< Nel nome di Dante di  Marco Martinelli (PonteAlleGrazie)

Qui di seguito le recensioni di NelNomeDiDante raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Tra i molti scritti su Dante si legge volentieri questo saggio pop che mescola gli stili tra cronaca e racconto, mentre propone confronti biografici e ideologici alla lontana, giustificati dalla visibile e autentica partecipazione alle vicende. In realtà lo sfondo su cui si dipanano i fatti esposti è l’Argomentazione come procedimento di scrittura, che è nella natura del saggio. Qui l’obiettivo sembra essere il resoconto dell’esistenza dedita all’affermazione degli ideali per i quali si è scelto di esporsi: il sommo poeta e il padre funzionario di partito. Il taglio biografico non è una novità nella critica dantesca, risulta nuovo l’accostamento ad una persona che ha vissuto scelte ideali simili, e l’intreccio è tanto più interessante poiché del secondo si è condiviso molto in prima persona. Assistiamo ad una inusuale umanizzazione dell’artista e i passaggi biografici che poi tornano nelle opere, sebbene conosciuti si apprezzano qui perché visti con uno sguardo nuovo, almeno per me. Non posso infatti dire di conoscere tutta la sterminata letteratura critica su Dante, ma appartengo a quella generazione che Dante lo ha frequentato moltissimo e con passione smisurata. L’immagine dell’uomo tradito nella fede politica, così come è stata tratteggiata qui mi ha ricordato l’amarezza manifestata da Jonathan Swift, qualche secolo dopo e in un altro paese, che ritiratosi in esilio dopo le battaglie politiche che lo videro sconfitto produsse le opere che lo resero immortale, sebbene con altro peso e diversa fortuna.

Maria Antonia Grasso

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Scorrevole e di facile lettura dà un attento quadro del tempo, di Dante e delle sue opere.
Mi è piaciuto anche il fatto che l’autore abbia intercalato riferimenti alla sua storia personale collegandola con la narrazione.

Piera Contino

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Il libro si rivolge ai giovanissimi lettori. Non è il mio caso, ma avendo studiato Dante al liceo, quindi 50 anni fa, il mio ricordo non è così vivido e la mia mente può essere considerata “giovane”. Il libro mi ha molto coinvolto, è originale e scorrevole, sovrapponendo ai versi di Dante la storia personale dell’autore e eventi storico-politici recenti. Molto interessanti gli episodi della vita di Dante, l’originale definizione di Dante come poeta dell’attenzione e non dell’immaginazione, Beatrice come simbolo di Bellezza, Grazia, Sapienza e Guida verso il Mistero, la scelta del volgare per rendere possibile in particolare la lettura anche alle donne, la descrizione della politica e i frequenti paralleli con quella attuale. Rende in maniera semplice concetti difficili in modo da rendere possibile la lettura e l’interpretazione i un poeta complesso come Dante. Insomma, mi è piaciuto molto.

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Mi è piaciuto molto il collegamento costante tra passato e presente e l analisi politica che ne scaturisce .
Richiamare la storia autobiografica dell autore e dei fatti italiani più importanti di un recente passato è stato molto interessante.
La storia siamo noi attenzione nessuno si senta escluso ..siamo noi padri e figli ...e poi tutti dicono tutti rubano alla stessa maniera ..ma è solo una scusa per non farti uscire la sera...

Claudia D’Agostini

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Coinvolgente: l’autore intreccia la sua storia familiare, a partire dal ricordo del padre appassionato della Divina Commedia, con la vita e la opere di Dante Alighieri e ne attualizza il significato.
2. Di facile lettura: l’approccio è semplice e più volte l’autore ripete "mio giovanissimo amico/a, è a te che parlo".
3. Interessante: come introduzione o rinforzo della lettura o dello studio della Divina Commedia.
Queste caratteristiche, tuttavia, non mi sembrano proprie di un ’saggio’.

Isa Bonomi

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La figura di Dante Alighieri è brillantemente descritta nella sua interezza. L’autore ci trasmette curiosità per la vita privata di Dante, visto in tutte le sue dimensioni e non solo in quella di grande autore della "Commedia". L’autore mescola con maestria antico e moderno e ci fornisce una rilettura molto interessante della "Divina Commedia". L’intero saggio ha uno stile leggero, ma mai banale o sciatto e riesce a trasmettere con chiarezza il pensiero dell’autore a ad incuriosire il lettore.

