< Petraio di  Silvio Perrella (LaNaveDiTeseo)

Qui di seguito le recensioni di Petraio raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Attirato dal titolo sono rimasto molto deluso. Non si tratta di marmi, ma solo "fotografie scritte".
Non sono riuscito a superare la metà del libro

Gabriele Corba

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Castano Primo “Biblioteca comunale”
coordinato da Paola Lauritano e Maria Rosa Gambacorta
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“La pietra è il diario impressionistico del tempo accumulato in millenni di intemperie. Non è solo passato, è anche futuro: possiede una sua periodicità. È la lampada di Aladino che penetra le tenebre geologiche dei tempi futuri.” Cit.
Perrella riesce con la sua “prosa”, in poche righe, a far apparire strade, città, archi, finestre, ponti, cieli, stagioni, con i dettagli riusciamo a percepire il rumore dell’acqua, il caldo del sole, il profumo dell’aria, percepiamo il dissolversi del tempo, sfuggente, eterno o inesistente, in cui tutto è in continuo mutamento.
Un libro da leggere lentamente o da aprire a caso e leggere traendone consigli, indicazioni o suggerimenti.

Angela Furci

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Recensione Petraio
Attraversare le città collezionando immagini e sentimenti è l’invito che ci arriva da questo scritto suggestivo e poetico.
Petraio è un quartiere di Napoli sorto dove le piogge alluvionali hanno depositato i loro detriti, dove una serie di scalini e rampe invita a salire e a scendere. E’ un percorso aspro, silenzioso, lento, dove le pietre lavorate dal tempo riservano continue sorprese e l’alternarsi di cornicioni, archi, balconi e finestre fa scoprire scorci di paesaggio sempre nuovi.
“Le città sono depositi di immagini da tenere a mente; immagini come poesie imparate a memoria che al momento giusto ci si recita tra sé e sé: così per farsi compagnia, per lenire la malinconia...”
La lettura di questo testo richiede tempo e mente sgombra, è simile al percorso che compie chi sale queste antiche scale: ci offre suggestioni e riflessioni, stimola la nostra immaginazione, risveglia ricordi e sensazioni. Visitare le città è un’esperienza dello spirito e della mente.

Luigia Sala

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Partendo dalle pietre di un petraio, Silvio Perrella ci parla di luoghi lontani tra loro che gli hanno richiamato delle immagini, non vi è presente l’uomo.
Il libro è una sorta di “prosa lirica” ad “epigrammi garbati”che esprimono le emozioni che gli suscitano: luoghi ameni disabitati, ogive di finestre, balconati, isole famose come Procida e Capo Palinuro.
Commovente l’icona di una Madonna rovinata dal tempo e suggestivo Capo Miseno e località che lasciano senza fiato per la loro bellezza o per l’abbandono dell’uomo.
In “Petraio”sono ricordati anche uomini famosi come: Camus, Giorgio Morandi, Montale, Leopardi, De Chirico, perfino Dante, ma anche Platone e Totò.
Un modo originale nel suo insieme per mettere a contatto i lettori con la natura e con i luoghi più disparati.


Maria Grazia Arpisella

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Quanto al libro "Petraio", la stessa intenzione di "brevità" è portata all’estremo, in un esercizio di riassunto che, per me, rende difficoltoso se non impossibile, continuare la lettura oltre poche pagine per la mancanza di stimoli a continuare per arrivare al termine.

Anna Ciammaricone