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Romanzo di umore e sapore adolescenziale non privo di spunti di riflessione. La scrittura induce ad un certo romanticismo letterario, ma andava limata e semplificata.
Libro complessivamente mediocre,
Anna Sodano
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L’amore, quello puro, disincantato, assoluto. L’amore tra ragazzi molto giovani ai tempi del web.
L’amicizia, quella sincera, solida, eterna. Un romanzo dalla trama forse un po’ troppo banale e scontata che si sgrana in un contesto giovane e ordinario.
Il risultato è un romanzo leggero, forse anche troppo, e a poco vale il tentativo dell’autrice di restituire allo scritto un po’ di spessore ricorrendo a una certa ricercatezza semantica che, tuttavia, priva solo di scorrevolezza il testo.
Decisamente adatto a un pubblico di teenager alla ricerca di immedesimazione in un qualche personaggio letterario, il romanzo appare nel complesso un po’ tracotante, affidando a una forzata scelta linguistica una storia incapace di attrarre il lettore e condurlo sino alla fine.
Voto 5
Diana Perri
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Mario Cottone
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“Per tutto il resto dei miei sbagli” è il debutto letterario di Camilla
Boniardi, meglio nota come Camillahawke, influencer da un milione e
trecentomila follower. Il romanzo racconta, con una trama approssimativa
e poco accat-tivante, la storia di Marta, una venticinquenne
inappagata, che soffre di quella che gli psicologi definiscono “la
sindrome dell’impostore”.
Sospesa fra realizzazione di sé e
soddisfazione delle aspettative che gli altri riversano su di lei, la
vita di Marta poggia su due pilastri: l’amore della propria famiglia e
l’amicizia con Olivia, alter ego di maggior successo.
Elda Lo Cascio
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protagonista della storia è Marta,una giovane donna perennemente insicura,tormentata da un sentimento di inadeguatezza e di bassa autostima,tutta affannata nel tentativo di piacere agli altri.Le sconfitte si accumulano nel suo percorso di vita: sbagliata la sua relazione con Dario, sbagliata la scelta della facoltà, sbagliato il suo modo di relazionarsi con persone e cose.Anche l’in contro con Leandro si rivela ingarbugliato e contorto in un andirivieni di situazioni senza crescita interiore.Gli unici punti di riferimento sono un’amica e i genitori ma anche questo rapporto è malato,accettato ma non costruito,non elaborato nel tempo.La psicologia dei personaggi è appena accennata,personaggi statici e un po’ irreali,creati a tavolino per un effetto scenico ma poco efficaci nel suscitare emozioni.lo stile è monotono ,con qualche svista,la prosa è sciatta, più adatta ad una comunicazione estemporanea ma poco congruente con l’elaborazione formale che richiede un romanzo.
Senza voleregiudicare l’autrice dal punto di vista umano vorrei concludere dicendo che non c’era molto da aspettarsi da una che in una intervista ha affermato"la pasta al forno è il mio unico credo,"
Gemma Alfano
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Il romanzo di Camilla Boniardi racconta la storia d’amore e la crescita
personale e professionale della protagonista, Marta, alter ego
dell’autrice e voce narrante, e di Leandro musicista rock.
Marta è
una ragazza estremamente insicura e perennemente tormentata da un senso
di inadeguatezza che pervade la quasi totalità degli aspetti della sua
vita: “E forse proprio per punirmi di questa mia bassa autostima, mi
sembra che da un certo punto in poi io mi sia affiancata a persone
sempre più distanti dal mio modo di essere, più difficili da compiacere,
fino al punto di dover stravolgere quella che ero, per avvicinarmi a
quella che loro avrebbero voluto io fossi.” (pag. 16). Pertanto,
nonostante il supporto dell’amica Olivia e dei genitori, concreti punti
di riferimento, Marta ha una relazione sbagliata con Dario e studia
Giurisprudenza, che considera una vera e propria tortura anche perché è
pienamente consapevole che questi studi non fanno per lei. Marta e
Olivia sono legate da una profonda amicizia, al punto che l’autrice fa
dire che Olivia è “la persona che speri di trovarti accanto quando le
cose si mettono male” (pag. 28).
Ed è proprio Olivia ad accompagnarla al concerto rock che le farà conoscere Leandro.
L’evoluzione
della storia d’amore si intuisce facilmente procedendo nella lettura
del testo che, pur nella sua basilare essenzialità e prevedibilità,
fornisce alcune gradevoli sorprese quali una scrittura scorrevole e il
recupero di una struttura narrativa in parte, sì, obsoleta, cioè il
romanzo epistolare, ma attraverso il quale cresce la storia d’amore dei
due protagonisti. Il testo appare, tuttavia, a tratti appesantito
dall’uso di un tono smaccatamente ironico che talvolta risulta
obiettivamente eccessivo.
Il romanzo d’esordio di Boniardi, pur
rivelando nell’autrice la frequentazione di letture anche classiche e
nonostante la forma epistolare di alcune parti, suscita però
l’impressione di un prodotto confezionato secondo i dettami di una
comunicazione tipica dei social media, ovvero immediata e efficace ma
tendenzialmente povera di contenuti validi. Lo spessore dei personaggi è
un po’ superficiale se non labile, a scapito della loro credibilità
letteraria. Quanto al travaglio sentimentale della protagonista che
costituisce l’oggetto narrativo privilegiato, esso in fondo non riesce
granché a suscitare quella empatia che da altri punti di vista anche
meriterebbe, teso come è a risolvere per la protagonista le situazioni
della sua vita e specialmente della sua età in modo - forse
involontariamente - comunque leggero e spiritoso.
Cinzia Marino