< Oltre le gerarchie. In difesa del costituzionalismo sociale di  Tania Groppi (Laterza)

Qui di seguito le recensioni di OltreLeGerarchie raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Ho affrontato la lettura di questo testo con minor leggerezza rispetto al primo, dal momento che è chiaramente destinato ad un pubblico di lettori specialisti. Lo si capisce dalla collocazione delle dettagliatissime note a fine pagina, ma soprattutto da un linguaggio sicuramente molto forbito ma sfortunatamente troppo tecnicistico per un pubblico generalista.
I concetti meritano inevitabilmente un approfondimento e una riflessione molto attenta, soprattutto perché i riferimenti agli aspetti costituzionali (in particolare relativamente al contesto italiano) presuppongono la lettura da parte di esperti o almeno di persone già in possesso di un’infarinatura generale. Non escludo la possibilità in futuro di dedicare del tempo alla lettura approfondita di questo libro, perché lo considero nonostante tutto un’ottima fonte di arricchimento quanto meno lessicale.

Manuela Brattoli

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Oltre le gerarchie è un saggio più snello, interessante soprattutto nella prima parte dove la diseguaglianza della gerarchia, viene spiegata attraverso una disamina delle metafore spaziali ormai utilizzate nel comune parlare molte volte senza accorgersene. Per la gerarchia intesa come graduazione della "impari"
dignità sociale si utilizza una metafora spaziale verticale sopra-sotto dove ciò che sta in alto è buono e ciò che sta in basso è cattivo. Le metafore non sono quindi innocue: influenzano il linguaggio, il pensiero e il comportamento. E così attraverso la metafora la gerarchia basata sui rapporti di forza si trasforma in una gerarchia di valori. L’autrice ci dice che se non parleremo in modo diverso, non riusciremo a pensare e ad agire in modo diverso e che per cercare di rimuovere un’ingiustizia (la disuguaglianza delle gerarchie) bisogna renderla visibile, senza camuffamenti. Ed è quello che l’autrice cerca di fare con questa analisi

Maria Cristina Benassi

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Molto giusto, ma per me difficile da leggere e da seguire.

Ornella Tadè

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Molto attuale e necessario per capire la crescente disuguaglianza che sta imperversando nel nostro Paese.

Arianna Ghiglione

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Da preferire - e qui prevale la soggettività - per il suo tenore politico, per il suo parlare di pace e povertà evitando slogan e illusioni, per il suo raccontare cos’è l’oppressione e cosa significa essere costituzionalisti sociali. Promosso di diritto.

Vincenzo Barometro (Bologna)

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Ho trovato il libro di Tana Groppi molto interessante e ben scritto.
Le metafore, l’excursus etimologico, le riflessioni sulla giustizia e le disuguaglianze sono profonde e fanno riflettere.

Antonella Arbia

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Un libro che fa riflettere sulle dinamiche della società attuale, illuminante, senza peli sulla lingua. Attraverso una scrittura chiara e quasi profetica ci svela il meccanismo che governa la contemporaneità.

Chiara Sardo

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Il principio di eguaglianza in tutte le sue sfumature , il riconoscimento dell’altro, la sfida costituzionale al superamento delle distanze e delle gerarchie. I temi affrontati dal saggio “Oltre le gerarchie “ indiscutibilmente di alto valore giuridico, sociale e culturale, potrebbero cadere nel retorico, nello scontato,nel “classico “del diritto pubblico-costituzionale con il rischio di annoiare non poco il lettore,soprattutto il lettore che non ha seguito discipline giuridiche.E invece l’autrice, pur con evidente inclinazione alla ripetitività, con uno stile fluido e argomentazioni interessanti, rinnova l’attenzione sui principi fondamentali del sistema democratico e lo fa senza cadere nella tentazione della didattica tascabile.”Oltre le gerarchie” si fa leggere, ti lascia il segno.Complice è anche l’eco dell’opera “Massa e Potere” di Elias Canetti e delle pagine da lui dedicate alle “differenze imposte dal di fuori che pesano sugli uomini”.

