< Nella mente della mente della ragazza di  Matteo Tripepi (Emersioni)

Qui di seguito le recensioni di NellaMenteDellaMente raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Un romanzo che non ha una storia, ma molte e, fin qui non ci sarebbe nulla di male , poiché svariati sono gli esempi di intrecci che costituiscono il filo di una storia per renderla interessante da desiderare di attraversarla fino in fondo. Se era questo l’obiettivo del romanzo, tuttavia, è disatteso. Si può scoprire, subito o più tardi, il capo del racconto da dipanare, magari affidandosi al personaggio di Sara Leunan che sembra avere una storia da seguire. Quello che però non funziona in questo romanzo, è la scrittura. La narrazione non cattura a causa di uno scorrere che vorrebbe essere onirico, ma che riesce a essere evocativo solo in alcuni passaggi, come quello in cui si cade nel buio della tromba di un ascensore. I periodi troppo brevi, organizzati come in elenchi puntati, si limitano ad incasellare eventi, emozioni, sogni, ritornelli ossessivi di canzoni e di frasi, urla e descrizioni che non emozionano e si arriva stanchi ad una fine che non soddisfa.

Alessandra Teresa Traversa

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Questo libro pone tante domande, ma tutte le storie che vengono raccontate incuriosiscono, tengono sulle spine ...e con il congiungimento dei protagonisti, portano a darsi le risposte che salvano dal buio.

Stefania Stringaro

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Mi è piaciuto di più “Nella mente della mente” di Matteo Tripepi. In questo libro tutto avviene nell’immaginazione di una donna Sara che è la protagonista, nella sua mente si svolgono sei storie contemporaneamente che si intrecciano e confluiscono in un filone unico.

Rosella Costantino

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Non sono riuscito a finirlo, mi è parso a tratti artefatto e di difficile comprensione. Un po’ forzato.

Andrea Remelli

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Libro interessante, di difficile definizione, che non teme di confrontarsi con tematiche importanti pur manifestando a tratti qualche incertezza stilistica e di trama. Nella prima parte, frammenti di vite diverse percorrono traiettorie parallele, apparentemente senza sfiorarsi mai (sebbene sia talvolta possibile cogliere qualche collegamento tra le diverse storie); nella seconda parte la narrazione diventa più lineare, facendo comprendere le ragioni del titolo. Ogni personaggio sembra abitare un mondo e un tempo a sé stanti: ci sono pianeti circondati da un’atmosfera arcobaleno su cui non cresce nulla, se non melma e spuntoni di roccia, e altri ricoperti solo di erba viola; c’è un pianeta spezzato in due da una forza sconosciuta e un altro che precipita nel vuoto continuando a pensare. Le prime pagine sono a dir poco spiazzanti: la voce narrante, che dice di dormire su un ramo e di nutrirsi di ciliegie, ci accompagna su una terra coperta di erba viola, parlandoci dei sette fratelli che ha abbandonato e dei suoi due padri, il primo ormai morto e il secondo che non costruisce più arco e frecce perché lavora all’ufficio dell’anagrafe. In che razza di posto siamo capitati? Passato il disorientamento iniziale, si comprende però come le voci narranti siano diverse e si alternino tra loro, andando a costruire ciascuna il proprio microcosmo di solitudine e sofferenza.
Gli spunti di riflessione sono molteplici: si affrontano i temi dell’identità, della crescita, della trasformazione, della perdita e della solitudine, ma il nucleo centrale del libro ruota attorno al potere salvifico della letteratura e alla sua capacità di rendere reale ciò che è possibile immaginare. Nella mente della mente della ragazza si rivela così un buon esperimento, sebbene lo stile di scrittura sia a tratti ancora acerbo e non tutte le linee narrative manifestino la stessa vitalità: alcune si dimostrano molto originali (ad esempio a quella del giudice, che, pur nel contesto tradizionale del processo, sviluppa in modo inconsueto la riflessione sulla responsabilità individuale), mentre altre non sfruttano appieno il proprio potenziale. Alcuni passaggi sono poi altamente disturbanti e apparentemente privi di significato, come le scene di violenza che si ripetono più volte in modo simile nel corso del testo. Complessivamente il giudizio è positivo e la lettura è stata piacevole, ma mi ha lasciato un senso di incompiutezza e di possibilità non a fondo esplorate.

Giulia Casali