< Nebbia mortale di  Mario Iannaccone (Ares)

Qui di seguito le recensioni di NebbiaMortale raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

* * *

 

La lettura è molto scorrevole. La vicenda è abbastanza interessante ma in molti punti prevedibile, mentre l’ambientazione è insolita e per questo intrigante.

Francesca Mucciaccio

* * *

 

Un Assassinio sul Nilo in salsa padana. Siamo negli anni 60 e un gruppo di diplomatici di varie nazionalità si riunisce per una breve crociera sul Po in cui discutere il progetto del Grande Canale Navigabile. Una crociera dai risvolti drammatici. Ottima premessa rovinata da dialoghi irrealistici e personaggi stereotipati.

Grazia Piccininno

* * *

 

Originale sia la storia che l’ambientazione.
Brevi le descrizioni ma che caratterizzano bene sia i personaggi sia il periodo storico.

Alessandra Romano

* * *

 

Un giallo ambientato negli anni ’60 su un battello che procede in mezzo alla nebbia sul Po.
Romanzo pieno di stereotipi e di allusioni al lettore talmente banali da risultare fastidiosi.

Patrizia Deorsola.

* * *

 

L’idea di ambientare una crime story nella bassa padana, durante un ’crociera di prova’ lungo il fiume Po e’ intrigante e nuova, anche se l’idea del crimine di per se’ commesso durante una crociera su un fiume richiama chiaramente ’Assassinio su Nilo’ di Agatha Christie. Non ho ancora letto tutto il libro e sono comunque curiosa di proseguire per vedere se la mia previsione e’ azzeccata e come si sviluppera’ l’intreccio, il che e’ decisamente un punto a favore del libro. Da appassionata divoratrice di gialli e crime stories devo essere ’presa’ da quello che leggo o mi passa la voglia.
Alcune scelte pero’ non mi convincono del tutto:
1. l’ambietanzione del testo negli anni ’60: perche’? Non e’ una scelta originale (Vedi per esempio Fabrizio Silei e i suoi gialli ambientati al tempo del fascismo) e i riferimenti al periodo (il colonnello Bernacca, le patatine San Carlo) sono chiari ad una persona della mia generazione (sono nata nel 1970), ma se non vengono contestualizzati risultano poco significativi per chi non e’ di quel periodo.
3: la malattia del giovane commissario: a che pro? (premetto che ho iniziato e scorso qua e la’ per poter abbozzare la mia recensione
4: alcuni personaggi (il francese, l’americana fascinosa, la franco-belga, ma anche la coppia napoletana) mi ricordano molto quelli di Poirot, un po’ macchietta, con caratteristiche a volte molto marcate)
5: il vocabolario usato : ogni tanto compaiono termini del dialetto milanese in corsivo, e lo capisco. Ma quando ad esempio il giovane Brigante rimuove il ghiaccio dal parabrezza della seicento, usa un ’raspino’, che non e’ sicuramente una parola italiana, ma piu’ un espressione dialettale. Magari l’intento e’ quello di ’umanizzare’ di piu’ il personaggio e renderlo piu’ vicino al lettore. O di connotare il testo anche da un punto di vista geografico. Ma stona un po’ con il tono generale del testo.

Nicoletta Gueli