Mariabianca Barberis
***
Una strana, godibilissima antologia di 301 personaggi conosciutissimi, poco conosciuti, sconosciuti ma comunque facenti parte del nostro bagaglio di cultura e di esperienze o del  nostro immaginario, da tenere sempre accanto per leggerla e rileggerla se si cerca il sapere e il divertimento.
E’ un testo sopraffino che appaga la mente come un buon piatto appaga il gusto. Ci costringe, a volte, in cerca di un senso, a soffermarci su una parola, su una frase che improvvisamente si illuminano e si allargano in un ampio panorama dove tutto torna.
Il catalogo di microbiografie è da scorrere più volte perché sarebbe un peccato perdere lampi di ironia, sfumature, essenzialità di personaggi che, grazie alla penna virtuosa dell’autore, si svelano negli attimi di una vita rubata. E’ un furto che ci arricchisce di un prezioso bottino.

Gabriella Vezzosi

* * *

 

***
Grandi lettori
***
Questi ritratti disegnati da Baroncelli sono stata una lettura molto interessante. Struttura inusuale di capitoletti corti ad inseguire fatti e personaggi inaspettati attraverso  prosa e poesia. Forse non era il periodo giusto per leggerlo. E questo non e’ sicuramente una sua colpa.

Marina Falbo

* * *

 

Un libro che - come dice l’autore - narra tante vite diverse, unite solo da "una indulgente rilegatura".  Personaggi famosi della storia, della letteratura, dell’arte, si alternano a figure anonime, tutti tratteggiati con uno stile asciutto, a volte lapidario.
L’ambizione di Baroncelli - raccontare la sua e la nostra vita attraverso la vita dei personaggi del libro - è grande, l’esito è però troppo cerebrale e artificioso.

Francesco Asdrubali

* * *

 

Senz’altro originale nella concezione e nella realizzazione, affastella brani e pennellate di centinaia di vite, sicuramente in gran parte autentiche e di personaggi noti, spaziando su millenni di storia. Alternarsi di brevi narrazioni in prima e in terza persona, che non danno al lettore punti di riferimento stabili. Se ne esce con un po’ di perplessità.

Roberto Falciola

* * *

 

“Libro di furti. 301 vite rubate alla mia’’ di Eugenio Baroncelli è un insieme di micro-biografie di personaggi illustri, da Nietzsche a Proust, da Italo Svevo a Ernest Hemingway, il titolo ci torna familiare, segue il suo inconfondibile stile, il libro è strutturato circa in 15 parti, ognuno composto da racconti e vite di altri che Baroncelli ruba agli altri e poi accusa questi di rubare a lui,  creando cosi molteplici trame che si mescolano fra loro. Un gioco abilissimo che in pochi sarebbero stati in grado di tenere su, in pochi se non solo Baroncelli, con la sua vasta cultura, che ancora una volta ci dimostra di avere.

Caterina Ottaviano

* * *

 

***
Gruppo di Lettura del torneo di Robinson
di Chiari “I MiseraLibri – Biblioteca di Chiari”
coordinato da Alice Raffaele
***
Superato un certo sconcerto iniziale, ho trovato il giusto ritmo di lettura e apprezzato l’originalità del testo.  Un libro da godere mentre lo si legge, lascia pochi ricordi ma regala momenti piacevoli.

Germana Grazioli

* * *

 

Un libro ricco di spunti ma difficile da leggere. Richiede molti approfondimenti perché cita, in maniera alquanto ermetica, episodi realmente accaduti o presenti in letteratura. Il tutto è permeato dalla consapevolezza che la morte pone fine a tutto, da tutti risaputo, ma che tutti rifiutano di accettare.

Carlo Alberto Basile

* * *

 

Nel suo libro “Libri di furti”, Baroncelli racconta frammenti di storia di molti grandi personaggi della letteratura e delle loro creazioni letterarie. In molti punti questo libro risulta di difficile comprensione; non sempre le citazioni delle opere sono semplici da cogliere e questo rende la lettura a volte frustrante. Definirlo un romanzo mi sembra inappropriato, sembra più una raccolta di poesie molto brevi e difficili da comprendere.

Simone Brognoli

* * *

 

Come viene detto nell’Avvertenza iniziale, le storie raccontate vanno ognuna per la propria strada, “ognuno senza l’altra”, e leggendole ci si perde davvero. Si è tentati di cercare il trucco, ma il trucco non si trova, si cerca un filo di collegamento, si tenta una mappa, ma i micro-racconti sono ognuno una tavola liscia, anzi un foglio, anzi trecento fogli dove Baroncelli ha curato i bonsai delle esistenze di molti, donne e uomini, noti e meno noti, e come un bonsai fatto crescere in una ciotola ha tagliato e potato le loro biografie all’inverosimile. Vivere è un soffio, come un soffio è morire, come una “folata un po’ più generosa di una brezza” scardina un ombrellino, e Lola, con il suo abitino di cretonne, viene trascinata via.
“È a notte fonda […] che Eugenio va a dormire e Baroncelli rammenda vite”.

Emma Dovano

* * *

 

Per l’idea mi ha ricordato “Antologia di Spoon River”, ma con lo sviluppo penso che siamo lontani dal capolavoro di Edgar Lee Masters. Diamo però a Cesare quel che è di Cesare: Eugenio Baroncelli deve avere un’ampissima e profonda conoscenza delle vite di tutte le persone che ritrae in questa raccolta; è inoltre in grado di sintetizzarle in una dozzina di riga l’una, focalizzandosi sui loro aspetti chiave, utilizzando un lessico ben forbito.
Quello che secondo me manca nel libro è la coesione, una sovrastruttura generale ad alto livello che impedisca al lettore di perdersi già a pagina venti. Non ho trovato sufficiente che tutte le storie (o quasi) abbiano in comune il monito e il memorandum che la morte è sempre lì che ci attende tutti, prima o poi, indifferente ai destini, ai traguardi superati e a quelli quasi raggiunti; ella resta comunque implacabile.


Alice Raffaele