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Anche se il genere romanzato è ciò che mi piace leggere di più, questa storia non mi ha lasciato molto. Ho letto altri libri sulla resistenza che ho trovato nettamente migliori
Sara Gigliano
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Forse proprio perché non sono riuscita a cogliere la natura saggistica del libro, la lettura mi è risultata piuttosto piacevole; non si tratta comunque di un’opera che spicca all’interno della letteratura della resistenza. La lingua è piuttosto semplice, come potrebbe essere quella di alcuni partigiani, a cui non appartengono però i protagonisti del libro, intellettuali e lettori di grandi romanzi. Credo, infine, che il tema musicale avrebbe dovuto emergere in tutto il libro e non solo nelle poche pagine centrali.
Elena
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Scritto in maniera semplice e scorrevole ma efficace e coinvolgente. Il due ragazzi che raccontano il loro graduale coinvolgimento nella causa partigiana sono commoventi. Libro che si legge tutto d’un fiato
Federica Bisioli
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La resistenza narrata in forma letteraria, la migliore forma per emozionare, rendere partecipi e soprattutto rendere consapevoli dei fatti che sono avvenuti realmente.
Veruska Serafini
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Sono nato in una casa in Via XIII Martiri, ovviamente della resistenza, mio padre e mia madre si sono conosciuti ad una celebrazione dei Martiri del Turchino, non potevo rimanere indifferente ad una storia di ragazzi che fanno la scelta di combattere per la democrazia. Al netto di questo, sia la trama, che la scrittura sono avvincenti, ed anche i vari personaggi hanno una personalità e delle caratteristiche comuni a persone vissute dalle mie parti, in particolare il fascista Novena, che, nonostante i crimini efferrati, ed una condanna a morte, riesce a farla franca come un certo Nicoletti, veramente esistito.
Paolo Pastorino
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RIBELLI,RESISTENZA, ROCK’N’ROLL
A vincere per me è il libro di Marco Ponti e Christian Hill semplicemente perché è il libro che avremmo tutti bisogno di leggere adesso, in questo preciso momento. Un libro che racconta la guerra partigiana tra realtà e finzione letteraria, ma che sembra voler essere una sorta di Bildungsroman, un romanzo di formazione, non solo dei ragazzi protagonisti della storia ma dell’Italia intera. Abbiamo bisogno di leggere ancora che la guerra è “orribile e sbagliata” sempre e che non ha mai vincitori, di riflettere che non basta combattere dalla parte dei giusti per non commettere azioni sbagliate, irreparabili e spaventose. Che attraversare o meno il confine sottile che separa il bene dal male è ogni volta una scelta. Abbiamo bisogno di questo piccolo libro per ricordare in mezzo alla guerra, alla macerie, alla distruzione giovani di vent’anni o poco più parlavano di sogni, di futuro, di speranza gettando i semi di quell’Italia nuova e coraggiosa che fu poi quella dei Padri Costituenti.
Spero arrivi in tutte le scuole, magari come lettura per l’estate, e che figure come Pompeo Colajanni “Barbato” e Emanuele Artom possano essere di esempio ai nostri ragazzi.
GIUSEPPINA ROSSI
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Testo scritto molto bene e con chiari concetti sulla brutalità, a volte gratuita, delle guerre e in particolare delle guerre civili. Scorrevole ma con molti punti di riflessione. Sarebbe perfetto da leggere coni propri figli adolescenti o come lettura consigliata nelle scuole per l’estate (e non solo).
Valentina Carlucci
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Libro che trae ispirazione da personaggi realmente vissuti ma non riesce a restituirne la complessità umana: i”buoni” sono intelligenti, giusti e compassionevoli i “cattivi” malvagi e infidi , “genitori” con apertura mentale, pacatezza e senso del dovere idealistici. Insomma un’agiografia che forse non giova al ricordo di quei giovani partigiani.
alberto castori