< Napoleone e la guardia imperiale di  Sergio Valzania (Mondadori)

Qui di seguito le recensioni di NapoleoneeLaGuardiaImperiale raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Interessante anche se in molti punti un po’ prolisso.
L’argomento era senza dubbio particolare e comunque è motivo di curiosità per sviluppare ulteriori ricerche.

Alessandra Romano

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Un punto di vista particolare, un racconto della formazione, evoluzione e fine, di quel corpo speciale che fu La Guardia Imperiale. Un ruolo importante che personalmente non conoscevo e come anche afferma l’autore, troppo spesso tutti si sono concentrati sull’Uomo, sicuramente fondamentale, ma che necessariamente ha bisogno dei generali e subalterni che molte volte fanno la differenza sull’esito di una guerra; una per tutte la battaglia di Waterloo.
forse pecca un po’ di troppe nozioni sugli spostamenti dei battaglioni e che quindi rende un pò noiosa la lettura delle pagine relative.

Anna Pizza

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Partito con i miei personali favori iniziali di vittoria, anche durante la lettura il libro ha confermato l’idea avuta. La storia personale e le battaglie di Napoleone hanno riempito pagine e pagine di letteratura ma il taglio dato da S.Valzania è risultato comunque interessante: pur rimanendo sulle sfondo tutte le vittorie e le sconfitte del protagonista (Napoleone) in questo libro si affaccia una realtà di cui magari si è parlato poco, la guardia imperiale, che ha affiancato le imprese e le disfatte napoleoniche rimanendogli fedele.

Russo Rocco

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Diciamo che con questi tempi bui parlare ancora di guerre non gratifica. E’ comunque un libro interessante.

Annamaria Ciarrocca

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Conosco Valzania anche come conduttore radiofonico e lo apprezzo, però il problema dei saggi è che se l’argomento non ti prende....

Federico Corubolo

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Le gesta di Napoleone Bonaparte con uno sguardo laterale agli uomini che costituirono la sua Guardia Imperiale.
Ben scritto e approfondito lo studio delle fonti

Manuela Massenz

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Un’altro resoconto del Risiko di Napoleone. Il racconto prende un po’ di altezza per mostrare la grande scacchiera europea, e poi promette di scendere al livello degli individui che compongono il grande esercito, ma non lo fa mai veramente. Interi capitoli si leggono come un manuale di storia. Migliora quando parla delle sconfitte, anche lo storico ha un cuore e fa finalmente battere anche quello del lettore.

Silvia Pestelli