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Brevi flash su figure politiche, vicende e fatti per dimostrare la negatività del fascismo. La struttura del testo ne rende agevole la lettura che è scorrevole al di là di condividere o meno il pensiero politico.
Trovo però che l’autore abbia affrontato i vari argomenti con una critica tutt’altro che costruttiva e in alcuni punti molto tagliente al limite dell’antipatico.
Proprio questo approccio non mi ha fatto apprezzare il testo.
Vanna Girotto
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Sfascistoni
Parlare di fascismo e di fascisti come fa Andrea Scanzi mi sembra riduttivo. L’autore focalizza l’attenzione sulla realtà politica italiana, spesso di provincia. Il libro è un elenco di biografie, poco edificanti, di persone (in genere uomini di Salvini o della Meloni) che, sebbene in alcuni casi abbiano gestito o gestiscano una parte, spesso marginale, del potere politico nazionale, potrebbero riempiere le pagine di vecchi settimanali, ma non certo le pagine di un libro che dovrebbe ambire a molto altro. Un elenco stilato per voyeristi della modesta cancrena umana italiana. Il male, il cattivo costume, la tendenza all’imbroglio purtroppo non conoscono confini “politici”, non vi può essere una divisione partitica manichea. L’odio non ha colori politici. In regioni con governi di sinistra, il corso degli eventi, dopo “regimi” di destra, non è stato modificato minimamente, e molti dei nuovi politici, al potere anche da due legislature, non sono stati risparmiati dall’opinione pubblica e dagli organi “ufficiali” di informazione. Sono stati accusati non di ideologie desuete o di appartenere a un passato naftalinico, ma di corruzione e di connivenza con la più sofisticata e velenosa malavita oggi perseverante tra vari strati sociali italiani. Altro aspetto riduttivo è quello con il quale si vuole accomunare il “partito” dei No-Vax alla destra militante. Non possono essere identificati con l’appartenenza a un partito politico, ma alla cultura della negazione della ragione e della scienza. Nella mia esperienza lavorativa ho incontrato molti No-Vax, ma certo non ho chiesto loro la tessera del partito che avessero in tasca o per chi avevano votato alle ultime elezioni: non potrei quindi accomunarli secondo una categoria di scelte politiche, ma sicuramente per una pochezza culturale spaventosa, e, purtroppo, l’ignoranza non ha argini, non si ferma alla destra o alla sinistra o nel bel mezzo di un fiume. Mi sarei aspettato un saggio di più ampio respiro, con un’analisi della destra in Europa, dei suoi eventuali legami ideologici con un passato non lontano, del suo programma per il presente e per il futuro. Siamo lontani da Pier Paolo Pasolini e i suoi Scritti Corsari e troppo vicini a Saviano, ragioni anagrafiche e di cultura! Infine, mi sembra vi sia un eccesso di turpiloqui, forse da evitare quando si vuole prendere la distanza da determinate persone e dalle loro ideologie.
Giampiero Volpe
Giampiero Volpe
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Più che un "saggio", un testo di resistenza antifascista. Ognuno può decidere se condividerne i contenuti oppure no, ma non è questo che mi aspetto da un saggio letterario. L’impressione è di leggere una narrazione militante piuttosto che un’analisi critica.
Gianluigi Fontana