< Seimila gradi di separazione di  Bruno Ventavoli (EO)

Qui di seguito le recensioni di SeimilaGradiDiSeparazione raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Intrigante, si rincorrono i personaggi parteggiando volentieri per qualcuno ( io quasi sempre per le donne) Realtà crudeli e dissacranti alleggerite da una sottile vena partecipativa dell’autore.
Toponomastica divertente: piazza Rogo dei libri!
C.Grant Vacanze Romane?
Si legge con gusto e attesa

Giustina Coda

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Seimila gradi di separazione è una raccolta di 24 racconti che regala una serie di divertenti scatti sulla società odierna. Il libro abbraccia frammenti diversi della vita di ogni personaggio a ritmo cadenzato e con tono ironico, e a mano a mano che queste si intrecciano, paradossalmente si sbroglia la matassa della storia più grande, quella che li vede tutti protagonisti. Il finale è volutamente demenziale e apparentemente distaccato da tutto il resto della storia, ma comunque coerente con l’impronta indelebile di ironia che caratterizza il resto del libro, e arriva come una ventata d’aria fresca a concludere in modo assurdo le 24 storie di tragica e fin troppo ordinaria realtà.

Francesca Romano

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Non mi è piaciuto particolarmente. Ho trovato i racconti un pò pesanti ed è un peccato perché non riesco ad immergermi nelle storie - rimango nella superficie delle parole. Si capisce che l’autore è istruito, ma così crea una barriera di parole che non permettono di andare nella sostanza.

Flavia Pedevilla

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Circolo dei lettori
di Milano 2 “Lettori temerari”
coordinato da Patrizia Ferragina
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Ho letto con difficoltà Seimila gradi di separazione, che si sviluppa in 24 storie ognuna a sé stante. Nessuna delle storie narrate ha suscitato in me interesse o diletto, e spesso mi sono persa in infinite digressioni che mi sono sembrate inessenziali.

Patrizia Ferragina

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Parma “Voglia di leggere Ines Martorano”
coordinato da Pietro Curzio
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Romanzo composto da 24 racconti che,attraverso storie originali e a volte grottesche, affrontano e descrivono i vizi più comuni della società contemporanea.Le vite dei personaggi di questi racconti si incrociano in modo inatteso, grazie ad una tecnica narrativa particolarmente efficace. C’è un po’ di tutto in queste storie attraverso le quali sembra di rivedere vecchi film della commedia all’italiana.La lettura è piacevole e avvincente ma non c’è niente di divertente: in una società in cui tutti sembrano connRssi, traspare Il senso di una profonda solitudine che rende il romanzo di grande attualità.

Rita Merusi

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Palermo “Eutropia”
coordinato da Rosana Rizzo
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Sarà forse a causa della mia età che mi rende più critica ma non sono riuscita ad apprezzare nulla dei 24 racconti,non mi piace la volgarità gratuita ma ancora meno quella strumentalizzata per catturare l’attenzione, mi indispone il tono volutamente ambiguo,mi annoiano le ripetizioni.
L’unica cosa che posso dire è che se l’autore voleva dimostrare il teorema che in questo nostro villaggio globale crediamo di comunicare ma invece siamo disperatamente soli, c’è riuscito. Sicuramente anche il fango può diventare ceramica se modulato, colorato, sottoposto all’invetriatura ma in questo caso il fango,si licet, è rimasto fango,le storie sono rimaste squallide,non trasfigurate dall’arte.La delusione è stata notevole perché,data la biografia e lo status dell’autore,mi aspettavo di più, per cui il giudizio espresso è zero

Gemma Alfano

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Come preannunciato dal sottotitolo, l’opera di Ventavoli è un originale romanzoformato da ventiquattro storie legate, le une alle altre, da echi, reminiscenze, sottilissimi agganci. Legami che vengono soprattutto fuori nell’ultimo capitolo.
I racconti sono tutti strampalati e ironici, perché assurde, nella loro normalità, sono le vicende dei personaggi; a volte un po’ troppo “fuori dalle righe” ma, anche per questo, si fanno leggere senza fatica e con leggerezza. Si percepisce che l’ autore,
direttore di Tutto Libri , ha voluto divertire e divertirsi lui stesso scrivendolo.Nonostante, o forse a causa della sua professione, è riuscito ad essere originale e, calcando un po’ la mano, a presentarci una godibilissima carrellata di personaggi della Padania dei giorni nostri. Il suo esercizio di stile, gradevole anche nei suoi tratti più estremi, si conclude con un finale sorprendente che disvela ancor più il latogrottesco dell’umano che ha voluto rappresentare.                   

Viviana Conti

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Interessante sperimentazione linguistica e letteraria sulla comunicazione attraverso ventiquattro racconti. I continui rimandi ed i riflessi tra le storie rendono il racconto un gigantesco mosaico, a volte respingente, ma affascinante.

Marco Beccali

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Circolo dei lettori
di Roma 2 “Passaparola”
coordinato da Giulia Alberico
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 Si tratta di 24 storie,anzi bozzetti, legati tra loro da un filo sottile, che,alla fine della lettura,rivela l, esistenza di una trama particolare. L’ atmosfera è surreale a cominciare dai nomi dei personaggi alla toponomastica stradale ,peraltro simpaticamente emblematica . Le storie sono grottesche ,un po’ ciniche, tuttavia credibili e accattivanti. Il libro si legge con facilità perché animato da una struttura sintattica e da un lessico curato e gradevole. L’ ironia dà sapidità ai racconti. Anche il titolo è emblematicamente paradossale quasi a sottolineare la separazione delle persone in un’ epoca in cui tutto sembra globalmente ravvicinato. Direi quasi una denuncia di solitudine!

Carmelina Viggiano

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Stile brillante per raccontare storie solo apparentemente surreali tanto sono esageratamente creative. Un’umanità spiazzante per la disinvoltura con cui agisce il proprio cinismo, perversione, crudeltà...Ognuno potrebbe riconoscere una parte segreta di sé  in queste schegge di  svariata quotidianità ai limite dell’immaginabile.

Antonia Santilli

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Grandi lettori

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Letto con piacere. Tanti personaggi, tante storie che si intersecano. Personaggi positivi i barboni (nora, nicu) personaggi agghiaccianti (nazirave) senza redenzione. Una lettura intensa, una scrittura facile, mai banale. Tanti motivi di riflessione.



Orsolina Fai

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“SeiMilaGradiDiSeparazione” passa velocemente da un racconto all’altro, lascia in sospeso, riprende alcuni personaggi più avanti, costringe ad una lettura frammentata e continuamente interrotta.
E i racconti sono crudi, carichi di storie squallide e scabrose, estreme; i toni sono duri e l’intenzione sembra paradossale, quasi ironica.
Ma il tutto è faticoso, non trascina l’immaginazione e non lascia quasi nulla nei pensieri del lettore.

Monica Mazza

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Il libro Seimila gradi di separazione. Romanzo in 24 storie di Bruno Ventavoli fa scorrere davanti ai nostri occhi una serie di episodi tragicomici e surreali che si intrecceranno sorprendentemente fra di loro. Un libro ironico e divertente.

Maria Concetta Rametta