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Il libro è molto coinvolgente e racconta l’esperienza e la vita dell’autrice durante la sua permanenza nel Myanmar come capo missione in un omg. Dal titolo mi aspettavo una trattazione più approfondita delle situazione storica, politica e culturale del Myanmar, con meno digressioni sulla vita passata dell’autrice.
Ilaria Di Prinzio
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Con ironia e irriverenza Carla Vitantonio, autrice e protagonista del libro, a ritmo di swing ci trascina con i suoi racconti tra le strade della Birmania.
Racconti molto intimi e riflessioni personali si intrecciano alle storie di milizie ribelli e minoranze etniche dimenticate.
Leggendo mi sono spesso sentita spaesata e stranita da una cultura così diversa dalla mia.
Angela Corvino
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Spiritoso, ironico, divertente e allo stesso tempo rigoroso nella ricostruzione storica del paese. Critico nei confronti dell’attuale governo nonche’ dell’operato delle ong.
Maria Luciana Argalia
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È stata una scelta difficile perché ho amato moltissimo entrambi i libri, ma Myanmar Swing è veramente il più bello: è a metà strada tra un saggio e un memoir, scritto in modo scorrevole ma assolutamente mai superficiale, ricco di impressioni e storie dentro la storia che non distraggono, ma anzi formano un unico mosaico. L’ho trovato geniale, moderno, veramente da leggere, ricco e complesso ma scorrevole come un romanzo.
Beatrice Spagnesi
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È difficile definirlo un saggio sul Myanmar, secondo me è il racconto, il diario, di una fase particolare della vita della protagonista.
La prosa risulta accattivante, fresca.
Certo, quando arrivi alla fine della narrazione non hai le idee più chiare né sul Myanmar né sulle Organizzazioni Umanitarie, ma la lettura è piacevole e le descrizioni dei luoghi e delle atmosfere ti catturano.
Angela Camporesi
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Forse non è un vero e proprio saggio, l’ho letto più come un resoconto di viaggio che è entrato anche negli aspetti più sociali del paese di cui racconta.
Indubbiamente ha il pregio di parlarci della Birmania oltre che per gli aspetti più ludico/turistici anche degli aspetti sociali, e più in generale del mondo delle ong. Quindi un giudizio positivo ma con qualche riserva.
Daniele Parizzi
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Interessante, lettura scorrevole, si può apprezzare l’uso di un linguaggio moderno. Buona tutta la fase descrittiva. Il libro racconta la Birmania, permette di approfondire alcuni aspetti di una realtà ancora poco conosciuta
Emanuela savelli
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La trentasettenne autrice, presidente locale di una ONG, tratteggia in trentaquattro capitoli con uno stile senza fronzoli le sue realtà sociale, economica e militare ricavate dai sette anni trascorsi in Myanmar.
Il libro mi ha interessato molto stante la mia pregressa quasi totale ignoranza, a eccezione delle tragiche vicende dei Rohingya (trattate per esteso nel testo), sul Paese.
Sergio Beretta
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Il libro è una sorta di diario scritto da una cooperante di una importante ong e racconta della sua esperienza lavorativa e di vita nella Birmania contemporanea.
Non è un libro completamente riuscito; è un pò troppo lungo, a tratti prolisso ed autoreferenziale. Eppure l’idea è buona e l’autrice ha una scrittura chiara ed ironica, nel complesso piacevole.
Renata Abicca