< Luce della notte di  Ilaria Tuti (Longanesi)

Qui di seguito le recensioni di LuceDellaNotte raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Scorrevole e piacevole, capace di raccontare un argomento così duro con un tono sensibile ma leggero. La Tuti costruisce un personaggio a cui è immediato affezionarsi, ma a volte sento che il risultato sia leggermente prevedibile e scontato.

Carolina Iorio

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Il romanzo presenta un tono cupo, grigio, talvolta inquietante. Sicuramente consigliato per chi ama i romanzi thriller. Non ho apprezzato, per gusto personale, la scelta della scrittrice di incentrare la storia su una bambina. Nonostante questo, trovo che la brevità dei capitoli e la scrittura scorrevole diano al romanzo la giusta suspence, fondamentale affinché il lettore continui a leggere e magari ad appassionarsi alla storia.

Arianna Criscione

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Una trama gialla gestita con grande maestria e supportata da una qualità di scrittura di alto livello.

Giorgio Demuru

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È il primo libro che leggo di questa scrittrice, ne avevo solo sentito parlare nel mio gruppo di lettura.
È stata una lettura molto piacevole, scorrevole ma intensa. I temi trattati erano a tratti molto forti eppure la scrittrice è riuscita a renderli senza cadere nel facile sentimentalismo.
Il personaggio di Teresa è veramente tosto ma così umano da desiderare di saperne di più.
Penso che leggerò anche gli altri libri che parlano di lei.

Doriana Meloni

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Ho apprezzato immediatamente il linguaggio, essenziale ed efficace nel portare il lettore nelle situazioni e a incontrare i personaggi, nella loro complessità e caratterizzazione.
Interessante la costruzione della storia, ma soprattutto la visione poetica e compassionevole delle debolezze dell’essere umano, la cui bellezza è infine vincente. Consolatorio.

Maria Cristina D’Angeli

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È un romanzo da cui non riesci a staccarti!
Il libro è incalzante su più piani e su ogni piano senti che c’è una storia con tante sfaccettature.
La protagonista è un’eroina positiva ma complessa,non banale, che riesce ad avvicinarsi al dolore e al male senza giudizio.
Il riferimento alla rotta balcanica,anche se declinata negli anni ‘90, rende le riflessioni sul pericolo delle migrazioni molto attuali.

Marzia Romano

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Ilaria Tuti Luce della notte
E’ stata una gradita scoperta questa autrice di cui leggerò sicuramente gli altri libri. Riuscito il personaggio di Teresa Battaglia, commissario ostinato e forte nonostante l’età, il diabete e i chili di troppo, sapientemente costruito in parallelo con quello di Marini, in una rivisitazione coraggiosa delle celebri coppie investigatrici più famose, da Sherlock e Watson in poi. Finale un po’ sbrigativo e troppo buonista, compresa la citazione da Saint Exupery. Trama ben costruita, scrittura scorrevole e sicura, a tratti poetica, e buona la capacità narrativa, anche se ci sono punti deboli: a) poco giustificabili le visite di Teresa ad Andreas b) il riferimento a Mc Carthy e La strada giustifica solo in parte il fatto che si parla di un bambino.

Brunetta Partisotti

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Lecce “Orti di guerra”
coordinato da Simona Cleopazzo e da Anna gatto
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L’autrice disegna una figura di investigatrice fuori dagli schemi, Teresa Battaglia, un personaggio tridimensionale per il quale l’indagine è un’occasione per un viaggio dentro se stessa e che privilegia l’intuizione e le relazioni umane ai metodi tipici del suo lavoro. Un giallo appassionante e coinvolgente, tra atmosfere notturne e oniriche e dura realtà con cui i personaggi si trovano a combattere.

Anna Gatto

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Rapallo “Amici del libro”
coordinato da Mariabianca Barberis
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La storia dell’indagine del commissario Teresa Battaglia non manca di originalità, la si segue volentieri e riesce anche a commuovere. I personaggi sono tratteggiati con attenzione e completezza.
Il linguaggio utilizzato dall’autrice a volte è originale e innovativo mentre altre volte arriva a estremi poco condivisibili, alla ricerca dell’innovazione, del diverso e dell’originalità, e finisce per scadere in espressioni risibili che infastidiscono e rovinano il piacere di seguire la vicenda.
Un esempio può essere un caschetto di capelli color magma o un’espressione del tipo incamminato verso un’altra storia infelice da srotolare. Anche l’asfalto della strada, peraltro, srotola i suoi metri.
Mi domando, come a volte mi è già capitato durante la lettura di altri romanzi, se non esistano più gli editor di una volta che intervenivano con un po’ di buon senso.
Di Ilaria Tuti ho letto di recente “Fiore di roccia”, romanzo decisamente superiore a “Luci della notte”. I colpi di coda del linguaggio là erano più controllati!

