< Noi però gli abbiamo fatto le strade. Le colonie italiane tra bugie, r di  Francesco Filippi (BollatiBoringhieri)

Qui di seguito le recensioni di NoiPeroAbbiamoFattoLeStrade raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

* * *

 

Grazie per avermi dato la possibilità di
Leggere questo saggio davvero illuminante su modalità di pensiero preconfezionate che sono diventate pare del nostro patrimonio culturale in merito a preconcetti razzisti, senso di superiorità razziale mascherato da senso di acquisita Cività e democrazia.

Valentina Barresi

* * *

 

L’incipit in formula dialogica conferisce al testo una vena confidenziale che fa dimenticare di trovarsi dinnanzi a un saggio. Si entra nella lettura e si rimane seduti, con rispetto, ad ascoltare per molto tempo le parole degli autori: mai retoriche; necessarie.

Jessica Benfatto

* * *

 

Ho trovato bellissimi entrambi i libri, sia "Noi però abbiamo fatto le strade" sia "Reagan", ma ho deciso di dare il mio voto al primo perchè a mio parere, come precisa anche Francesco Filippi, di questa pagina di storia non se ne parla mai abbastanza. Il saggio infatti, tratta del colonialismo italiano, un argomento spesso dimenticato sia dagli storici, sia dai programmi scolastici. Quello che più mi è piaciuto del libro di Filippi è che non ci presenta il fatto di cronaca nudo e crudo, ma ci parla dell’argomento a partire dalla "narrativa" che ci è stata cucita sopra nel corso del tempo. Tuttavia, è necessario precisare che questa lettura deve essere affrontata da qualcuno che conosce a fondo le vicende, perché un lettore "vergine" all’argomento, non saprebbe sicuramente cogliere tutti gli spunti che l’autore gli offre.

Camilla Porcella

* * *

 

Sinceramente ho imparato molto su un argomento per me decisamente poco conosciuto, che ho trovato interessante e anche scritto in modo coinvolgente.

Patrizia Sanna

* * *

 

Saggio su argomento un po’ lontano nel tempo, non troppo scorrevole e di comprensione non proprio immediata.

Mariangela Cavaglia’

* * *

 

E’ un libro che vuole costruire o ri costruire la memoria collettiva su un tema dimenticato/accantonato cioè il "colonialismo italiano".
il libro favorisce l’analisi,e spero anche la discussione pubblica sul fenomeno.
il tema del colonialismo e le sue verità sulla brutalità dell’intervento italiano sulle popolazioni "colonizzate per civilizzarle" finora è stato alquanto anestetizzato e circoscritto ad "un lascito del regiome fascista, uno fra i tanti"dimenticando che la storia coloniale italiana è durata 80 anni, ben più del fascismo.
l’autore intreccia il riassunto storico ben descritto e documentato con fonti bibliografiche con l’analisi della percezione comune sul nostro passato colonialista nei suoi vari aspetti politco,economici(Fallimentari) culturali e sociali.
la domanda chiave a cui l’autore, secondo me vuol dare risposta è: che cosa spinge uno stato sovrano ad invadere territori fuori dai nostri confini ed imporre modelli culturali, politici e economici altri rispetto a quelli presenti?
Civilizzazione si rispose all’epoca ed ora?
spero che la lettura del libro contribuisca ad attivare il dibattito sul tema della responsabilità storica in modo meno "paternalistico ed autoassolvente, tipico modo italiano di di porsi di fronte a responsabilità grandi(appunto abbiamo fatto le strade...).
Molto attuale....vista la situazione geopolitica

Loredana Gamberoni

* * *

 

Chiaro, ironico, rigoroso senza essere pesante. Una lettura divertente, oltre che interessante, che può essere adatta anche all’ombrellone!

Vania Rivalta

* * *

 

Questo libro paga, nelle mie scelte, il fatto di essersi scontrato con l’opera di Eva Cantarella, un classico tra i classici.
Pur essendo sicuramente l’argomento (il colonialismo italiano) molto più attuale e inestricabilmente intrecciato alla nostra epoca, tuttavia ho preferito il saggio della Cantarella.

Fabrizio Mancuso

* * *

 

La scelta tra i due libri è stata ardua. Ho trovato anche questo libro molto interessante, chiaro e accurato. La scelta è ricaduta sulla prima lettura perché mi ha riportato ai miei recenti anni universitari e al corso di storia greca che ho adorato: al cuor non si comanda!

Elisa Rubin