< Luigi Ilardo. Omicidio di stato di  Anna Vinci (Chiarelettere)

Qui di seguito le recensioni di LuigiIlardo raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Biografia scritta dalla figlia di Luigi Ilardo con l’aiuto della giornalista Anna Vinci. Il libro è avvincente e la mano sapiente della Vinci ricostruisce l’intricata vicenda di Ilardo, ma non convince fino in fondo questo ritratto un po’ "sdolcinato" di una figlia che ogni volta che dovrebbe parlare o farsi avanti si rifugia dietro al tipo di educazione ricevuta, salvo poi comportarsi in maniera avventata e spavalda per le ragazzate notturne. Mi è piaciuto il richiamo alla mission del giornalismo d’inchiesta: "Avevo sempre intuito e poi toccato con mano che eravamo una famiglia sui generis, ma solo la carta stampata mi diede la spiegazione completa di ciò che eravamo e ciò che era soprattutto lui." pag. 132

Fedele Ferrari

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Mi ha emotivamente coinvolto la scelta dello stile narrativo in prima persona.
È infatti Luana stessa, figlia di Luigi Ilardo morto assassinato dai killer di Cosa Nostra, a raccontare le vicende della sua famiglia e nel fare ciò anche a raccontare di sé stessa, dei suoi sentimenti, delle emozioni, le proprie gioie, paure e profondi dolori.
E lo fa con tanta umana dignità e soprattutto amore, quel sentimento primordiale unico e indissolubile per il proprio papà che solo una figlia/o sa descriverne, con parole semplici ed immediate, i tratti più profondi e imperscrutabili.
Le pagine scorrono veloci anche perché i ricordi dei fatti avvenuti durante la sua età adolescenziale sono narrati con percepibile integrità e genuinità.
Davvero trascinante e in molte parti toccante il fiume di emozioni espresso, sempre con tanto senso di ragionevolezza e lucida volontà di far luce su vicende chiaro/scure passate che indelebilmente hanno segnato la sua vita e quella dei suoi famigliari.

Fabio De Biasi

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Storia interessante e coinvolgente soprattutto perché contemporanea al mio tempo. Scrittura scorrevole e lineare, mi piace il punto di vista del narratore.

Francesca Vinci

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Sono palermitano…..non potevo non appassionarmi a questa tristissima storia. Una storia che riguarda tutti noi siciliani purtroppo…..

Vincenzo Ferrera

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Avvincente. Il libro racconta magistralmente sia il grido di dolore che la voglia di verità e sete di giustizia di una figlia che riscopre la verità ingombrante e difficile sulla vita e morte del papà. Per quanto romanzato possa essere il ricordo di un padre amato da parte di una figlia qui si scopre un personaggio limpido sia nella descrizione degli anni vissuti da boss che da "traditore". Molto ancora da scoprire ...

Isabella Fadini

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Un libro di ombre e di luci, un’indagine giusta e oggettiva mossa dalla forza dell’amore.
Tutto inizia dall’esigenza di una figlia per la memoria di suo padre da una parte, e dall’altra il compito della scrittrice di svolgere un’indagine giusta.
La vicenda familiare, che ci fa entrare nella mentalità e nella vita quotidiana di una famiglia mafiosa, ci mostra il profondo dolore di una figlia e il suo percorso di consapevolezza, e al tempo stesso ci restituisce anche un pezzo di storia del nostro paese.

Beatrice Bermond

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La lettura di questo libro risulta scorrevole sia per l’utilizzo della prima persona singolare sia per il tema affrontato che incontra i miei interessi.
Leggere di mafia non significa solo "buoni" e "cattivi" ma anche ricordare chi si trova in una posizione scomoda e a cui è giusto dare voce per raccontare esperienze vissute.
Ho trovato questo libro ben fatto sia nella scrittura che nella struttura.

