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Anche se l’argomento è insolito la lettura è piacevole e scorrevole, i riferimenti tecnici che vengono fatti non ostacolano la lettura, anzi, la arricchiscono ed impreziosiscono.
Paola Latini
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Pur nella difficoltà di affrontare un libro di critica letteraria mi colpiscono alcune notazioni relative a letture già fatte o che vorrei fare , soprattutto i molto attuali classici della letteratura russa
Gabriella Lo Greco
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Legati ai principali temi della disruption digitale, scritti da giornalisti, opinion leader o blogger, le TRACCE vi guideranno nella comprensione dei temi che stanno sempre più impattando sulla nostra società. Interni a due colori, taglio divulgativo e accessibile, argomenti di grande attualità e prezzo competitivo.
Collana TRACCE
PAOLO IABICHINO
HOEPLI EDITORE
Giovanni Maria Scupola
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Visto che, come l’autore, non amo né gli stroncatori né i celebratori, posso concludere che questo libro non è sublime! Ma neanche orribile! Certo va considerato il fatto che si tratta di una raccolta di post su facebook e per facebook, ed in quel medium devo dire che sono tutti spunti interessanti, mai banali per quanto poi le riflessioni siano spesso condivisibili. Purtuttavia leggerlo come libro non rende, a mio avviso, lo stesso piacere. Si resta con un senso di incompletezza, spesso alla fine di un capitolo/post viene voglia di instaurare una discussione ed approfondire certi argomenti o capire meglio alcune posizioni assunte dall’ autore ma non si può commentare come invece è stato possibile fare nella versione nativa su facebook. Il periodo di pandemia durante il quale sono stati pubblicati i post lo rende una "narrazione" interessante dei nostri giorni.
Filippo Bardazzi
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Pur non essendo un argomento particolarmente interessante per me, va reso il merito di essere attuale, scorrevole, piacevole.
Veronica Zoccheddu
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Il linguaggio con il quale è scritto è eccessivamente "friendly", troppo vicino alla lingua parlata. I contenuti non sono sufficientemente approfonditi e circostanziati. Il punto di vista è eccessivamente parziale e non offre la possibilità di estendere i paradigmi dei contenuti (ad es. il film "Joker") ad altri contenuti e mi aspettavo che offrisse paradigmi generali, chiavi di lettura e di interpretazione che si potessero generalizzare.
Arianna Ziero
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La domanda che l’autore si pone a conclusione del libro: ”che ci faccio io qui su Facebook a parlare di letteratura, cultura e arte?” è perfettamente condivisibile e legittima. Forse lo è un po’ meno la risposta, cioè la speranza che i post lascino qualche traccia nella mente di chi li legge. Pur apprezzando i buoni intenti dello scrittore credo che, soffermandomi qua e là su quanto Facebook ospita, sorga legittimo il dubbio di come le parole non trovino proprio alcun luogo su cui lasciare traccia e siano destinate così a vagare senza meta.
Giorgio Enrico Bena