< Neroinchiostro di  Sara Vallefuoco (Mondadori)

Qui di seguito le recensioni di Neroinchiostro raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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L’ambientazione e alcuni personaggi (come quelli femminili) sono il vero punto di forza. La ricostruzione storica è fedele e come dichiarato dall’autrice anche ben studiata.
Il giallo è a tratti un po’ dispersivo, ma nel suo insieme la storia è accattivante.
La Sardegna che si respira nelle pagine è una terra aspra e ostile, ma piena di magia.

Alessandro Vito Milazzo

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Questo libro mi è piaciuto molto per l’ambientazione in un periodo e in un luogo non banali. Ho apprezzato molto come viene raccontata la complessità psicologica ed emotiva del protagonista. Ho trovato i personaggi ben strutturati e giustamente complessi.

Maddalena Avesani

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Neroinchiostro è un giallo avvincente, che punta molto sull’ambientazione, una Sardegna postunitaria dalle tinte quasi gotiche, in cui un gruppo di carabinieri si ritrova a indagare su un delitto che sembra inizialmente risolvibile con poche deduzioni, ma che si rivelerà più complesso del previsto. Ho apprezzato le ambientazioni costruite dall’autrice, che mi hanno riportato a suggestioni di letture passate, tra cui "Canne al vento" di Grazia Deledda. Un esordio efficace e interessante.

Erica Doninelli

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Un giallo ambientato in Sardegna in una manciata di giorni del luglio 1899.
Intreccio costruito in modo accattivante, personaggi ben delineati, scrittura piacevole.
Romanzo che sa catturare il lettore

Patrizia Deorsola.

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Trovo questo libro molto interessante per vari motivi:

L’idea della Sardegna come sfondo e’ nuova, almeno per me.

Lo stile narrativo e’ accattivante ed esperto. Il testo ha un che di ’antico’ e la narrazione e’ naturale e credibile.

Mi incuriosisce e stimola il desiderio di andare avanti a leggere.

I personaggi sono descritti e tratteggiati in modo realistico.

Mi piacerebbe sapere da cosa nasce la decisione di ambientare gli eventi in Sardegna nel periodo storico scelto dall’autore.

Continuero’ a leggere perche’ sono curiosa di vedere come andra’ a finire.

Ho preferito il secondo testo perche’ mi sembra piu’ originale del primo e, nonostante sia ambientato in Sardegna, meno ’regionale’ del primo. Anche l’uso della lingua italiana mi sembra meno connotato e piu’ ’maturo’.

Nicoletta Gueli

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Immaginando il rinvenimento di una trilogia inedita gli autori, mediante l’uso del linguaggio teatrale, immergono il lettore nella Firenze dantesca, in un continuo avvicendarsi di finzione e realtà. L’infanzia e la giovinezza di Dante Alighieri sono costellate di incontri e di grandi avvenimenti che segneranno un’epoca, mentre l’opera ci restituisce il Sommo Poeta in tutta e la sua umanità e fragilità.

Paola Ciriaco