< Megas Alexandros. Il racconto di Alessandro di  Rita Bassotti (Aracne)

Qui di seguito le recensioni di MegasAlexandros raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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L’ho trovato un po’ ripetitivo. Non riesce a far emergere in modo chiaro il carattere e le motivazioni che hanno poi portato a conquistare un impero, al di là del “fuoco” che sentiva dentro.

Anna Vitucci

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Circolo dei lettori
di Lanciano “Ex Libris”
coordinato da Maria Rosaria La Morgia
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Quanto agiva il passato nel suo presente e quanto fortemente “i ricordi gli assediavano l’anima”!
L’intossicata atmosfera familiare dei giorni infantili aveva scavato nel profondo del suo essere un luogo oscuro  dove “non entrava mai né luce né gioia” e “dietro a ogni sensazione di esultanza viva, ricompariva sempre quell’ombra nera”  e risuonava dolorosa dalla bocca paterna quella parola feroce: “bastardo”  che annullava di un colpo i dolci racconti materni di un “glorioso, ineguagliabile, immenso” futuro per lui di discendenza divina.
E il giovane Grande Alessandro era sempre a un passo dal compimento totale e assoluto di questo eccezionale  destino che l’avrebbe definitivamente riscattato e reso riconoscibile a tutti quale Re dei Re  “simile a Febo quando al mattino appare sul carro d’oro”, nuovo Prometeo faro luminoso e fuoco per tutta l’umanità.
Ogni volta “c’era una lacuna nella perfezione della sua impresa”, una mancanza nel mito che avrebbe voluto incarnare e rimanere per sempre.
E l’incompiutezza alimentava “la sua tormentosa voglia di fare di più”, l’incontenibile bisogno a spingersi sempre oltre e continuare a inseguire sui campi di battaglia, ormai non più compreso neanche dai suoi generali,  quella felicità che non sarebbe mai riuscito ad afferrare pienamente.
“Forse il suo era il tragico destino dei grandi”.

Paola Fasciani

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Nel romanzo, che rappresenta fatti reali ricostruiti su basi storiche, Alessandro viene presentato in maniera completamente distante da quella tradizionale, quasi  l’autrice avesse voluto raccontare in modo "originale" a tratti ironico questo personaggio, entrando in confidenza con lui, cercando quanto la storia ufficiale ha lasciato in ombra. Conosciamo allora un uomo moderno, fragile, narcisista, dominato da complessi edipici non risolti, insicuro, a tratti isterico nelle sue plateali esibizioni, un Alessandro più contemporaneo dalla psicologia complessa e curiosa, un personaggio dei nostri giorni  affetto da una nevrosi legata alla sopravvalutazione del suo ego dal momento che la madre gli aveva istillato la certezza di non essere stato concepito con suo padre Filippo, ma con Zeus, sotto forma di serpente. Da qui una sfera affettiva complicata e turbolenta in cui emerge la figura luminosa di Efestione, amore della sua vita. La storia si spinge fino alla conquista dell’India fallita, alla impossibilità di avere un figlio da Roxane, alla solitudine degli ultimi anni, alla morte. Purtroppo, però questa impostazione accattivante non è stata sostenuta da una scrittura adeguata, considerati gli errori ripetuti e a volte una certa sciatteria linguistica e sintattica.

Rita Crisanti

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Compito non semplice per l’autrice che ha scelto di raccontare o meglio i indagare e cercare gli aspetti privati, quelli più intimi del Grande Alessandro. Ed ecco le fragilità, le insicurezze, i tormenti e le contraddizioni dell’uomo non del personaggio che compare nella storia ufficiale e al quale siamo abituati. Un ritratto certamente nuovo che però non convince, almeno non ha convinto me.

Pina De Felice

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Dopo la lettura di questo libro mi sono chiesta dove fosse finito Alessandro, e principalmente perché fosse stato chiamato per millenni “Magno”. Per fortuna so bene chi fosse anche per aver amato la storia classica, ma mi chiedo che idea si farebbe di lui un giovane senza conoscenze in merito. Sinceramente al di là della forma a dir poco insolita e il liguaggio forzatamente
“moderno” e non privo di errori, la cosa che più mi ha ferito è lo svilimento del personaggio che ne esce alla stregua di Asterix dei famosi fumetti

Luisa Carinci