< Quattro sfigati e una seicento di  Camillo Rigamonti (Robin)

Qui di seguito le recensioni di QuattroSfigatiEUnaSeicento raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Uno spaccato degli anni 60 e 70, da far leggere ai ragazzi di oggi che sono scontenti ma che hanno tutto e subito. Altri tempi, la classe operaia che rivendica i propri diritti, le manifestazioni studentesche, la nascita dell’informatica, il lavoro che ti viene offerto senza che tu ne abbia le necessarie competenze, senza laurea anche se lavoro da laureati.

Giusy Sciortino

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Siamo in provincia, in Brianza e sono gli anni ’60, quando Roberto, il protagonista, è uno studente dell’Istituto Tecnico. Poi gli anni ’70, quelli della contestazione, quando è operaio in fabbrica. Il libro oscilla fra la rassegnazione di studi imposti o il lavoro alla catena di montaggio e la voglia di riscatto, la musica, l’amore per Angela. C’è poco di originale nella trama e nei personaggi, nel bar in cui si finisce la serata o nel professore che ammicca agli studenti ma è facile immedesimarsi con il protagonista, con la sua inquietudine e la voglia di cambiare e si finisce per gioire quando Roberto si misura con il calcolatore che sembra aprire a nuove possibilità, quelle cercate per tutto il libro.

CHIARA ROMOLI

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È uno spaccato di vita nella Bergamo anni 60/70, non mi ha preso, l’ho trovato molto lento e in alcuni punti un po’ banale e noioso.
Classico racconto di ragazzi e del loro percorso di crescita nella provincia, incentrato principalmente sul personaggio principale Marco a cui si uniscono in diverse fasi della sua vita vari amici
Sinceramente il titolo mi aveva intrigato , bel titolo , spiritoso e incuriosisce, ma purtroppo il testo non ha avuto il risultato sperato .

Ilenia Cuppi

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Il tema dell’opera è molto interessante, due generazioni a confronto: una, quella di Filippo "Cantor" Castelli, che cerca ostinatamente un "maestro", un mentore; l’altra, quella del dottor Romagnoli, che dovrebbe assumersi il ruolo di guida ma scopre di esserne totalmente incapace. Incomunicabilità tra chi vive perso nella memoria e chi, invece, guarda al futuro quasi con disperazione. Molto profondo ma anche piuttosto difficile da leggere.

Valeria Rago

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Il miglior tempo
Decisamente più complicato nella lettura
Scritto bene
Ho avuto bisogno a volte del vocabolario
Due protagonisti principali il giovane Cantor(Filippo)e il pediatra colui che ha seguito la sua vita diventandone amico e mentore
Il giovane sempre alla ricerca di un maestro
Il pediatra inseguendo i perché è la perdita della moglie
La solitudine di entrambi
La fuga dalla realtà anche dai doveri(la donna amata in cinta che partorirà un bimbo Florestano)
La fuga appunto per avere un futuro sul mondo per cambiarlo
Inquietudine di quello che succede intorno, Cantor soffre ama Anna ricambiato ma sposa Fatou bellissima donna di colore
Pur avendo alle spalle una famiglia ricca un fratello politico lui vuole fare e si imbarca in molteplici attività sempre alla ricerca di un maestro
Diventa infermiere muratore falegname assistente raccoglitore di pomodori poi la politica sempre presente
La maison noire per ospitare gli ultimi
Fino ad arrivare alla guerra la Siria i curdi
Fino a sparire ma sempre presente nei pensieri di Anna nel pediatra Romagnoli del fratello degli amici
Cantor dice"mi sono spesso immaginato di volere la giustizia " complicato e difficile in questi tempi
Lo scambio generazionale che non avviene per "visioni" diverse
Comprerò questo libro e rileggerò con più calma il cartaceo per me è più umano
Lo consiglierò

Claudio Nobis