< Non voglio più piacere a tutti di  Beatrice Alonzi (Vallardi)

Qui di seguito le recensioni di NonVoglioPiuPiacereATutti raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Interessante la modalità adottata dall’autrice di agganciare il concetto a partire da situazioni legate alla sua infanzia o a momenti della vita quotidiana sperimentabili da tutti i lettori. Trovo che l’argomento trattato sia uno dei più discussi e la maniera in cui è stato riportato lo rende accessibile e "familiare".

Elisa Ardenghi

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Il tono con cui l’autrice si rivolge ai lettori induce ad andare avanti, è colloquiale e conciliante, e in diversi momenti sembra che stia parlando esattamente con te. Purtroppo, solo in alcuni. In altri punti si ha l’impressione che voglia mettere insieme tutte le esperienze possibili, di conseguenza si finisce col leggere descrizioni di lunghi comportamenti che difficilmente ci appartengono.
Altro aspetto negativo, il lettore ideale a cui l’autrice pensa è un lettore non particolarmente colto, e forse leggermente refrattario a studi di settore. Da un lato, nel testo troviamo note per spiegare termini che non sembrano affatto sconosciuti o peregrini (cosa siano i tic o la dismorfia); dall’altro, pur trattando spesso di argomenti che sono stati con ogni probabilità analizzati da studi di psicologia, l’autrice ne discute spesso come se portasse avanti riflessioni di natura empirica, sue osservazioni sulla realtà. Potrebbe anche darsi che sia così, ma dovrei avere una buona dose di fiducia in chi scrive se dovessi accettare un’idea - per esempio, che i miei problemi attuali derivino da come mi ha trattato la mia famiglia durante l’infanzia - affidandomi ad un’unica lettura che non rimanda a studi di settore.
A questo si aggiunge uno stile ironico, che sa catturare, e il racconto di vicende personali divertenti e potrebbero essere capitate anche a noi.

Luca Vetrano

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(Alonzi-Non voglio piu’ piacere a tutti)
Il testo presenta alcuni spunti interessanti ma presenta due grossi limiti. Il primo riguarda la scelta di affrontare troppi temi senza approfondirne alcuno. Il secondo risiede nell’eccessivo ricorso a prefigurare l’opinione del lettore rischiando spesso di non coglierlo correttamente.

Giancarlo Coccia

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Questa volta la scelta è stata più ardua. La lettura di questo libro è stata leggera nelle parole , ma profonda nel contenuto ed è stato molto difficile non immedesimarsi con la protagonista: quanti di noi bambini, per far felici i genitori o in altre situazioni che potevamo cambiare al meglio, ci siamo piegati a dire, fare, baciare, lettera ( mai testamento ) per compiacere? Chi di noi, almeno qualche volta non è stato travolto dalle aspettative degli altri? Un libro che fa riflettere, aiuta a guardarci dentro, condividendo le pressioni e i condizionamenti dell’ambiente che ci circonda, inducendoci a comportamenti che, il più delle volte, non corrispondono alla nostra indole, ma che sicuramente dovremmo far affiorare piano piano. Ottima lettura.

Sandra Cerbolini

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"Non voglio più piacere a tutti" di Maria Beatrice Alonzi è una sorta di manuale di istruzioni o di “distruzioni” per iniziare a vivere davvero, a partire dallo sgretolamento dei giudizi altrui che tanto pesano sulla costruzione della personalità dell’individuo. L’autrice non pretende che il lettore faccia tabula rasa, perché gli chiede di mantenere le cose che funzionano per riuscire a ripartire. Soprattutto, si pone al suo fianco dandogli del “tu” e offrendogli il proprio “io”: usa la prima persona singolare per guidare e raccontare alcune esperienze personali. Alonzi si mette a nudo, esemplifica alcuni concetti utilizzando parte della propria vita e cercando riferimenti concreti, comuni.
La scrittrice suddivide il libro in una serie di capitoli in modo schematico, uno schematismo utile per non perdere di vista il punto di partenza e gli obiettivi in una continua dialettica tra passato e presente, tra cause ed effetti, infine tra l’Io e l’Altro.
Molto probabilmente la vita di un uomo o di una donna non cambierà realmente con questa lettura, ma diversamente da altre opere con il fine del cambiamento in questa c’è una disponibilità a mettersi in gioco da parte di chi l’ha scritta, che evita “paroloni” e luoghi comuni e privilegia un dialogo il più possibile diretto con il pubblico.

Federico Beghin

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Manuale di self-help su come aumentare l’autostima e cercare la felicità. Alcuni capitoli sono interessanti, altri mi sono sembrati inconcludenti. Purtroppo per alcuni problemi non esistono manuali.

Magda Coretti

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Scrittura molto fluida anche se dotta, interessante per l’argomento. Gli argomenti di costume sono di mio gradimento soprattutto se sono contestualizzate nella storia e nella vita di un paese.in realtà non l’ho letto tutto ancora ma finirò per farlo e lo ritengo molto interessante

Cristina Franchini