Alessandra Cavalli

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Purtroppo non ho avuto modo di terminare la lettura di questo libro che mi ha appassionata in una maniera che non credevo possibile.
Ero piuttosto scettica nell’approcciare Dante alla mia età dopo anni di studi scolastici ed universitari sulla materia che mi hanno annoiata a morte. Lo scrittore riesce invece, attraverso il racconto della sua storia personale a entrare in empatia con il lettore e a trasmettere delle conoscenze, anche specifiche, su Dante in maniera appassionante. Non vedo l’ora di procedere con la lettura. Ho sempre avuto difficoltà ad apprendere in maniera accademica ma attraverso questo modo di raccontare sento che sto venendo a conoscenza di molte più cose di quante ne abbia mai apprese studiando l’argomento in passato. Il linguaggio è leggero e dinamico. Le vicende personali sono raccontate con estrema grazia dallo scrittore.

L M

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Bellissimo saggio: in una stagione affollata come non mai di letture di e su Dante se ne apprezza a tal punto il valore da ritenere un vero e proprio omaggio della sorte l’esservi inciampati.
Responsabile in primis è la scrittura limpida, scorrevolissima, che attrae come in un romanzo, arrivando a renderti avvincente anche la nota bibliografia in calce, una sintesi semplice, e bellissima anch’essa, della congerie di fonti, tradizioni e traduzioni dantesche, esegesi e letture che costituiscono il sedimento e la garanzia della bontà scientifica di questa operazione editoriale.
Ma ancor più coinvolgente è la trama attraverso la quale l’autore ci propone di leggere l’avventura politica di Dante, dalle prime ‘esposizioni’ pubbliche ai trattati, dagli esordi della carriera nelle magistrature civiche all’epilogo delle esilio e delle accuse infamanti di tradimento: perché in essa trama corre in parallelo la storia o meglio il racconto etico e politico della vicenda terrena del padre dell’autore, Vincenzo, adottato come una sorta di umana cartina di tornasole con cui misurare la grandezza del “ghibellin fuggiasco”.
Della singolare familiarità dell’autore con Dante fin dall’adolescenza si apprende dal primo capitolo, Il racconto che apre il giorno, in cui la figura paterna emerge nella sua dimensione di precettore ‘altro’ del figlio, responsabile di un percorso pedagogico alternativo e parallelo a quello ‘ufficiale’ scolastico, impegnato a far conoscere dell’Alighieri prima di tutto la parabola umana, la sofferenza, l’amara condizione di solitudine dell’esule braccato.
Attraverso questa lente si leggono tutti gli altri capitoli: quelli per così dire ‘testuali’ su Dante (Dante adolescente; Bianchi, Rossi e Neri; Il poeta in politica; Il profugo; L’ultimo rifugio; E cielo e terra) e quelli che di Dante, in un intreccio di grande suggestione, attualizzano il pensiero e l’impegno percorrendo i momenti salienti e tragici dell’Italia repubblicana (come nel denso lI corpo nella Renault Rossa e in Servire il popolo). Un libro scritto, come dice l’Autore “soprattutto per i ragazzini e le ragazzine di questo nostro martoriato Paese. Perché possano subire lo stesso fascino, lo stesso stordimento che provavo io quando, adolescente, cominciai a entrare in quella cattedrale rilucente di oscurità che è la Commedia, portato per mano da mio padre”. Un libro che, catartico e consolatorio di ingiustizie subite, di fatto appartiene, trascendendole tutte, a ogni generazione.

Maria Cristina Rossini

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Nel Nome di Dante si presenta come un saggio fortemente contemporaneo, sebbene il titolo faccia pensare ad altro.
Fin dalle prime pagine l’autore riesce con abilità a intrattenere il lettore, descrivendo non solo la vita del sommo poeta Dante ma anche quella di suo padre. La particolarità sta proprio in questo, ovvero nella decisione dell’autore di narrare insieme le vite di due figure così distanti tra loro ma per alcuni aspetti similari. Inoltre, il carattere biografico del libro crea un legame tra scrittore e lettore, legame nato dalla forte dimensione intima che emerge e cresce nel corso della narrazione.
Ho apprezzato l’abilità narrativa e descrittiva, la semplicità della scrittura, la leggerezza nel trattare una delle figure più importanti di tutta la storia dell’umanità, e soprattutto la capacità di descrivere alcuni degli eventi più singolari della seconda metà del ‘900. Il tutto fa comprendere chiaramente come la storia sia, il più delle volte, ciclica, consapevolezza che il lettore raggiunge in seguito ai molti parallelismi che l’autore mette in evidenza attraverso l’agire umano, che nonostante otto secoli di distanza sembra percorrere gli stessi errori.
Un ulteriore punto di forza del saggio – a mio parere il più innovativo – sta nell’obiettivo dell’autore di rivolgersi a un pubblico anche giovane, stimolando la curiosità di ragazzi e ragazze, bambini e bambine, ovvero dandogli la possibilità di scegliere un testo alternativo a quello scolastico.
Assolutamente consigliato.

