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Nel Tempo Sbagliato è un giallo piuttosto classico, arricchito da una vivida ambientazione genovese, che è resa con cura e conoscenza. Il detective è un Fabio Montale nostrano e la sua caratterizzazione, pur non colpendo particolarmente, ci risulta vicina e familiare. La vicenda scorre senza grandi colpi di scena e neanche il finale, purtroppo, stupisce.
Marta Magni
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Scritto benissimo (anche meglio del mio preferito) ma ho trovato la storia molto lenta a mio avviso e poco coinvolgente. In ogni caso complimenti
Camilla luisi
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Dunque comincio da me; sono un’impiegata di banca, categoria un po’ malvista, diciamolo.. intellettualmente annientata nella mente dei più.ma per fortuna sono anche altre cose, una laureata in storia che divide la vita col suo prezioso compagno, il figlio Laerte e 4 micioni, indispensabili per gli accaniti lettori quanto una comoda poltrona. Sono una finta solare, una nevrotica in incognito e ai libri chiedo molto, chiedo TUTTO. Come quel pittore di Murakami che teneva in cortile un inceneritore per le opere che giudicava fallimentari anch’io Incenerirei i brutti libri. Cattivissima? SI.
Partiamo dall’ASSASSINO SENZA VOLTO. già il titolo era un pesante indizio dei contenuti o meglio della loro assenza. Ci sono assassini con un volto? forse alla fine, se il racconto è buono..che dire? Pieno di parole inutili, personaggi ridotti a tracce su un copione, ingenuità, stereotipi a caduta libera. il professore di letteratura inglese, ad Oxford, ricordiamolo, che vive il dolore per la perdita della moglie senza farci dono di alcuna riflessione ricavata dalla prossimità con la grande scrittura ( "quella donna era tutta la mia vita " ); il detective di umili origini, partito "con la valigia di cartone piena di stracci " che avanza nei ranghi polizieschi grazie a un acume senza pari; ecco il suo prezioso cervello all’opera: "ho solo dubbi, nessuna certezza (...) "dobbiamo valutare ogni pista" (...) " l’assassino dev’essere uno psicopatico" (...) "sto andando fuori di testa".
Trama banale, pare la pessima sceneggiatura di un qualunque Crime scritta in stato di dormiveglia. i personaggi parlano, pensano, reagiscono tutti allo stesso modo, non hanno abitudini, vizi, paiono profili wikipedia, non sono riuscita a immaginarli. Manca il grado minimo di empatia per provare la più debole emozione: la malvagità non ha niente di grandioso, la giustizia nemmeno, il dolore non si sente, la vendetta non fa godere. le pagine scorrono senza lasciare tracce, Londra è nella sua ampolla di vetro da souvenir, non freme, non puzza, non incanta ,non fa rumore. sappiamo che a causa dei 3 delitti la polizia è preoccupata del turismo in calo ( ma si può scrivere una cosa del genere? ) I ricchi, che poi sono i cattivi hanno ricchezze vuote, inutili, facili, non servirebbe punirli. sono prevedibili, seguono il protocollo dei miliardari cafone, coi soldi facili che se li scuoti gli cadono di tasca. Basta, se no mi cacciate per sempre....
Veronica Polmonari
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Un giallo senza pretese, senza sorprese e senza una grande trama, che tuttavia si legge velocemente e anche piacevolmente, purché ci si sappia accontentare. Il racconto è pieno di cliché dei noir attuali: l’investigatore in crisi umana ed esistenziale, le puttane dal cuore d’oro, il cieco che vede più degli altri… Insomma: l’ennesimo giallo da spiaggia, scritto sperando ne venga tratta l’ennesima serie tv. Peccato che sia tutto talmente scontato e prevedibile da offuscare anche alcune buone qualità di scrittura.
Paola Catella
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Ottima tecnica narrativa in prima persona, con un protagonista molto ben caratterizzato. A tratti cinico, in altri meditabondo, si muove lungo il racconto negli anni 90, attraverso ottime decrizioni e qualche citazione interessante Trovo la lettura di questo romanzo scorrevole, al ritmo giusto per il genere di riferimento.
Raffaele Carafa