Marinella Gagliardi

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Circolo dei lettori
di Pontedera "LaAV"
coordinato da Maria Rolli
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Romanzo in definitiva piacevole, ma con una struttura che lascia vedere spesso i fili della trama e che non brilla affatto per originalità. Sa di già visto, di già detto da decenni: la detective con problemi di salute che non vuole ammettere, la madre emigrata a cui restituire il figlio, la bambina forse sensitiva, l’incipit dal sapore (rancido) di horror/mistery. Raramente empatizziamo con i protagonisti (soprattutto la spalla della detective), ma alla fine non usciamo dalla lettura eccessivamente delusi, perchè l’autrice riesce nonostante tutto a presentarci un giallo discretamente articolato e con qualche spunto di riflessione.

Rossella Miccichè

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Grandi lettori
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All’inizio confesso di essere stata disorientata. Mi aspettavo un racconto scritto bene che sfilasse in obbligata successione la descrizione di paesaggi e di ambienti in cui sarebbero stati inseriti i personaggi, qualche situazione conflittuale che avrebbe ridestato un interesse un po’ sopito per la trama… ecc…Niente di tutto questo e faticavo a capire chi fosse il Protagonista ed il fulcro della trama. Complice anche il variare degli ambienti nei primi capitoli. Presto ho capito che il fulcro del romanzo aveva una prospettiva fuori dalla trama. Entrava nelle più segrete corde ed emozioni dei personaggi calandosi in queste non solo per mezzo dei dialoghi e delle descrizioni ambientali ma anche nella rappresentazione dei corpi, della loro fisicità emotiva. Infine … che dire… promosso a pieni voti.

Anna Rita Minelli

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Trama difficile da seguire, tratta più argomenti che però non si intrecciano bene tra di loro. Sembra di leggere vari racconti riuniti insieme ma senza un logico filo conduttore. Si fanno riferimenti ad episodi, credo del passato della protagonista, di cui però non viene spiegato nulla. Alcune parti narrate non vengono approfondite e lasciano con molti punti di domanda. Solo a tre quarti del libro mi sono sentita un poco “attratta” dalla lettura. Finale anonimo. Lettura per niente scorrevole.

Sabrina Pettinari

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“Luce nella notte” di Ilaria Tuti, è un romanzo che mi ha coinvolto solo nella seconda parte, quando emerge in tutti i suoi aspetti il tema dei traffici che si svolgono intorno ai profughi al confine con la Slovenia, in particolare nell’autunno del 1995. I due personaggi Chiara e Pietro spiccano nel contesto del romanzo, ma non riescono ad emergere in tutta la loro importanza. Inoltre la narrazione risulta troppo spezzettata nella forma.
L’opera ha comunque il merito di affrontare il tema del passaggio di profughi nel nostro confine orientale, tema spesso sottovalutato che affronta i drammi e traffici vissuti attraverso la figura coinvolgente di Anbar.  

Emilio Signorelli

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Il libro di Ilaria Tuti si legge piacevolmente anche se è un romanzo giallo quasi noir. Lo trovo meno spontaneo e più costruito del primo, anche se di grande interesse per la scoperta,da parte mia, del tragico fenomeno della Tratta dei minori sulla Rotta balcanica.

Roberto Rosario Pennisi

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La routine della vita nella casa sulla collina viene bruscamente interrotta quando la piccola Chiara inizia a fare terribili sogni.
Il commissario Teresa Battaglia e il suo vice Massimo Marini dovranno usare tutto le loro capacità per squarciare il velo tra immaginazione e realtà e arrivare alla soluzione di questa nuova indagine.
I boschi tra l’Italia e la Slovenia sono stati teatro dei traffici di esseri umani, durante la guerra nei Balcani, e l’indifferenza di alcuni burocrati ha permesso che i colpevoli restassero impuniti.
La storia è verosimile ed attuale, con un intreccio avvincente che potrebbe essere sviluppato in maniera più compiuta in alcune parti, non perfettamente collegate logicamente tra loro.
Premesso che non avevo letto altri libri dell’autrice, sono rimasta un poco delusa nell’arrivare alla conclusione del romanzo senza capire il ruolo di Andreas che nulla aggiunge nell’economia della storia e alla caratterizzazione dei protagonisti.

Ilenia Solastri

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Una bambina coraggiosa di quasi nove anni, Chiara. E’ affetta da una malattia genetica rara che non ha cancellato la sua volonta’ di vivere, di sognare e di raccontare ciò che le accade di notte. Chiara è condannata al buio.
Un Commissario donna che ha la capacità e la testardaggine di ascoltare Chiara e di andare fino in fondo alla storia scoprendo ciò che nessuno vorrebbe mai nella vita: tratta di esseri umani, fuga dai luoghi di guerra, famiglie separate che, forse, non si riuniranno più. All’inizio non comprendo bene di cosa si parla ma, con lo scorrere delle pagine, tutte le parole hanno un senso e scorrono fino all’ultimo e vorrei tutto d’un fiato arrivare fino in fondo.

