< Niente a parte il sangue di  Adil Bellafqih (Mondadori)

Qui di seguito le recensioni di NienteAParteIlSangue raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

* * *

 

Ho fatto fatica a leggerlo, forse per il periodo particolare che stiamo vivendo.

Lucia Melcarne

* * *

 

Gentile Giorgio Dell’Arti,

grazie per avermi accolto nel gruppo dei lettori del suo torneo.
Ho letto per intero e in brevissimo tempo i due libri propostimi perché entrambi scritti con quel rispetto del lettore che ritengo fondamentale per la piacevolezza del leggere e che, per me, permette di apprezzare e valutare correttamente qualsiasi tipo di scritto. Rispetto che si estrinseca nella chiarezza e nella precisione usata nel descrivere fatti, personaggi e loro pensieri, loro collocazione nel tempo e nello spazio e che dà modo così al lettore di entrare di fatto nella storia narrata.
Detto questo, per quanto ami la lettura avendo fatti miei due assunti, uno di Umberto Eco ( "Chi legge avrà alla fine della vita vissutene innumerevoli oltre la sua...") e l’altro di Daniel Pennac ("La lettura è come l’amore, un modo di essere..."), le confesso che non amo scrivere (almeno per ora...) ed il pensiero di affrontare una recensione mi ha creato uno stato ansioso da compito a casa. Quindi non me ne voglia se mi limiterò solo a qualche breve considerazione su ciò che più mi ha colpito della storia narrata, avendo già detto sopra sulla qualità della scrittura di entrambe le opere.
Scelgo, tra i due libri, Niente a parte il sangue.
In esso l’autore affronta con spietata lucidità la discesa dell’adolescente Alì nel baratro della violenza e della morte assassina, e sembra offrire al lettore, già con la prima pagina ( ORA) e Alì Bomaye in esergo, la via già tracciata e scontata dell’inevitabile esito.
Per questo il lettore, avvisato e quasi rassegnato a leggere di tanto orrore, assiste e passa in mezzo ad ogni sorta di violenza, verbale e fisica, gratuita e inutile, disgustosa e raccapricciante, motivata e spietata, vile e inquietante facendo appena caso ai fotoni di dubbio che ad ogni gradino verso l’abisso lampeggiano nel cervello di Alì, spappolato da ogni sorta di intruglio chimico.
Ma un finale spiazzante e sorprendente, costruito attentamente, aspetta chi legge.
Bellissimo il diabolico dialogo con la bomba che parla ma che è pur sempre una cosa, sì destinata alla distruzione se nelle mani giuste (o meglio, sbagliate) ma che può anche tacere con un semplice clic.
Interessante la figura del torbido Zaghi con i suoi farneticanti piani di vendetta: sembra che l’autore voglia , introducendo questo personaggio, suggerire un’ipotesi agli inquirenti che indagano riguardo alla genesi di episodi di presunto terrorismo i

Carolina Del Giudice

* * *

 

La lettura del romanzo di Adil Bellafqih non è così scorrevole per uno che ha più di sessantanni. La narrazione di una gioventù "quasi" bruciata è incalzante e rispecchia sicuramente la contemporaneità di un certo mondo tutto da scoprire ma soprattutto da capire.
La disperazione che porta a gesti estremi la conosciamo, purtroppo, quasi quotidianamente. In "Niente a parte il sangue" il ritmo della scrittura sembra tratto dal rap e dal trap, un modo di narrare che descrive bene l’universo di quei giovani privi di futuro perché cercano le soluzioni più facili ed illecite per garantirsi la sopravvivenza. Un mondo dove il disincanto è ciò che domina, dove la dannazione è il solo domani.

Paolo Luisa Vissat

* * *

 

Il tema è forte e ben attuale, forse addirittura scontato o abusato. Il punto di vista insistente è quello dell’io narrante, ma i comprimari o coprotagonisti (pur con qualche scadente macchiettismo) contribuiscono a creare quell’atmosfera di disperato nichilismo voluta dall’autore. La storia si sviluppa incalzante e riserva una conclusione quasi inattesa (ero pronta ad assistere all’esplosione finale). Alì scende all’inferno ma finisce quasi per rischiare una sorta di redenzione, affrontando finalmente i demoni che lo abitano. Stile stringente, scabro, di genere Pulp come doveroso dato il tema, ma qualche insistita, particolareggiatissima descrizione me la sarei volentieri risparmiata. Fra i due romanzi, perciò, pur apprezzando “Io non ti lascio solo”, preferisco “Niente a parte il sangue”.

Valeria Panni

* * *

 

"Niente a parte il sangue" è un libro che è in grado di narrare in modo incredibile il degrado e l’abbandono presente in certe periferie e in certe fasce della popolazione. La sintassi e il lessico enfatizzano questo aspetto così come la descrizione dei luoghi, che rispecchiano il vuoto e il declino dei protagonisti. Essi infatti, in assenza di qualsiasi prospettiva di futuro in una società che non si occupa di loro e da cui si sentono completamente estraniati, cadono in una spirale di violenza e morte da cui non riescono più a uscire.

Marta Negri

* * *

 

Descrive in maniera veritiera con un linguaggio attuale il punto di vista di quel gruppo di giovani che faticano a credere in sè stessi che possono perdersi lungo il cammino della loro vita. Si inseguono falsi ideali ma possono sbagliare e pagare per i propri errori.

M. F.

* * *

 

Non mi ha coinvolta, non sono riuscita ad entrare nella storia.

Carlotta Guerra

* * *

 

Crudo, disperato, commovente. Un tuffo nelle tenebre e nel vuoto che si celano in ognuno di noi.

Giulia Casali

* * *

 

Attuale, feroce.

Silvia Roggero