< Manifesto del partito impopolare di  Luca Bottura (Einaudi)

Qui di seguito le recensioni di ManifestoDelPartitoImpopolare raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Manifesto del partito impopolare di Luca Bottura

Un simpatico pastiche satirico, che parte dalla fragilità della nostra democrazia per definire il tipo di capitalismo vincente, con rendite di posizione all’italiana: tanti piccoli monopoli, privilegi assortiti per abolire il rischio.
Nel capitolo dedicato ai populisti chiarisce come il popolo non sia fine o mezzo, ma solo pretesto per il ‘polpettone’ di populisti attuali, ben 17 con 19 testate! Il Partito Populista è uno solo, ma si presenta con facce diverse per dare l’illusione al ‘consumatore’ di poter scegliere.
Bottura passa poi a fare una disamina dei vari populisti, con argomenti centrati, sempre esposti in modo graffiante e accattivante. Con la caduta di Fini, ad es. sparisce una Destra che sapeva di dover elaborare il proprio disonore e subentra Meloni che salda il suo elettorato alla destra più estrema. Nella Lega, abbiamo invece un Carmelo Male situazionista…in Forza Italia, l’uomo del ‘fare’ è relegato a uomo del ‘fard’; il capo di Italia Viva è invece il più populista dei politici italiani, che si pone come argine al populismo…insomma, un partitino personalistico messo in piedi per ricattare i governi…E così via, passando per i 5 stelle e le varie ‘sinistre’ dei partiti ‘non populisti’che hanno ‘elettori migliori di chi li rappresenta’…
Si arriva a Mattarella, finalmente una persona positiva, anzi un ‘radicale’ nel senso più generoso, quello delle radici a cui rifarsi. Un Mattarella da 10 con lode.
Infine, lo scorrere dei vari articoli disattesi della nostra Costituzione che ci porterebbe a dire: Bottura sia il nuovo Presidente del Consiglio, tanto ha le idee giuste!
Libro simpaticissimo.

Liana Isipato

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Pensavo che la satira politica fosse solo un campo per show televisivi e spettacoli teatrali… verba volant. Ma scopro che ci sono anche dei libri e, quindi ce ne saranno di lettori. L’autore, preso dalla febbre di impopolarità, dà mazzate a colpi di satira a tutti i movimenti e partiti da lui considerati populisti sperticandosi nella presa in giro di qualcuno più di altri. Poi passa ai partiti non populisti, pochi, irrilevanti o inetti pure loro. Evidentemente la classe politica italiana è tutta da rifare e non si salva nessuno, su questo è difficile dargli torto; perciò, l’autore immagina di fondare un partito, detto impopolare, di cui realizza il programma di governo basato sugli articoli della Costituzione e, con un linguaggio sgangherato e a volte irrispettoso, blatera per altre troppe pagine. Segue un interessante pantheon del partito impopolare che include personaggi con un certo alone di impopolarità, secondo lui, ma anche no. Da zia Anna a Papa Bergoglio passando per Carver, Lish, K. Dick e Jovannotti, con Ada Merini, Tina Anselmi e tante altre donne, un paio di politici di cui forse ha un po’ di stima. Ci incita a fornire suggerimenti di personaggi da includere in questo consesso. Raccomando di leggere fino in fondo la postfazione di Mario Draghi, colpo di genio.

Lucia Alessi

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C’e’ un tentativo di ironizzare sulla situazione politica che pero’ non e’ molto riuscito.
La lettura e’ assai faticosa.
Come ho sottolineato nel giudizio del primo libro, i due non sono comparabili per tema e metodo. Ho solo scelto sulla base del "mi piace o non mi piace"

Luisa Faldini

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Ironico, graffiante, dettagliato e superinformato, tesse ragnatele ovunque e ci cascano dentro tutti. E’ faticoso da leggere per i non addetti ai lavori e per il cinismo che lo contraddistingue, oltre al linguaggio adolescenziale. Ma mi è piaciuto il capitolo finale, dove descrive come vorrebbe il suo Partito Impopolare. Molto condivisibile.

Laura Sabbadin

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La verve di Luca Bottura, noto conduttore di programmi radiofonici, é riprodotta su carta; sembra quasi di sentirlo ed é probabile che il contenuto del libro sia la sbobinatura di una sua conversazione sul tema. Più difficile invece indicare quale sia il tema che sfugge al tentativo, (anacronistico?) di classificarlo: un’analisi politica del nostro Paese? No e forse é anche ingiusto chiederglielo, non é il suo mestiere; una mappa per orientarsi nel variegato sistema politico italiano? Neanche, trasuda
qualunquismo e spara a zero su chiunque. Il soggetto di un monologo comico da portare in giro nei teatri? Si, fuocherello, poco più di un’ora da passare in letizia e svago, ridendo e ricordandosi poi, in abbondanza di spazio, di riporlo sullo
scaffale a libero servizio per gli amici.

Carlo Rotondo

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Divertente quanto, se si può concedere, disperato.Perché una volta che si spegne il riso e l’apprezzamento per l’intelligente costruzione narrativa di Bottura, resta la consapevolezza di fare parte della ridottissima minoranza di italiani che voterebbe il Partito Impopolare, che quindi non ha speranze.
Alla fine dunque, e non necessariamente per colpa dell’autore, resta l’idea di un irriverente esercizio di stile per gli ormai tanti delusi della sinistra

Carlo ricci garotti

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Bottura e la sua satira sono una garanzia.

Eva Vinci