Cristina Giacomini

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“Canta e conta si disse la bambina per allontanare il Buio”.
L’incipit di un classico thriller psicologico che tiene il lettore attaccato alle pagine. Così non è stato per me. Il lungo racconto poteva risolversi in molte meno pagine, anche se Teresa Battaglia è un personaggio davvero accattivante e forse, per me, unico punto a favore. Attraverso l’espediente del sogno che fa Chiara, la bambina protagonista, si narra le sorti di una “tratta di essere umani” fra Italia e Slovenia negli anni Novanta. Insipido, inutilmente prolisso e senza pathos. Sicuramente ottima la scrittura, ma non mi ha appassionata per niente. 

Eliana Tripaldi

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Sezze “Lettera Ventidue”
coordinato da Gabriella Tomei
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Il romanzo Di Ilaria Tuti è scritto in modo scorrevole e si legge senza fatica tuttavia, a mio avviso, i personaggi principali sono solo abbozzati e nella trama  i nodi più importanti  sono poco sviluppati e carenti di elementi che completino le situazioni. Insomma un giallo che non mi è particolarmente piaciuto  e destato curiosità.

Maria Gabriella Tomei

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Teresa è una donna apparentemente soggiogare dalle emozioni che in realtà non la sovrastano ma la supportano, insieme al suo modo di essere un commissario donna, nelle risoluzioni dei casi che le si presentano. E sono i casi persino a farla morire e rinascere.
Marini, il personaggio maschile di spicco risulta una figura indecisa che alla fine, riesce a smontare anche i muri innalzati da Teresa, il suo superiore.
Un sogno di una bambina, una notte,in un guado di tenerezza.

Francesca Romana Intiglietta

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Ho conosciuto Ilaria Tuti con Luce della notte. Ho trovato la storia semplice e lineare, in cui anche l’indagine è veloce e per nulla articolata. Sinceramente non è stata per me una lettura stimolante (sento forte, ora che sono matura, l’orologio biologico del lettore: voglio leggere solo ciò che mi piace, il che non significa fare solo letture impegnate). Ho cercato sulla rete informazioni sull’autrice e trovato recensioni positive sui suoi precedenti romanzi. Alcuni lettori, che avevano molto apprezzato il personaggio di Teresa Battaglia,  hanno manifestato la propria delusione per un libro tanto atteso. La mia opinione trova riscontro quindi anche tra coloro che conoscono e apprezzano l’autrice. É brutto imbattersi in un autore con un libro che poco lo rappresenta. 

Anastasia Petrianni

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Il libro della Tuti presenta uno stile di scrittura molto buono, la storia si lascia leggere ed è  fluida. I personaggi sono carismatici nelle loro quotidiane fragilita’ e permettono un semplice esercizio di immedesimazione quindi ci sono tutte le carte in regola per lasciarsi immergere e trascinare nel giallo.Tuttavia non mi ha appassionato e ho eseguito una lettura superficiale non riuscendo a penetrare nel cuore della vicenda.

Maria Carlevale

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Premessa: l’idea e il modo di scrivere dell’autrice sono buoni. Ma non mi ha preso la storia, si capisce che la scrittrice è coinvolta emotivamente per qualcosa di vissuto. I personaggi a volte non sono credibili, ha mischiato horror, giallo e sociale ( immigrati dai balcani ad esempio), in un modo che non mi ha vonvinto. Essendo il primo romanzo che leggo di questa autrice, spero che abbia scritto e scriva di meglio perchè la qualità c’è.

Leopoldo Tomei

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Chiara una bambina affetta da una rara malattia che la costringe a non vedere mai la luce del sole, fa un sogno. Per dare conferma a quello che aveva sognato segue le indicazioni e comincia a scavare   tra le radici di quell’albero. Il sogno si rivela essere utile perché lei trova dei resti umani. E cosi la madre anche senza il volere del padre coinvolge  denuncia il fatto. A questo punto entra in scena l’ispettrice  Teresa Battaglia ,  che un po’ presa da una strana inquietudine davanti a questa bambina costretta a vivere nel buio, un pò perché riscopre il suo lato bambino Inizia cosi le ricerche anche se l’unicoi indizio è uno strano sogno. La storia porterà alla scoperta di percorsi clandestini di profughi , fuggiti dai Balcani e usati come merci tra varie bande. Si scoprira di bambini strappati dalle braccia delle madri, uomini e donne uccisi senza neanche esistere.  Corruzione da chi doveva invece proteggerli.  Un libro scritto con una fluidita gradevole . Manca però il cuore del libro, sembra resti tutto una imbastitura. . Forse è per lasciare la porta aperta al seguito ? Tutti sommato lo consiglio

Anna Maria De Renzi

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Ho letto il libro di Ilaria Tuti, posso dire che si fa leggere, scorre anche se la storia non mi ha convinto.

Ornella De Falco