Marianna Bassi

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L ho letto tutto e mi sono molto annoiata. Ripete le stesse cose, non ha mai un guizzo, una novità, una idea diversa daxquella espressa belle prime dieci pagine. Lo stile pure non mi ha entusiasmato...

silvia garaffoni

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Interessante

Sandro lodi

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Anche stavolta una scelta difficile, anche se ho avuto più tempo per decidere in quanto avevo già letto pochissimo tempo fa il libro di Fois; Oltre le gerarchie è molto interessante e offre illuminanti spunti di riflessione, soprattutto sulla organizzazione spaziale verticale della mentalità dell’essere umano, organizzazione che si riflette poi rappresentazione gerarchica dell’uomo; anche il linguaggio che abitualmente usiamo e che richiama questa interpretazione verticistica è fonte di errori che finiscono con il condizionarci: ad esempio ascensore sociale, paracadute sociale con cui ci si inganna sperando nella democraticità della mobilità sociale.
Domando: non si può mai far pareggiare i libri proposti?

Bianca Lecca

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Un testo che sicuramente fa riflettere. Ho molto gradito l’excursus storico, essenziale e esaustivo, come i riferimenti a Canetti e ad altri testi, anche tratti dalla letteratura oltre che dalla saggistica. L’importanza delle metafore e di come vengono introiettate fino a diventare dati di fatto socialmente accettati. La spiegazione di ogni parola fin dalla sua origine e di ogni suo mutamento semantico.
Ho invece gradito di meno quei capitoli in cui l’autrice espone il suo parere: è difficile dissentire, ma talvolta le testi esposte non mi sembrano strettamente conseguenti a quanto enunciato in precedenza.

Anita Fiorin

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Interessante e approfondito, bella l’analisi sociologica, etimologica, etc.. del concetto di gerarchia nelle sue varie sfaccettature. Invita a riflettere sulle tendenze naturali dell’uomo e su quelle che, invece, sono delle sovrastrutture. Quest’ultime, se estremizzate e fuori contesto, invece di correggere, vanno a peggiorare gli istinti.

Chiara Casali

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Preferisco il libro Roma non è eterna di Christian Raimo. È un saggio scritto da chi è nato e vive a Roma e svolge anche un ruolo politico nell’amministrazione della città. È un racconto appassionato della città e dei suoi numerosi problemi: le numerose borgate che si estendono oltre il raccordo anulare senza servizi e senza un sistema di trasporti urbani che le avvicinino alla città; lo spaccio; i campi rom continuamente sgomberati; la discarica di Malagrotta e un sistema di trattamento dei rifiuti funzionante; la gentrificazione (termine che non conoscevo) dei quartieri centrali e popolari che ha spinto i poveri e i giovani sempre più lontano dal centro, la violenza. È un libro appassionante che ti fa vedere i problemi della "città eterna" e nello stesso tempo ti fa comprendere che sono problemi comuni a tutte le grandi città e ti fa conoscere meglio anche la tua città (Bari). È un libro coinvolgente, di facile lettura, anche se un po discontinuo perché risente del fatto che è composto da vari articoli scritti dall’autore per diversi giornali.

Luisa Morizio

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Un bellissimo saggio di Tania Groppi che affronta temi attualissimi quali le disuguaglianze, la meritocrazia, l’ascensore sociale e ci mostra come il linguaggio giochi un ruolo importante, non sempre corretto, nell’interpretazione della realtà. Groppi ci ricorda come la lotta contro le disuguaglianze fa parte della nostra, italiana, identità costituzionale e in un mondo che sembra aver ridotto le distanze spaziali cresce, invece, la dicotomia alto e basso, sopra e sotto, aumentando sempre più divisioni e sofferenze umane. Ci sentiamo troppo spesso ripetere "there is not alternative"; occorre, allora, ridare voce e dignità a quelli che stanno sotto ricordando che in Italia i principi di giustizia e gli strumenti per realizzarli sono sanciti normativamente nella Costituzione.

