< Matteo Messina Denaro di  Marco Bova (PonteAlleGrazie)

Qui di seguito le recensioni di MatteoMessinaDenaro raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Per chi come me ama seguire tutti gli intrighi che attanagliano le storie della mafia del nostro paese questo libro è come sedersi davanti a una maratona di Report ma con più emozione.
Per quanto i fatti legati alla mafia siano crudeli in questo libro non si smette mai di voler scoprire tutto ciò che c’è da sapere a proposito di questi argomenti.

Alessandra Fontana

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Un libro d’inchiesta che parte dalla provincia per allargarsi a un panorama internazionale. Una costruzione solida, giornalistica, sostenuta da una scrittura incalzante. Cinematografico e capace di far riflettere

Daniela Meucci

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Matteo Messina Denaro, latitante di stato è un saggio che parla degli aspetti coinvolti nelle azioni di ricerca del criminale e dei retroscena che spiegano come siano fallite molte indagini, per motivi, anche di mancato coordinamento, interni a organi istituzionali e forze dell’ordine. Mi è piaciuto il racconto del ruolo di Matteo Messina Denaro e della sua ascesa al potere. Viene anche sottolineata la parte svolta dalla massoneria nelle vicende raccontate.

Agata Brunetti

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Come lo Stato può perdere l’occasione di fare lo Stato: cronaca di un fallimento, con la speranza di una rivalsa.

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Lodevole e coraggioso lavoro di ricostruzione di un enorme quantità di testimonianze e avvenimenti. Un gigantesco puzzle pieno di pezzi mancanti, rubati o falsificati. Purtroppo il lettore impreparato si perde facilmente tra i nomi (sei pagine in appendice), i salti temporali, i frequenti « come vedremo più avanti ». Servono almeno due riletture per alzare gli occhi dalla matassa e cominciare a vedere l’idra dalle molte teste.

Silvia Pestelli

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L’argomento del testo "MMD, Latitante di Stato" é sicuramente di quelli che non stancano mai di appassionare, se non altro perché, come acutamente osserva l’autore, l’Italia non ha mai penuria di latitanti imprendibili, ovvero imprendibili fino a quando non ci si mette d’accordo sulle modalità e sui vantaggi della cattura.

La storia della latitanza di MMD é talmente analiticamente raccontata che trova in questo il sua stesso limite. Vi sono ombre pesanti, membri della magistratura e delle forze dell’ordine dirottati verso altri incarichi o demansionati, pentiti e gole profonde vere o finte o un mix di entrambe, la solita Massoneria che non può mancare, insomma , di tutto. Però, leggere il saggio é come salire su una giostra impazzita e finire in una ridda di nomi, di dettagli, di confessioni di diversa provenienza, e non riuscire a scendere, e continuare a girare in un vorticare di informazioni , diciamolo, tutte necessarie?

Il testo manca di una struttura olistica che controbilanci l’atomismo dei dati . L’autore ignora, per esempio, che esiste la strategia delle note a pié di pagina, quando si vuole arricchire la parte informativa senza mortificare la narrazione rendendola simile a un’auto in preda a un GPS impazzito.

Se leggere non é solo far transitare gli occhi su pagine scritte ma altresì incamerare, assimilare, ristrutturare, impossessarsi del testo e quindi cambiare grazie a quanto letto, mi duole dire che nessuna di queste operazioni é agevole con il testo proposto. Si scende dalla giostra con un gran mal di testa e non molto altro.

Elisabetta Nucifora