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Le microplastiche ci riguardano tutti da vicino in modi impensabili. Difficile rimanere indifferenti leggendo questo libro ben documentato e attento, non c’è niente di particolarmente nuovo sull’argomento, ma il tassello aggiunto è agghiacciante.
Alessia
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Un agile volumetto che riporta le risultanze di un esperimento condotto dall’autore, per misurare l’incidenza delle micro plastiche addirittura nel feto, specie di chi beve dalle bottigliette di plastica. Curioso, ma nulla più.
Andrea Firpo
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Il tema è attualissimo e emergente. Il linguaggio è accessibile, la disamina ha un taglio divulgativo che sollecita anche fattivi comportamenti. Scorrevole nella lettura, mantiene un buon ritmo dall’inizio alla fine. Il titolo mi ha però creato delle aspettative superiori a quanto poi incontrato di fatto. Infatti il tema dell’assorbimento placentare delle microplastiche è trattato solo in un breve spazio del testo. Mi aspettavo, invece, che venisse trattato in modo più esteso e ampio.
Loretta Gallon
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Con estrema chiarezza l’autore ci conduce attraverso il percorso di ricerca che lo ha portato a trovare microplastiche nella placenta. Il risultato allarmante è che la plastica ha colonizzato i bambini nel grembo materno. Ma non solo. Le microplastiche entrano negli organi umani attraverso il cibo e le vie respiratorie. Pensare ad un mondo senza plastica è ormai impossibile. La soluzione? La meravigliosa idea dell’autore di osservare la
Terra da lontano. La visione dell’astronauta consente di sviluppare un personale senso di interconnessione e di responsabilità nei confronti della Terra.
Angela Broccoli
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Lo sappiamo ma ce ne dimentichiamo presto e spesso. Questo libro, attraverso dati tecnici che però sono esposti semplicemente, ci ricorda che la plastica è ovunque e che stiamo diventando plastica noi stessi. E che il cambio di rotta dipende da noi.
Carolina Ciardini
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È scioccante sapere che la plastica fa già parte del nostro corpo, del corpo dei nostri bambini e dei nostri neonati. E la soluzione, come indica il libro, è una sola, impegnare tutti noi che siamo sul pianeta Terra. Non c’è nessun altro piano ed è molto ben raccontato.
Salomé Blanco López
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“Nati con la camicia…di plastica” è un prezioso contributo del Dott. Antonio Ragusa, direttore del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Fatebenefratelli di Roma, capo del gruppo di ricerca che per la prima volta ha rilevato la presenza di microplastiche nella placenta umana. Uno scritto in cui l’autore narra in prima persona l’esperienza personale che lo ha portato ad una sorta di “conversione ecologica” quando in una mite giornata primaverile ha notato la presenza di microscopici pezzi pezzi di plastica in una spiaggia della Sardegna creduta incontaminata. Un elaborato che intreccia brillantemente narrazione e ricerca scientifica offrendo nozioni accurate circa la provenienza e il ciclo di vita delle microplastiche e delucidazioni in merito alle alternative alla plastica. Un rimando al fatto che non sempre le parole che contengono le particelle “eco” e “bio” sono sostenibili, bisogna fare molta attenzione alle speculazioni e al greenwashing. Nel capitolo finale viene proposta una riflessione a tratti filosofica che invita l’umanità a riflettere sulla magnificenza della terra e sensibilizza alla sua salvaguardia.
E.P.
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Testo encomiabile per il fine che si prefigge: trasmettere la consapevolezza che l’uomo deve fare i conti con un mondo ormai devastato dal comportamento infausto della specie umana: la presenza di microplastiche già nel grembo materno ne è una drammatica evidenza.
Chiara Mule’
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SIcuramente argomento interessante quello trattato nel testo, venuto fuori da una passeggiata sulla "plastica"... ma non mi è piaciuto quanto l’altro testo a confronto. Dovrebbe però essere un testo affidato alle nuove generazioni,magari anche durante le lezioni scolastiche, per comprendere i danni, o per lo meno la cura che dovremmo avere del nostro posto prima che accadano fatti seri (probabilmente già accaduti)
Luigi D’Alauro