< Nel mezzo di  Francesco Sarcina (Sperling)

Qui di seguito le recensioni di NelMezzo raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

* * *

 

Non conoscevo Francesco Sarcina, per la verità non sono appassionato di musica, l’ascolto quando capita.
Il suo libro mi ha divertito in qualche pagina, è un racconto di vita, gradevole da leggere.

Enrico Ciancarini

* * *

 

non mi sono mai piaciuti i Rolling Stones ma il quadro d’epoca è prezioso.

maria rigano

* * *

 

Francesco Sarcina vuole fare il Bret Easton Ellis ma purtroppo con scarsi risultati.
Stilisticamente perfettibile, vuole fare il grezzo ma è poco convincente.
Alcuni aneddoti scadono poi nel cliche del rocker dannato sesso droga rock&roll, nella morbosita del gossip da rotocalco.
Mi spiace perchè il personsggio Sarcina mi piace, ma l’autore molto meno.

Francesca Dallasta

* * *

 

Ennesima biografia di una rockstar che ha vissuto la sua vita secondo lo slogan “sesso, droga e rock and roll” con redenzione finale compresa. Scritto bene, si legge in un fiato ma ha un sentore di “già sentito in passato da altri”. Consigliato solo ai fan del gruppo.

Alessio Giavazzi

* * *

 

Cruda rappresentazione di una realtà / società di fine secolo scorso.
Linguaggio molto realistico, quasi freddo, fa spesso dimenticare che si tratta di una autobiografia.
Si nota talvolta un distacco tra l’autore e lo scritto come se lo stesso non ne fosse anche protagonista

Gregorio D’Agostino

* * *

 

"Francesco per raccontarsi ha saputo conoscersi?" Sicuramente il raccontare una vita così complessa non sarà stato facile, mettere a nudo sentimenti, emozioni forse sarà stato ancora più doloroso. Inoltre riconoscere gli errori ed uscire da una vita segnata da alcol, droga e sesso è un percorso che non tutti sono in grado di fare. Francesco Sarcina nella sua vita ha avuto una grande dote: sa fare poesia che trasforma in musica, ed è questo che gli ha permesso di essere oggi, nonostante i suoi errori, un uomo felice con i figli e grato alla vita per il successo che ha raggiunto.

Ciogli Sabatina

* * *

 

"Nel mezzo" di Francesco Sarcina è stata una piacevole sorpresa e un’interessante lettura. Non essendo fan del musicista, mi sono buttata a capofitto nella lettura godendomi sicuramente di più gli aneddoti e i ricordi di Sarcina. Riferimenti espliciti a parte, è stato molto interessante vedere la vita di una persona così eclettica raccontata da chi ha vissuto quelle avventure in prima persona. Non so se avrei scelto proprio questa biografia, se l’avessi trovata su uno scaffale in libreria, ma sono contenta di aver avuto la possibilità di leggerla.

Alexandra Cojocaru

* * *

 

“Nel mezzo” di Francesco Sarcina racconta l’autobiografia dell’autore cantante: la scelta di dedicarsi ad un racconto di questo tipo è legata, probabilmente, all’avvertimento di una cesura e al passaggio da una situazione di grande difficoltà ad una di maggiore serenità e tranquillità. Lo scrittore descrive la propria infanzia e giovinezza tra problemi familiari e la presenza costante della droga, la passione per la musica e la ricerca del successo. Egli mette a nudo se stesso e molti personaggi che lo hanno circondato non risparmiando considerazioni personali spesso impietose. Mi sembra che questo volume rappresenti un tentativo di riscatto e di riabilitazione o forse il modo per esprimere la propria verità. Le pagine dedicate ai genitori e ai nonni sono ricche di affetto e tenerezza, ma nel complesso questa lettura non mi ha convinto. La scrittura manca di profondità e non sono certa che il genere saggistico sia la categoria giusta a cui ascrivere quest’opera.

Silvia Vantaggiato

* * *

 

Che cosa c’é "Nel Mezzo" di F. S.? C’é la vita di un musicista dalla nascita al momento del successo, momento in cui può voltarsi indietro; così, ripercorrendo i momenti di questa sua esistenza sempre eccessiva nelle passioni, nello sperimento dato dalle roghi, nella ricerca spasmodica di sesso e fuga verso un...altrove riconoscersi nelle sue spinte più intense e vere, la musica, la passione, i figli. Stile disinvolto, apparentemente spontaneo e colloquiale, ma creato ad arte per una lettura ansimante, tesa a costruire il ritratto di un "artista incalzato da un’ansia maledetta". Forse una narrazione più sobria, meno enfatica, con qualche reticenza in più e qualche particolare in meno avrebbe garantito un risultato più efficace, un profilo meno compiaciuto, meno tormentato, ma più autentico nel fascino e nella sofferenza della verità.

Marina Cabria