Giancarlo Coccia

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Il saggio di Tania Groppi l’ho trovato interessante , viene affrontato un annoso problema : abbiamo una ottima costituzione, ma, soprattutto nelle parti che riguardano la persona e la società è rimasta incompiuta. Infatti i vari diritti conclamati non trovano completa applicazione : diritto al lavoro, alla casa, all’istruzione alla assistenza sanitaria, etc. Il tutto è rimasto in bella mostra nella nostra carta costituzionale. Probabilmente la colpa principale è di noi cittadini che veniamo trattati, dai politici, come sudditi e non facciamo abbastanza affinché , quanto promesso dalla Costituzione, venga mantenuto.
Concludo confermando l’interesse per questo saggio, ma , per quanto esposto in altre sede, do la preferenza a quello di Violante.

Marco Cinelli

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Saggio breve ma estremamente chiaro e diretto che, in tempi di individualismo imperante, invita cittadini e politica a rimettere al centro del dibattito i diritti sociali ed economici.
Il linguaggio è scevro da artifici accademici, rendendosi così comprensibile ad una platea ampia.

Mauro Saccol

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Ho apprezzato molto il libro Oltre le Gerarchie per l’ampiezza dei riferimenti culturali. La scrittura, piacevole e precisa, permette anche ai "non addetti ai lavori" di comprendere pienamente le idee dell’autore.

Ester Volpetti

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Il testo è un’attenta e raffinata analisi di un tratto costitutivo e caratteristico della nostra storia umana : la diseguaglianza sociale, economica e politica che intercorre tra gli uomini .
Per farlo, la Groppi si avvale delle tipiche e dicotomiche metafore spaziali (sopra/sotto/alto/basso/avanti/dietro), e ci rappresenta, in questo modo, le varie gerarchie sociali.
Le pagine sono intrinseche di colti riferimenti: grandi nomi tra teologi, letterati, artisti, politici, economisti, sociologi e giuristi, tutti a servizio di un saggio che andava scritto.
L’autrice, senza prepotenza, ma con la forza che dovrebbe muovere ogni animo, offre uno spunto importante, anzi, solleva l’esigenza di coltivare in noi una grande responsabilità e quindi chiedersi : “ dove sono finite le promesse della nostra Costituzione?”
Ancora oggi, la nostra grammatica risulta non ancora depurata di termini quali, ascensori sociali, paracaduti sociali, scale sociali. Ancora ci si guarda dall’alto al basso. Tuttoggi, all’alba del mondo moderno, privo quasi di distanze spaziali, sopravvive l’eterna contrapposizione umana.
Il saggio si pone, in ultimo, come un invito ad un cambiamento culturale, una sentita sensibilizzazione verso un sentimento di collettività che lega e non divide i cittadini.
Ognuno di noi, scrive l’autrice, si faccia “giardiniere di se stesso”, è in basso che occorre cercare , è dal basso che può germogliare la vita, coltivare la propria interiorità, si, ma implementare sensibilità e capacità di giudizio, disponendone anche e soprattutto nelle relazioni con gli altri.
È nella voce della coscienza che ha sede il sentimento di giustizia, quella giustizia sociale che richiede empatica solidarietà, altro che belligerante arrivismo tra i forti ed i deboli.

Ilaria Liccardo

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Un libro molto bello, appassionato, visionario, che invita ognuno di noi a radicarsi “verso il basso”; a essere «giardiniere di se stesso», coltivando sensibilità ed emapatia; ad accorciare le distanze; a vincere isolamento e solitudine. In tale prospettiva, il diritto potrebbe allora riappropriarsi della sua vocazione più nobile: quella di «contrapporsi alla forza, al privilegio, all’ingiustizia»; si tratta, così, di «scardinare l’odiosa gerarchia che sottomette chi sta in basso a chi sta in alto».

Paola Ivaldi