Arianna Criscione

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Marco Martinelli, ci accompagna a scoprire Dante nella sua umanità, cosa che solitamente non accade.
Attraverso aneddoti e passi tratti dai suoi capolavori, ci spiega le ragioni della fama di Dante, in maniera mai sontata e banale, avvicinandolo ai lettori tanto da farci provare empatia, per il Dante in esilio, innamorato, in cerca di una corte che lo protegga.
l’autore fa parlare i contemporanei di Dante, ci dipinge un fiorentino non capito dai suoi cittadini, amato dal Boccaccio, sepellito a Ravenna e non voluto dalla sua città se non nel tardo 600, quando si accorse di quanta bravura avessero trascurato per quasi tre secoli, abbandonandolo ed esiliandolo, addirittura condannato al rogo.
Un libro questo assolutamente consigliato, a chi magari Dante non lo ha capito e non l’ha mai percepito come umano, ed a chi lo ha sempre amato e lo amerà dopo queste pagine ancora di più.

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“Nel nome di Dante” è un saggio breve scritto da Marco Martinelli.
Leggendo il titolo, e sapendo che si tratta di un saggio, il lettore si aspetta di leggere qualcosa legato alla vita di Dante o alla Divina Commedia.
In realtà lo scrittore sfrutta Dante per parlare della sua vita e in particolare del legame con il padre: proprio la persone che, recitando versi a memoria, gli ha trasmesso la passione per la letteratura e in particolare per Dante.
Il grande pregio di questo saggio è di saper raccontare la vita di Dante e alcuni passaggi della Divina Commedia in chiave moderna: spesso l’autore trasporta gli eventi narrati ai giorni nostri, facendo capire al lettore come mai Dante sia un classico. Ciò che racconta, infatti, è sempre attuale anche a distanza di secoli.
La scrittura è molto semplice e scorrevole proprio per invogliare il lettore a continuare a leggere senza stancarsi troppo. Obbiettivo che direi raggiunto visto che l’ho letto tutto d’un fiato in una giornata.
Per la prima volta in questo torneo mi trovo in difficoltà sulla scelta del vincitore: ho trovato entrambi i saggi molto accattivanti. Bisogna comunque trovare un vincitore e quindi scelgo di far vincere questo libro. L’ago della bilancia è stato quello di aver reso Dante un personaggio attuale, moderno. È questa, infatti, una capacità che vorrei venisse insegnata di più nelle scuole per far capire che anche personaggi del passato non sono poi così diversi da noi.

Alice Ronzoni

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L’autore è senz’altro un bravo drammaturgo, capace di infondere forza visiva alle sue parole. Mi lascia un po’ perplesso, tuttavia, il costrutto del libro, a metà tra un viaggio nell’epoca dantesca ed uno nella biografia personale dell’autore, soprattutto per celebrare i fasti del padre Vincenzo. Sarebbe quasi da fare due recensioni. La parte con Vincenzo, Luciana, l’autore e tutta l’Italia tra la Guerra, il miracolo economico, Aldo Moro e gli anni senili è bella e coinvolgente, tanto che si legge con gusto e velocità. Anche con rimembranze, sia dei furori paterni, sia delle lotte scolastiche con il mio amato-odiato insegnante di lettere, il prof. Torinto Morganti. La parte dantesca, invece, risulta un po’ monca. Non è incisiva, non è risolutiva, non accompagna in particolare nella parte “Commedia”. Certo, si cerca di far uscire Dante dall’imbalsamato busto della letteratura, per farlo uomo del suo tempo. Operazione in parte riuscita, ma non completamente. Forse, e non è un caso, risulta avvincente solo la storia relativa alle ossa del sommo poeta. Ed anche, non a caso, le sue peregrinazioni ravennati, il rapporto con Guido Novello da Polenta, il mescolar quella Ravenna a quella d’oggi è un secondo punto di forza. Non a caso, l’autore ha messo in scena drammaturgie dantesche per Ravenna Festival a partire dal 2017.

