< Nessuna scuola mi consola di  Chiara Valerio (Einaudi)

Qui di seguito le recensioni di NessunaScuolaMiConsola raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Sono rammaricata, ma a mio modesto parere è un libro che non mi è piaciuto. Contenuto scadente, non sono riuscita a finirlo, non mi ha incuriosito e ho trovato una narrazione elementare, credevo di leggere un tema scolastico, quasi un diario di scuola, come se la scrittrice scrutasse i personaggi dal buco di una serratura. Sono delusa e non lo consiglierei nemmeno come lettura per la scuola.

Serena Francesca Bianco
libraria

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"Nessuna scuola mi consola" é un romanzo breve di Chiara Valerio che narra con ironia vicende quotidiane della scuola Italiana. Attraverso la professoressa Faggi, giovane docente di matematica precaria, viviamo il mondo dei docenti, la loro versione dei fatti.
La giovane professoressa crea un gruppo di confronto segreto con alcuni colleghi in cui confidarsi e supportarsi. Cosa fare quando si creano fazioni all’interno del gruppo stesso e i colleghi ti mettono il bastone tra le ruote?
Nonostante le piccole avvunture quotidiane della protagonista che si confronta con giovani studenti adolescenti, colleghi unici nel loro genere e la burocrazia folle, la trama non mi convince a pieno. La lettura scorre ma a fatica; dopo un inizio abbastanza positivo la trama risulta, a mio parere, banale e piatta. Un centinaio di pagine lette con fatica. Ho apprezzato il linguaggio semplice e la chiarezza nell’esposizione.

Giulia Nicolardi

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Si legge velocemente, sfrutta enormemente il registro dell’ironia, portandolo talvolta all’eccesso, come cornice un po’ gonfiata. Emerge comunque un’esperienza vissuta abbastanza realistica.

Ada Prisco

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Apprezzo molto Chiara Valerio ma purtroppo non ho saputo apprezzare questa storia sulla scuola. Poi non ho capito la scelta di non mettere la punteggiatura dei dialoghi, sono limitata.

Paola Carello

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Letto d’un fiato, è un ritratto pietoso e ironico della scuola pubblica italiana visto attraverso gli occhi della professoressa Faggi, docente di matematica, trentenne e precaria. Il romanzo descrive la bellezza della scuola come luogo di conoscenza, ma ne denuncia anche i limiti e i problemi, suscitando le perplessità del lettore, che non potrà non considerare che il romanzo è stato edito nel 2009.

Maria Teresa Borraccia

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Nessuna scuola mi consola é una rappresentazione comica, grottesca, allo stesso tempo paradossale e realistica del mondo della scuola. Un luogo dove l’insegnamento occupa un un ruolo secondario di fronte al mandato implicito che le è stato affidato: quello di farsi carico di ogni tipo di problematica sociale. Dagli episodi narrati in chiave farsesca emerge un quadro di un’istituzione alla deriva dove, al disincanto degli studenti fa eco la frustrazione dei docenti. Entrambi soffrono della distanza tra didattica e vita quotidiana, dell’incapacita della prima di fornire risposte alla complessità della seconda. A dispetto della burocrazia, dell’invadenza dei genitori e del mancato supporto delle istituzioni, studenti e docenti si ritrovano, naufraghi sulla stessa sponda. La condizione comune spesso favorisce la nascita di una relazione autentica, empatica, appassionata, molto simile al l’innamoramento. È questa fraintesa similitudine che può indurre qualcuno a gridare allo scandalo, come avviene con la protagonista del romanzo ed il suo allievo.

Marie Louise Cappiello

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Il romanzo della Valerio come da titolo entra dentro al mondo della didattica e vive dall’interno la storia della protagonista , Alessandra Faggi , trentenne insegnante di matematica precaria alle prese con i giovani studenti , i colleghi e il preside. Brillante , decisa , determinata dimostra di farsi valere con i ragazzi e con gli altri insegnanti e con i dirigenti . Con i primi mostrando capacità didattiche ma anche una certa severità che sembra si vada perdendo nella scuola odierna . Con i secondi imponendo i suoi metodi e le sue idee e coinvolgendoli in progetti nuovi. Con il preside mostrando di non avere nessuna soggezione.
È necessario adattarsi per qualche pagina al personalissimo stile dell’autrice , dopodiché la lettura è estremamente piacevole e gustosa . Quasi un flusso di coscienza alla Giuseppe Berto , con una sintassi spesso priva di punteggiatura , senza orpelli introduttivi dei dialoghi serrati tra gli attori del testo, che permette e quasi costringe ad una lettura senza interruzioni.
Il buonumore è assicurato nelle situazioni che si creano , ma al fondo resta l’amarognolo di una scuola che in gran parte ha perso e continua a perdere purtroppo la sua funzione primaria . Con rallentamenti e complicazioni burocratiche , con le difficoltà per l’eccessiva presenza di fattori esterni ( in primis i famigerati genitori degli studenti, anche se in questa storia è descritta la classica eccezione che conferma la regola ) , con il disamore nei confronti del proprio mestiere che presto si impossessa di molti insegnanti , nel libro si figura una storia dolceamara , si ride e ci si incazza.

Roberto Muroni