< Piccolo libro di entomologia fantastica di  Fulvio Ervas (Bompiani)

Qui di seguito le recensioni di PiccoloLibroDiEntomologiaFantastica raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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La prima cosa che mi viene da dire pensando al libro “piccolo libro di entomologia fantastica” di Envas è “non giudicare delle apparenze ma vai oltre”. Dico questo perché non nascondo che, tra i due in gara, questo è stato il primo libro che ho iniziato e che ho anche, però, “accantonato” dopo le prime pagine dando spazio all’altro, per poi riprenderlo solo successivamente. Forse perché gli insetti non hanno per me un grande appeal o forse perché chi aveva mai sentito parlare di “farfalle monarca” ?
Errore. Ripeto, mai giudicare dall’apparenza, mai fermarsi alle prime pagine. Dare fiducia, sempre. E, questo libro, se la merita tutta. Sì perché, anche se, a mio parere, scorre un po’ lento soprattutto all’inizio (motivo per il quale l’ho ingiustamente accantonato) dopo riserba molti aspetti interessanti, celati fino all’ultimo in modo molto abile dall’autore per poi essere “svelati” alla mente del lettore come si suol dire “al momento giusto”.
E’ un libro fatto di intrecci, connessioni, similitudini. Ed è proprio questo l’aspetto che mi ha colpito più di tutti. La connessione, a volte inaspettata, tra i personaggi. Il modo, a volte bizzarro, di descriverli, definirli e collocarli. L’utilizzo dell’entomologia, di mosche, insetti, blatte e farfalle come elemento chiave, anche qui se vogliamo bizzarro, come passione che accomuna un gruppo di ragazzini, come strumento utilizzato talvolta come metafora della vita, di noi che viviamo “inconsapevoli”, dimenticandoci che, anche se siamo di passaggio, lasciamo sempre un segno.
Come sostiene Cricket, il vecchio studioso: “le nostre migliori azioni sono gli esoscheletri che lasciamo al mondo”.
“Ma le farfalle?” chiese Red assalito da un dubbio.
“Le farfalle cosa?”
“Le farfalle non hanno un vero e proprio esoscheletro. Allora non lasciano niente e sono inutili”
“Sono quelle immagini che rimangono nella memoria. L’esoscheletro, in questo caso, è la bellezza che le farfalle imprimono per sempre nella nostra mente”
Misterioso, enigmatico, profondo, se dovessi definirlo in poche parole

Alessia Mariotti

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L’orticoltura come cura, la terra da cui tutto nasce come accompagnamento alla dolce morte. Perché è importante curare gli uomini, ma è ancora più importante “aiutarli a morire avvolti dalla serenità in modo che sprigionino molecole di leggerezza e non paure”, vero signor Greenway?
Quanto ti ho amato caro Greenway, avrei voluto piangere mentre leggevo le ultime parole della tua amata Helen: “Ricordati che non voglio essere un ricordo. Dimentica che ero Helen e ricordati che sei stato amato”. Ma sarebbe stato troppo, ero disperata, confusa da parole che andavano proprio lì, a tentare di aprire quella porta che tengo sempre ben chiusa. Vi prego, non apritela mai, ne potrei morire…
Ed è stato bello immaginare, toccare quasi con le dita, le meravigliose farfalle: se le segui arrivi davvero dall’altra parte del mondo come le farfalle monarca che dal Canada volano fino in Messico.
Daisy, Peter, Ebony, Saul, Imre, Red, quanto vi sarà sembrato ‘stramba’ l’ultima dimora di madame Lamarr, di Eugene o del signor Syd, un giovane vecchio ancora innamorato della vita.
Voi non lo sapete ancora, ma se mai esisterà un luogo dove la morte è più lieve, sarà sicuramente il ‘Senior Hotel’.

Monia Giannetti

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Piccolo Libro Di Entomologia Fantastica è un libro lieve come il volo di una farfalla. E’ un libro intimistico dolce che si assapora pagina dopo pagine. Forse un po’ lenta la narrazione e a volte le due storie fanno fatica ad incrociarsi. La bellezza del libro è l’argomento "morte" trattato con dolcezza e naturalezza, sperando di rompere il tabù sull’argomento che la nostra società gli riserva.

