< Mettere al mondo il mondo. Tutto quanto facciamo per essere creativi e di  Stefano Bartezzaghi (Bompiani)

Qui di seguito le recensioni di MettereAlMondoIlMondo raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Creatività è la parola attorno alla quale ruota il saggio di Bartezzaghi. Non è una lettura facile, soprattutto se non si è usi a frequentare la semiologia... Ma, nonostante le dotte e puntuali definizioni non manca l’ironia tipica dell’autore che, in finale, sembra quasi irridere al bisogno pervasivo di creatività e chiede al lettore se davvero valga la pena di rincorrere questa parola mitologica.

benedetta fuiano

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Ancora uno stimolante viaggio che Bartezzaghi ci propone all’interno ed in compagnia delle parole. Stimolante, piacevole e ricco di sorprese.

Stefano Pasquinucci

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“Mettere Al Mondo Il Mondo” è piuttosto una riflessione semiotica sull’uso della parola “creatività”. La semiotica è la disciplina in cui nel corso del Novecento sono confluite riflessioni sui sistemi che consentono agli esseri umani di comunicare. E la creatività è un problema semiotico, si dice lo sia “per eccellenza”, poiché la semiotica può valutarne il grado di discostamento dalla consuetudine. Tuttavia, come più volte viene ripetuto nel testo, il rischio di incappare in un problema tautologico è comunque sempre presente.

Valentina Ferrero

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Le due passioni dell’autore sono la semiotica ( da scienza dei segni diviene studio delle forme in cui il senso emerge e viene interpretato ) e la creatività
( bisogno/desiderio umano di comunicare qualcosa di indefinibile per pensare se stesso ed interpretare il mondo ).

Livia Bortoletto

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"Mettere al mondo il mondo" di Stefano Bartezzaghi è un saggio che tratta un argomento di sicuro interesse perché ha come oggetto la creatività. Tuttavia, il professor Bartezzaghi, da grande esperto di semiotica, tratta questo tema in maniera problematica: non ci offre soluzioni e certezze, piuttosto vuole farci capire che il concetto di creatività, dopo aver fatto il suo ingresso ufficiale nel mondo della cultura all’inizio degli anni ’50, sia andato poi radicandosi in tutti i campi della nostra società, da quello artistico a quello conoscitivo, da quello tecnologico a quello mediale.
Il libro non è di facile lettura: soprattutto nella prima metà si configura come un "saggio per addetti ai lavori" poiché l’autore tratta gli argomenti con un linguaggio specialistico non certo da novizi. La seconda parte del saggio, invece, si presta a una lettura più agevole, anche perché si fa riferimento ad argomenti di più ampia portata e quindi adatti anche a un più vasto pubblico. Colpisce la disamina compiuta su Federico Fellini regista e sul suo film 8 e mezzo. C’è poi un altro tema - l’enigmistica - che sappiamo essere molto caro all’autore. Questo argomento viene trattato con un piglio divulgativo che cattura l’attenzione del lettore attraverso riferimenti alla storia e ad alcuni grandi personaggi della cultura che hanno "giocato" con le parole. A questo proposito, viene facile pensare che la lettura del libro sarebbe risultata molto gradita a Umberto Eco, più volte citato nel testo.
Nelle ultime pagine, una corposa appendice viene in soccorso al lettore, offrendo note terminologiche che rendono chiara la spiegazione dei termini che paiono più lontani dall’esperienza quotidiana.
In sintesi, un saggio per esperti che lascia spazio a momenti di più ampia divulgazione, anche in virtù della verve stilistica di un autore di provate capacità comunicative.

Domenica Fontana

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Qui si affronta a muso duro l’essenza della creatività, si disarticolano concetti radicati e si cerca di comprendere il potere della parola nella definizione e ridefinizione del mondo. Praticamente un’arma definitiva che spero non cada in mani sbagliate.

Pierluigi Guainazzi

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Stefano Bartezzaghi, Mettere il mondo al mondo – Tutto quanto facciamo per essere detti creativi e chi ce lo fa fare

Il semiologo, giornalista e scrittore Stefano Bartezzaghi pubblica con Bompiani, nella collana da lui diretta Campo Aperto, un libro sul concetto di creatività e di come questa idea si apparsa nel mondo dal secolo scorso in poi e abbia finito per influenzare tutto il nostro tempo, in modo sempre diverso, in relazione al tempo e al contesto in cui la parola-termine viene utilizzata.
Creatività è una di quelle parole ad “alto uso”, una di quelle parole “facili”, ci dice Bartezzaghi, e allora diviene semplice pensare che possa avere anche un significato facile e invece la definizione che ne dà Il Grande Dizionario Italiano dell’Uso di De Mauro (1999) è “capacità di creare, d’inventare” senza aggiungere null’altro, senza darci ulteriori informazioni circa la reale portata della parola; questo perché le parole “facili” sono molto difficili da definire.
Bartezzaghi scrive questo libro per parlare della creatività come problema semiotico e cioè come problema che ha per oggetto lo studio della categoria concettuale della creatività e di tutti i fenomeni che a essa possono essere collegati; la creatività è un problema di ricerca semiotica perché quando parliamo di creatività sembra che tutti c’intendiamo e invece no, tutti ne abbiamo un’idea diversa.
Un ottimo libro, il cui titolo riprende il nome di un’opera dell’artista contemporaneo Alighiero Boetti “Mettere al mondo il mondo”, che scava nella profondità di un’idea-concetto-parola-termine per arrivare alla conclusione che la creatività non è altro che il tentativo di dire qualcosa sul mondo ma spesso anche una costante ossessione.
Chiudiamo, come fa Bartezzaghi, con le parole di Greimas: “La creatività non comincerebbe forse proprio da questo sentimento perseverante, ossessivo, che ci sia qualche cosa da capire, che ci sia qualche cosa – non si sa esattamente che cosa – da dire sul mondo, da dire al mondo?”
In chiusura un’appendice di note terminologiche per chi vuole approfondire questa disciplina, la semiotica.

Luisa Foti