Vanna Girotto

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Luigi Ilardo raccontato da Luana Ilardo.
È una testimonianza, scomoda, atroce, talvolta al di là della comprensione umana.
È il racconto di una vita da un punto di vista da cui non siamo abituati a guardare determinate storie.
È la storia di un uomo, come tanti ma anche come pochi.
Ma soprattutto è una figlia che racconta la vita del padre, che racconta la sua vita. Una vita fatta di viaggi organizzati, continui spostamenti, ripetuti allontanamenti. È la storia raccontata dagli occhi di una ragazzina che vuole semplicemente vivere felice, in armonia, in famiglia, ma che invece si ritrova a capire cosa significa vivere in una famiglia di mafiosi.
È uno spaccato storico e identitario dell’essere siciliani.
È un racconto di riflessione.
È, forse, un’amara consapevolezza: “La verità non sarà mai conosciuta fino in fondo” (Giorgio Bongiovanni).

Daniela Merola

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Luigi Ilardo. Omicidio di stato – di Anna Vinci
Storia di un pentito di mafia, raccontata attraverso i ricorsi della figlia Luana. Di Luigi Ilardo non ne avevo mai sentito parlare ed, ancora una volta, ho avuto la certezza di quanto mafia, stato, servizi segreti siano interconnessi nella nostra società e di come le cose accadano secondo disegni e traiettorie sconosciute alle persone oneste e pulite.
Al di là del racconto di Luana, ci sono scritti e lettere di Gino Ilardo che raccontano l’uomo, così come il botta e risposta di Anna Vinci e Giorgio Bongiovanni raccontano la storia giudiziaria. Libro decisamente interessante.

Barbara Colombo

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Nel libro si ripercorre la figura di Luigi Ilardo, appartenente ad una famiglia mafiosa di rango, che dopo aver scontato anni di carcere decide di rinnegare il suo passato diventando informatore e infiltrato per lo Stato; poco prima di diventare collaboratore di giustizia a tutti gli effetti e di entrare così nel programma di protezione il 10 maggio 1996 viene ucciso a colpi d’arma da fuoco nel garage di casa. La sua vicenda si inserisce in quella più ampia e intricata della trattativa Stato-mafia, per cui il suo omicidio sarebbe stato commesso dalla mafia ma con le connivenze dimostrate di una parte deviata delle istituzioni.
Una gran parte del volume è costituita dalle parole della figlia Luana, che racconta la figura di questo padre adorato ma a lungo assente perché incarcerato e il dramma della propria infanzia e adolescenza vissute in un contesto di "normalità" mafiosa che solo dopo anni è possibile rileggere nella luce della consapevolezza adulta. E’ un racconto che grida forte il desiderio di riabilitare la figura paterna, un genitore che mette a rischio coraggiosamente ma anche imprudentemente sé stesso e la propria famiglia per collaborare con lo Stato e da quello stesso Stato viene tradito.
Alla narrazione di Luana Ilardo segue un dialogo tra l’autrice del volume Anna Vinci e il giornalista Giorgio Bongiovanni, fondatore del periodico online "Antimafia Duemila", la trascrizione di alcuni documenti processuali e alcune lettere familiari scritte da e a Luigi Ilardo.
Il soggetto del libro è molto interessante, manca a mio avviso però qualche pagina di contestualizzazione per chi non è completamente ferrato sulla storia della mafia degli ultimi decenni. Quello che non ho apprezzato tuttavia è l’aspetto stilistico e linguistico, che ho trovato confuso, con un uso della punteggiatura e del tempo gerundio spesso incongruo, cambi di soggetto repentini, frasi senza verbo. Ho pensato che nella parte autobiografica ciò fosse dovuto all’urgenza del racconto, nel dialogo alla volontà di riprodurre la spontaneità del parlato...ma non sono riuscita a convincermi.

Paola Sissa

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Il libro non scorre benissimo, ma è certamente interessante, in quanto contiene testimonianze della figlia di Luigi Ilardo e fa una buona ricostruzione dei fatti. Queste storie è sempre bene leggerle.

Chiara Marcucci