< Pietro, il partigiano sardo di  Antonietta Langiu (Manni)

Qui di seguito le recensioni di PietroIlPartigianoSardo raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Pietro, il partigiano sardo di Antonietta Langiu si presenta come un classico romanzo della seconda guerra mondiale e della resistenza. È la storia di Pietro, un giovane sardo, che parte in guerra come volontario e grande sostenitore di Mussolini. Rendendosi poi conto dell’atrocità e dell’insensatezza della guerra, inizia a far parte della resistenza, prima fatto prigioniero, poi deportato in un campo di lavoro in cui per fortuna riesce a sopravvivere grazie alle sue capacità manuali. I temi centrali sono la guerra e la formazione del protagonista. È una storia sempre attuale fatta da personaggi semplici e umili, persone normali. Ma è anche una storia malinconica e triste: per la guerra e per la povertà, ma anche per un segreto e un rimorso che Pietro si porterà dietro fino alla morte. Insomma è un romanzo da leggere e non dimenticare per evitare che simili atrocità possano ripetersi.

Linda Diddi

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Il romanzo mi da l’impressione di essere l’espressione della necessità dell’autrice di “rendere omaggio” a un congiunto. la scrittura mi sembra anche qui piuttosto ordinaria e a tratti enfatica.
Trovo il testo però più interessante perché l’apparente “semplicità “ dei sentimenti e delle azioni del protagonista riescono a raccontare bene a mio avviso un modo scarno, binario, essenziale… non tanto e non solo nelle vicende di guerra ma nel retroterra umano e territoriale del protagonista.

Renzo Iorio

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Un giovane sardo che si arruola appena diciottenne mosso dalla speranza di un futuro migliore per la sua famiglia e per la sua isola, fatti i conti con gli orrori della guerra quell’entusiasmo lascia spazio alla consapevolezza. Attraverso la storia di Pietro si ripercorrono i momenti della seconda guerra mondiale: le azioni militari in Albania, l’armistizio, i campi di concentramento e la ricostruzione postbellica. Momenti orribili ma nei quali si ritrova sempre un briciolo d’umanità e calore affettivo.

Simone Galli

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Perché Pietro nel titolo è definito un partigiano? Pietro non si unisce alla Resistenza, combatte e viene preso prigioniero, eppure è un partigiano: nel cuore. Solamente nel cuore, perché non riesce e non vuole mai a sfuggire alla sua sorte. E’ un fedele anche nella vita, non si ribella neanche nei sentimenti. La guerra la vede con lucidità e amarezza: "La morte, non cancella gli errori propri, né quelli di coloro che si ergono a salvatori della patria. La morte cancella solo la vita, ed è per sempre. E invece bisogna vivere per costruire una società di uomini liberi e uguali". Solo per questa frase 10 e lode.

Monia Conti Nibali

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Potenza e bellezza è un romanzo storico scritto veramente bene si legge con piacere e anche in questo caso ci si ritrova a riconoscere molto di ciò che ci circonda in questi sfortunati giorni.

Meschiari Silvia