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L’ho trovato un po’ ripetitivo. Non riesce a far emergere in modo chiaro il carattere e le motivazioni che hanno poi portato a conquistare un impero, al di là del “fuoco” che sentiva dentro.
Anna Vitucci
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Paola Fasciani
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Nel romanzo, che rappresenta fatti reali ricostruiti su basi storiche, Alessandro viene presentato in maniera completamente distante da quella tradizionale, quasi l’autrice avesse voluto raccontare in modo "originale" a tratti ironico questo personaggio, entrando in confidenza con lui, cercando quanto la storia ufficiale ha lasciato in ombra. Conosciamo allora un uomo moderno, fragile, narcisista, dominato da complessi edipici non risolti, insicuro, a tratti isterico nelle sue plateali esibizioni, un Alessandro più contemporaneo dalla psicologia complessa e curiosa, un personaggio dei nostri giorni affetto da una nevrosi legata alla sopravvalutazione del suo ego dal momento che la madre gli aveva istillato la certezza di non essere stato concepito con suo padre Filippo, ma con Zeus, sotto forma di serpente. Da qui una sfera affettiva complicata e turbolenta in cui emerge la figura luminosa di Efestione, amore della sua vita. La storia si spinge fino alla conquista dell’India fallita, alla impossibilità di avere un figlio da Roxane, alla solitudine degli ultimi anni, alla morte. Purtroppo, però questa impostazione accattivante non è stata sostenuta da una scrittura adeguata, considerati gli errori ripetuti e a volte una certa sciatteria linguistica e sintattica.
Rita Crisanti
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Compito non semplice per l’autrice che ha scelto di raccontare o meglio i indagare e cercare gli aspetti privati, quelli più intimi del Grande Alessandro. Ed ecco le fragilità, le insicurezze, i tormenti e le contraddizioni dell’uomo non del personaggio che compare nella storia ufficiale e al quale siamo abituati. Un ritratto certamente nuovo che però non convince, almeno non ha convinto me.
Pina De Felice
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Dopo la lettura di questo libro mi sono chiesta dove fosse finito Alessandro, e principalmente perché fosse stato chiamato per millenni “Magno”. Per fortuna so bene chi fosse anche per aver amato la storia classica, ma mi chiedo che idea si farebbe di lui un giovane senza conoscenze in merito. Sinceramente al di là della forma a dir poco insolita e il liguaggio forzatamente
“moderno” e non privo di errori, la cosa che più mi ha ferito è lo svilimento del personaggio che ne esce alla stregua di Asterix dei famosi fumetti
Luisa Carinci