Laura Cappellari

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Come una fiaba. Leggerlo è come attraversare campi in fiore, orti in semina. Immediata è la fantasia che le parole riescono a far germogliare; una fantasia utile ad immaginare quei luoghi, sentire il profumo della terra, la freschezza del raccolto, il brusio di un insetto. Poetiche e delicate sono le evocazioni racchiuse tra le pagine che si colorano di cavalcante entusiasmo e curiosità. Il romanzo, inizialmente, alterna racconti di un gruppo di ragazzini vivacemente appassionati di insetti, e di un gruppo di anziani dediti alla cura di un orto all’interno di un cosi definito Senior Hotel. Per una serie rocambolesca di vicende, come due sentieri fioriti e paralleli i due gruppi convergeranno in un solo viale alberato attraverso un incontro avventuriero, che si tradurrà presto in un’intersecazione allegra di due generazioni contrapposte : una fervida giovinezza da un lato ed una tenera e malinconica vecchiaia dall’altro. Nel cuore del romanzo predomina incontrastata la natura, la forza ineluttabile della stessa, il dono speciale e terapeutico di potersene prendere cura. Lo scorrere tra le sue pagine appare come una passeggiata in un bosco; attraversando la sua musica ed i suoi odori, accompagna con grazia e sensibilità in un viaggio dentro al significato del tempo che inesorabile scorre come un rivolo di un fiume, un tempo che si rincorre al sorgere di una giovane alba tutta da crescere e si teme al calare di quel sole che, tiepido, disegna il tramonto della vita. La trama diverte ed emoziona, appassiona ed incuriosisce. È il libro che ti dispiace dover chiudere e che non vedi l’ora di poter riaprire. Quel libro che senti amico, rifugio, quel libro che ti felicita e ti consola, ti consegna una carezza profumata ad ogni sua pagina e ti solleva in un abbraccio sincero, sigillato da un sorriso che resta stagliato in viso. Quel libro che ti fa sognare a colori senza avere paura del tempo che passa e non torna più. Quel libro che ti fa riflettere che se la inseguissimo con smania, la felicità come una farfalla , ci sfuggirebbe senza dubbio, ma se curassimo con amore il nostro giardino verrebbe certamente a trovarci.

Ilaria Liccardo

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Sono stata molto contenta di leggere un altro libro di Ervas, di cui ho letto la serie dell’ispettore Stucky. Mi è piaciuto l’intreccio fra una storia di formazione e un possibile giallo che tale non è, con il motivo delle farfalle che esprimono luce, bellezza e rinascita.
Ho trovato molto interessante il personaggio di Hedy Lamarr, che ho scoperto essere non solo una grande attrice, ma anche una donna fuori dagli schemi che durante la II Guerra Mondiale ha dimostrato quanto sia falso il pregiudizio per cui alle donne sarebbe quasi negato il pensiero scientifico...

Antonella Fagherazzi

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Una perla, un alsamo per l’anima. Un gruppo di ragazzi che attraverso la passione per gli insetti impara l’amicizia e la solidarietà d trova la via per resistere al disagio delle proprie famiglie; dallaltra parte un gruppo di anziani che sceglie di finire la vita in un luogo di pace e bellezza, un esperimento permeato della natura.
Il contatto con la terra, la natura e gli insetti che fanno da guida per il loro incontro, da cui tutti escono più forti e sereni.
Un mix di poesia, scienza, conoscenza dell’animo umano e dei sentimenti.
Difficile descriverne i particolari.

Paola Pacini

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Ben scritto e con una trama coinvolgente.

Giordana Riva

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Lecce “Orti di guerra”
coordinato da Simona Cleopazzo e da Anna gatto
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Il romanzo mette a confronto due piccole comunità. Una di ragazzi, tenuta insieme dalla passione per gli insetti, anche i più comuni, raccolti e catalogati con cura. Tutti si confrontano con un mondo di adulti troppo distanti e si affidano alla leadership di Red, che viene intaccata dalla passione di Daisy per le farfalle, uno scontro tra l’esoscheletro e le ali, tra il bisogno di proteggersi e quello di volare. Proprio la ricerca di un farfallario porterà i ragazzi alla villa del signor Greenway, dove un gruppo eterogeneo di eccentrici personaggi prova a riaccostarsi ai ritmi della natura, coltivando un orto, per prepararsi dolcemente alla morte. I ragazzi si affacciano avventurosi alla vita, gli ospiti della villa si preparano a lasciarla, scegliendone da privilegiati le modalità e cercando anche in quel momento la bellezza. L’incontro dà vita a un romanzo leggero e profondo, denso e iridescente come le ali delle farfalle che racconta.

Teresa Musca

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Circolo dei lettori
di Pontedera "LaAV"
coordinato da Maria Rolli
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Commovente e profondo questo incontro tra un gruppo di ragazzini, appassionati entomologi, e alcuni anziani che, in attesa della loro morte, passano l’ultimo periodo della vita coltivando orti, sotto l’occhio attento del dottor Greenway, padrone del luogo in cui si svolge la vicenda: una villa con il suo parco, un vero e proprio personaggio anch’essa. Le farfalle sono il movente dell’azione e hanno un chiaro scopo per Greenway e i suoi ospiti: non a caso nella mitologia la farfalla ha un significato ben preciso. Storia solo apparentemente triste, ma che indica nell’amore e nella cura per la natura una chiave di lettura della vita stessa.

Barbara Zamagni