< Palermo centrale. Storia di una stazione di  Salvatore Amoroso (Kalos)

Qui di seguito le recensioni di PalermoCentrale raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Non pensavo di trovare piacevole un libro che narra la storia di una Stazione Ferroviaria. In effetti la si potrebbe vedere come la parabola della vita normale in Italia. Progetto avvenieristico e necessario.ma Dove si fa? chi lo fa? Chi ci guadagna? Si stabilisce una cifra per l’esproprio ma dal momento che si da l’ok alla realizzazione dell’opera i terreni e le abitazioni aumentano il loro valore e quindi...ricorsi. E quindi ritardi. Opera necessaria ma che vede la luce in modo quasi definitivo oltre 30 anni dopo. Giustamente ormai obsoleta e quindi da rimaneggiare. E la ruota riinizia a girare. Molto belle le foto specialmente per uno come me che ha utilizzato le locomotive 625 e 740. Molto belle le foto

Vincenzo Parma

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In questo saggio il professore Amoroso ripercorre le vicende progettuali e le realizzazioni che diedero avvio alla rete ferroviaria siciliana a partire dalla prima tratta Palermo-Bagheria, inaugurata nel 1863 e di quella che diventerà nel tempo la Stazione Centrale di Palermo (1886).
L’intento dell’autore è dar conto degli effetti urbanistici che un’opera come la Stazione Centrale diede alla modernizzazione urbanistica della città. L’innovazione della ferroviaria, nella seconda metà del secolo citato, portò non solo all’intensificazione della mobilità di uomini e merci, ma nel suo punto terminale di testa, a cui si volle dare un carattere monumentale, in stile neoclassico, influenzò l’espansione e la riorganizzazione dello spazio urbano con la creazione ex novo di interi quartieri residenziali, ma soprattutto attraverso il collegamento – arrivato però molto tempo dopo - con il centro della città grazie al nuovo asse stradale (Via Roma).
Il lavoro in questione ripercorre fin dentro al ventesimo secolo (del 1990 gli ultimi interventi di manutenzione e modernizzazione) e in un ultimo paragrafo ne descrive anche il valore architettonico e artistico-culturale grazie all’opera di un noto pittore, Lentini, che decorò gli spazi e le volte dei locali interni alla Stazione.
Numerosi sono gli spunti di interesse anche per chi non conosce molto bene Palermo e non è un tecnico, il parallelo tra lo sviluppo ferroviario e quello urbanistico è al centro del saggio, ma l’autore offre spunti di riflessione anche su altri aspetti tra i quali i tempi lunghi degli espropri dei terreni, la distruzione di bellezze naturali che inevitabilmente la costruzione di una grande opera comporta, gli interessi più o meno nascosti – financo del figlio di Garibaldi – delle società a cui venivano appaltati i lavori, ecc. ecc.. Il saggio è corredato da fotografie e tavole grafiche che consentono di apprezzare l’imponenza monumentale dell’opera e il suo valore artistico e culturale. L’impianto strettamente tecnico e crono-storico però non offre il fianco a riflessioni sugli effetti sociali ed economici della modernizzazione urbanistica di Palermo innescatasi con la costruzione della Stazione Centrale e gli eventuali futuri collegamenti con quanto accaduto in seguito nella Palermo degli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso. Interessante, ma specialistico ed eccessivamente breve dato l’ampio arco temporale di cui si vuol dare conto.

Guglielmo Corna (pseudonimo di Geremia Capano.

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Libro breve ma completo sulla nascita della stazione di Palermo. La presenza di foto storiche accompagna il lettore nella lettura, il quale, alcune volte può perdersi in frasi un po’ troppo lunghe. Lo stesso contenuto poteva essere diviso in più frasi, diventando più scorrevole senza perdere qualità.

Sara Boscolo Bibi