Giovanni Leonori

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Lettura faticosa

Sergio Beretta

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La vita di Virginia Woolf è scritta in questo libro bellissimo da Nadia Fusini. Una biografia straordinaria raccontata in modo semplice e allo stesso tempo avvincente. La famiglia ed in particolare sua madre la condizionano pesantemente, ma non impediscono alla grande Virginia di scrivere libri che anche oggi meravigliano per l’avanguardia dei tempi in cui è vissuta. Si legge una storia che sembra un romanzo, ma che è invece un incalzante racconto che avvince ed appassiona. Molto bello.

Franco Della Ducata

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La rilettura della Commedia proposta da Marco Martinelli è originale e interessante: in un profluvio di opere che cercano di interpretare e attualizzare i versi danteschi, questa spicca in quanto, a mio avviso, l’autore ha trovato la chiave giusta, alternando il racconto di episodi della sua vita privata (legati in particolare alla figura del padre, impegnato in politica con la Democrazia Cristiana) a momenti cruciali dell’esistenza di Dante. In tal modo, le acutissime riflessioni filosofiche, etiche e politiche del grande fiorentino vengono ricondotte ad una dimensione contemporanea, mettendone in luce l’universalità. Un saggio da far leggere in classe per far comprendere agli studenti come le opere più grandi della letteratura sono diventate immortali proprio perché capaci di toccare corde talmente profonde dell’animo umano, da risultare familiari a tutti noi, anche a secoli di distanza. Consigliatissimo.

Ivan Corrado

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Il primo libro che ho letto è stato "Nel nome di Dante" di Marco Martinelli. Una lettura piacevolissima con dei riferimenti familiari che mi hanno particolarmente colpito. La storia di Vincenzo ha molte sfaccettature che mi riportano alla mia infanzia e al mio rapporto con mio padre. ma è la storia di Dante e la sua contestualizzazione ad avermi fatto scegliere.

VINCENZO DE CARLO
VIA BASENTO, 35 - GALATI

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Saggio rivolto ai giovanissimi incentrato sulla vita di Dante e del padre dell’autore.
In ogni pagina traspare l’amore per Dante e la sua opera. Non sempre convincente però il parallelismo tra il Sommo Poeta e il padre.
È comunque un libro bellissimo che consiglio.
Mi ha fatto veramente venire voglia di riscoprire la Divina Commedia.

Flavia Coronetti

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Libro destinato ( e speriamo ci arrivi) a ragazze/i adolescenti con lo scopo di creare la giusta curiosità e che quindi li avvicini a Dante Alighieri ( personaggio storico molto attivo) e alla sua somma opera (Divina) Commedia.
Lo stesso autore è stato favorito nel suo interesse alla Commedia, al suo godimento, alla vita del sommo Poeta da un padre molto presente. Padre poliedrico e maestro gentile.
E quindi Dante guelfo ma forse anche un po’ ghibellino. Dante ragazzo che assiste alla ferocia umana presente a Firenze alla fine del dodicesimo secolo. Dante e Beatrice: reale, grazia, mistero, sogno? Dante e la politica.
Firenze dei banchieri e degli artigiani, Firenze esperimento di democrazia.
La scelta dell’uso della lingua volgare come lingua del popolo e soprattutto lingua delle donne e dell’amore.
L’autore mette molto, forse troppo della sua vita, della vita del padre. Questo senz’altro ravviva ricordi se non nostalgie nei ventenni degli anni ’70.
Non manca il giallo del ritrovamento delle ossa del Poeta dove, come e perché non avrebbero dovuto essere.

Francesco Crippa

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Nel nome di Dante di Marco Martinelli, edizioni Ponte delle Grazie, non è riuscito a coinvolgermi più di tanto, l’avvicinamento con le vicende più o meno recenti non mi ha tanto pungolato.
Inoltre vi sono riportate un paio di storielle già note, che si raccontano in tutte le occasioni.
Ho molto apprezzato la massima che non conoscevo: Nella tua pazienza c’è la tua anima.

Vito Mauro

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Saggio completo ed esaustivo. Lungo, ma scorre che è una meraviglia. Si parte col rinvenimento del corpo del poeta e si torna poi indietro nel tempo. Tutto viene descritto nei minimi dettagli e il contorno storico in cui Dante è cresciuto viene raccontato in maniera puntuale e rende la vita e le idee di Dante molto più chiare. Davvero consigliato

Eleonora Iurlaro, 29 anni

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Libro leggibile che fa interessare alla storia di Dante

Carmelo Schifano